Essere svegli o essere intelligenti, principali differenze


Scritto e verificato la psicologa Maria Fatima Seppi Vinuales
Essere svegli o essere intelligenti, cosa significa? Ad esempio, una persona che ottiene un punteggio elevato in un test è intelligente o sveglia? E chi è in grado di capire quando l’avversario sta barando al gioco?
Spesso confondiamo i due termini, ma le differenze esistono. Vediamo quali sono.
Cosa significa essere svegli?
Si dice spesso che le persone sveglie sono pratiche, operative, vigili e molto attente ai segnali dell’ambiente. Quindi, possono pensare, agire e prendere decisioni rapidamente.
Il principale vantaggio dell’essere una persona sveglia, dunque, ha a che fare con quella valutazione del contesto che porta a una lettura della situazione e a una risposta appropriata e capace. In questo modo è possibile sfruttare le opportunità.
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Cosa significa essere intelligenti?
Innanzitutto, prima di definire cosa significa essere intelligenti, è importante ricordare che si tratta di un concetto difficile. Per molti aspetti, non esiste ancora pieno consenso nella comunità scientifica.
D’altra parte, è importante notare che, per molto tempo, questa facoltà mentale è stata associata a quella cognitiva. In seguito sono emerse altre teorie che hanno enfatizzato vari aspetti.
Ad esempio, la teoria delle intelligenze multiple di Gardner, che risale agli anni ’80, ha portato a un cambiamento di paradigma. Secondo l’autore, esistono le seguenti intelligenze:
- Logica.
- Linguistica.
- Corporea.
- Musicale.
- Spaziale.
- Naturalista.
- Interpersonale.
- Intrapersonale.
Per Gardner, tutte le persone possiedono un mix di queste intelligenze, con un potenziale sviluppo in misura maggiore o minore.
A sua volta, Daniel Goleman ha postulato l’importanza dell’intelligenza emotiva, che implica l’utilizzo di abilità sociali, nonché la conoscenza e la gestione delle emozioni. Per questo psicologo, il QI da solo non è sufficiente.

Differenze tra essere svegli ed essere intelligenti
Al di là delle definizioni, possiamo individuare due differenze tra l’essere svegli e l’essere intelligenti.
Una ha a che fare con il fatto che l’intelligenza è stata oggetto di studio per anni ed è per questo che oggi esiste una definizione o uno standard di ciò che significhi essere intelligenti e per cui esistono test psicometrici. I primi test furono sviluppati da Binet e Simon. Oggi esistono diversi strumenti, anche se la maggior parte di essi si concentra sulla misurazione della comprensione verbale, del ragionamento percettivo, della memoria di lavoro e della velocità di elaborazione.
Di fronte a diversi modelli di intelligenza, ci si può chiedere se tale concettualizzazione sia adeguata o meno. La verità è che, come regola generale, una persona che ha un quoziente di intelligenza (QI) superiore alla media è generalmente considerata intelligente. Se supera un QI di 130, è possibile parlare di talento o abilità elevate.
Per quanto riguarda l’essere svegli, non esiste un costrutto scientifico o misurabile in quanto tale. Corrisponde a un’idea quotidiana, di buon senso. È più legato all’idea di una persona che sa sfruttare le opportunità, che impara dalle situazioni e che sa risolvere i problemi.
Un’altra differenza ha a che fare con il suo sviluppo. Mentre l’intelligenza sarebbe qualcosa di fisso e innato, il fatto di essere “smart” potrebbe essere sviluppato. Cioè, l’intelligenza può essere arricchita, ma il QI non può essere aumentato, mentre se si tratta di essere svegli, è possibile evolversi nel tempo.
Non tutte le posizioni scientifiche convalidano questa idea. Alcuni ritengono che, sebbene esistano determinate condizioni immutabili per quanto riguarda l’intelligenza, è anche vero che il cervello è caratterizzato da neuroplasticità, per cui non si può parlare di immutabilità.
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Alcune chiavi di potenziamento
Se pensiamo alle implicazioni di ciascun concetto, ognuna di esse ha qualcosa da apportare in ambiti diversi. Per questo motivo è bene considerarle come competenze in parallelo.
Alcuni modi per stimolare entrambe sono:
- Prendersi cura della salute. Mantenere sempre la cura del corpo per mettere in campo le nostre capacità e i nostri talenti. Si raccomandano riposo, tempo libero, buon cibo e sport.
- Fare nuove esperienze. Interessarsi ad attività diverse da quelle che si svolgono di solito permette di incontrare altre persone, ampliare gli orizzonti e cambiare prospettiva. Dobbiamo tenere presente, inoltre, che quanto più varie sono queste esperienze, tanto più diversificheremo il nostro modo di pensare e agire.
- Avere contatti sociali. Questo ci permette di migliorare le capacità di interazione e di iniziare a prestare attenzione alle nostre emozioni e a quelle degli altri.

Essere svegli e intelligenti… un po’ di entrambi
Per un buon funzionamento o rendimento in diverse aree della vita, è importante una dose di entrambi. La chiave è la conoscenza, la capacità di ragionare e di capire, ma anche l’astuzia di risolvere situazioni pratiche e di leggere i segnali del contesto.
Per quanto riguarda l’essere svegli o intelligenti, entrambe le qualità possono funzionare in modo complementare. È strategico utilizzare l’una o l’altra, a seconda della situazione.
L‘intelligenza emotiva è venuta a dimostrarci che non esiste un concetto unitario, ma piuttosto multiplo, e che le emozioni influenzano la salute e il benessere. Un esempio sono i nuovi programmi di intervento educativo, che prevedono un lavoro sulla componente emotiva, oltre all’integrazione delle conoscenze.
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