Durante la gestazione possono verificarsi diverse anomalie che rendono necessario intervenire il prima possibile. Una di queste complicanze, sebbene poco comune, è la gravidanza molare.
A seguire, spiegheremo in cosa consiste la gravidanza molare e quali tecniche vengono eseguite per diagnosticarla.
Cos’è la gravidanza molare?
Con il termine gravidanza molare si fa riferimento alla malattia troboflastica gestazionale, conosciuta anche come MTG. Si verifica una proliferazione anomala del tessuto che compone il trofoblasto (uno degli strati cellulari che contribuiscono alla formazione dell’embrione).
La prognosi di questa condizione varia enormemente, poiché si distingue in diverse categorie a seconda della natura dell’entità clinica.
D’altra parte, esistono diverse patologie associate alla gravidanza molare che si presentano allo stesso tempo sotto il nome di neoplasia trofobastica gestazionale. All’interno di questa categoria, spiccano la mola idatiforme maligna (o invasiva), i carcinomi e i tumori epiteliali che colpiscono il tessuto trofoblastico.
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Quali sono i segnali e i sintomi della gravidanza molare?
È importante considerare che nelle prime settimane di gravidanza il problema potrebbe passare inosservato. Tuttavia, man mano che la gestazione avanza, si presentano una serie di sintomi clinici utili alla diagnosi:
- Metrorragia: si verifica un sanguinamento vaginale in quasi tutte le donne portatrici di gravidanza molare. Questo succede perché il tessuto trofoblastico è fortemente invasivo e si colloca tra gli strati cellulari, così il sangue si accumula in quanto non drenato correttamente. Quando il volume del sangue supera la capienza della cavità, si produce un improvviso sanguinamento.
- Tossiemia: è un sintomo comune, ma in alcuni casi può non verificarsi. La tossiemia prevede ipertensione associata alla gravidanza ed è una condizione grave che richiede attenzione medica per evitare ripercussioni.
- Ampiezza uterina anomala: il fondo dell’utero cresce a ogni mese di gravidanza di circa 4 cm in altezza. Un tempo, si misuraca il fondo uterino per calcolare l’età gestazionale. Oggi questa tecnica è caduta in disuso grazie all’introduzione degli ultrasuoni. In qualche modo, una ampiezza uterina al di sopra della norma è un sintomo associato alla gravidanza molare.
- Sbalzi ormonali: durante la gravidanza vengono eseguiti diverse analisi per verificare che tutti i livelli siano nella norma. Quando si verifica una proliferazione di tessuto trofoblastico, i livelli ormonali si alterano a causa della presenza di uno strato cellulare con carattere endocrino.
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Come viene eseguita la diagnosi di gravidanza molare?
Prima di tutto, deve esserci un sospetto di tipo clinico. Alterazioni ormonali nelle analisi del sangue sono una prova importante che rimanda alla gravidanza molare.
Tuttavia, questo dato può essere comune ad altre anomalie della gravidanza. Soprattutto se la donna è primipara o se presenta anomalie genetiche. La tecnica principale per diagnosticare la gravidanza molare è l’ecografia.
Grazie agli ultrasuoni, è possibile visualizzare direttamente la placenta e le cisti spesso presenti. In caso di sospetto, può essere eseguita una biopsia. Se la diagnosi è di sospetta malattia neoplastica, oltre all’ecografia sarà necessario eseguire un esame di imaging diagnostico, come TAC o radiografia.
È fondamentale eseguire una rimozione totale per evitare complicanze future, soprattutto in caso di metastasi, dove è indispensabile eseguire una terapia coadiuvante di tipo chirurgico, insieme alla chemioterapia.
Se la paziente non intende avere altri figli o se il rischio di complicazioni è molto elevato, si opterà per un trattamento più aggressivo. Ma come tutto in medicina, si sceglie spesso la soluzione più conservativa, soprattutto in caso di pazienti giovani.
La diagnosi e il trattamento della gravidanza molare risultano multidisciplinari, ma analisi del sangue e imaging diagnostico risultano determinanti per formulare la diagnosi e stabilire la prognosi.
Bibliografia
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