Come qualsiasi altro medicinale pensato per correggere delle carenze nell’organismo, i farmaci antidepressivi sono farmaci psicotropi per il trattamento della depressione severa o grave.
Allo stato attuale, i farmaci antidepressivi trovano riscontro e applicazione nel trattamento di svariati disturbi in relazione diretta ad aspetti psicologici che non consentono il normale sviluppo dell’individuo.
Tuttavia, è bene tenere in considerazione che in molti casi, tali medicinali presentano una serie di controindicazioni. Se vi interessa conoscerli meglio, continuate a leggere questo articolo.
Vi ricordiamo che si tratta di farmaci da assumere solo dietro prescrizione medica e che, pertanto, bisognerà sempre rivolgersi a uno specialista.
Tipi di farmaci antidepressivi
La complessità della mente umana richiede l’uso di composti specifici e diversificati che consentano la soluzione di un problema senza generarne altri più gravi.
A volte, tuttavia, è difficile raggiungere tale equilibrio. Per quanto riguarda gli antidepressivi, si possono trovare dai trattamenti più semplici e dal minimo impatto, a quelli di maggiore intensità e con le relative precauzioni d’uso.
Le prescrizioni di quest’ultimo tipo dovranno essere seguite diligentemente dallo specialista. Ne sono un esempio gli antidepressivi triciclici.
È bene sapere anche che oltre ai composti chimici di produzione farmaceutica, esistono delle alternative naturali dagli effetti collaterali quasi minimi. Anche in questo caso, consigliamo di consultare il proprio medico prima di assumerli.
Ricordate che gli psicofarmaci sono medicinali soggetti a prescrizione medica. Non assumeteli mai senza l’autorizzazione del professionista.
Leggete anche: Chimica cerebrale per affrontare la depressione
Il consumo crescente degli antidepressivi
L’uso degli psicofarmaci, e nello specifico degli antidepressivi, è notevolmente aumentato negli ultimi anni.
Secondo quanto rivelato da alcuni studi statistici condotti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), non si conosce ancora con certezza il motivo di tale aumento.
Ciò potrebbe essere dovuto alla crescita dei casi diagnosticati. Tuttavia, viene anche indicato che il loro uso si è esteso al trattamento di altre patologie. Nel peggiore dei casi, ciò potrebbe portare a pensare che si tratti di una moda.
L’inconveniente più grande è che il consumo indiscriminato di questi medicinali genera nuovi problemi. Questi non solo si ripercuotono sull’individuo trattato, ma anche sul suo ambiente circostante, e di conseguenza, sull’intera società.
L’uso dei farmaci antidepressivi dovrebbe sempre essere soggetto a una rigorosa supervisione medica specializzata.
Gli antidepressivi sono davvero efficaci?
L’efficacia degli antidepressivi è relativa e soggettiva. La loro valutazione dipende dagli effetti prodotti su ciascun paziente.
Non rappresentano una via certa verso la felicità, ma un modo per contrastare o ridurre l’intensità dei sintomi.
Tuttavia, i farmaci psicotropi non risolvono il problema alla radice, quello che origina i sintomi, in quanto non inducono la persona ad acquisire nuove abilità cognitivo-comportamentali volte a risolvere i conflitti.
Ne consegue che non sempre si ottengono dei risultati, poiché ogni caso rappresenta una realtà diversa. Adesso che ne siamo a conoscenza, è arrivato il momento di conoscere alcune delle conseguenze legate all’assunzione dei farmaci antidepressivi.
Quali sono i rischi legati all’uso dei farmaci antidepressivi?
Lo specialista deve essere molto prudente nella prescrizione di un antidepressivo. Dovrà trattarsi dell’ultima risorsa e pienamente fondata, in quanto un consumo improprio può generare effetti collaterali che rischiano di evolvere in gravi complicazioni.
Tra gli effetti collaterali legati al consumo dei farmaci psicoattivi, troviamo i seguenti:
Tolleranza e dipendenza
Tolleranza al farmaco significa che l’organismo diventa immune a esso. In tal senso, il medicinale non produrrà l’effetto previsto. Questo fatto può anche rendere necessario l’aumento della dose e della durata del trattamento.
In altri casi il farmaco diventa un placebo a cui l’organismo reagisce. Una volta abituatosi a esso, il corpo non sa più come reagire. Ciò può ingenerare una sorta di dipendenza.
Può interessarvi anche: Farmaci analgesici: tipi e meccanismi d’azione
Altri effetti
Frustrazione
Gli effetti degli psicofarmaci si manifestano nel lungo termine e, spesso, la lentezza del processo genera ansia e frustrazione nel paziente.
Si dovrà essere pazienti e consapevoli che gli effetti si inizieranno a notare dopo 10-15 giorni. È del tutto normale. Purtroppo, non ci si può aspettare risultati più rapidi.
Alterazione della chimica cerebrale
Alcuni specialisti come Irving Kirsch, prestigioso ricercatore dell’Università di Hull (Regno Unito), hanno indicato che l’uso degli antidepressivi può alterare la chimica del cervello.
Altre complicazioni fisiche
Infine, gli psicofarmaci possono causare anche complicazioni di tipo fisico. Tra queste ricordiamo:
- Disfunzioni sessuali
- Vertigini e nausea
- Sbalzi di peso o di pressione
- Stitichezza
Se state pensando di iniziare a ricorrere a questo genere di farmaci, vi consigliamo di cercare delle alternative naturali e meno aggressive.
Se il ricorso alla chimica è strettamente necessario, ricordatevi che dovrete sempre farvi seguire da uno specialista. Solo il medico saprà come intervenire in ogni circostanza.
Bibliografia
Tutte le fonti citate sono state attentamente esaminate dal nostro team per garantirne la qualità, affidabilità, rilevanza e validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- Santarelli, L., Saxe, M., Gross, C., Surget, A., Battaglia, F., Dulawa, S., … Hen, R. (2003). Requirement of hippocampal neurogenesis for the behavioral effects of antidepressants. Science, 301(5634), 805–809. https://doi.org/10.1126/science.1083328
- Serretti, A., Drago, A., & Liebman, M. N. (2009). Pharmacogenetics of antidepressant response. In Biomarkers for Psychiatric Disorders (pp. 315–353). Springer US. https://doi.org/10.1007/978-0-387-79251-4_14
- Willner, P., Scheel-Krüger, J., & Belzung, C. (2013, December). The neurobiology of depression and antidepressant action. Neuroscience and Biobehavioral Reviews. https://doi.org/10.1016/j.neubiorev.2012.12.007