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Le allergie e le intolleranze presentano alcuni sintomi simili, ma differiscono nel fatto che queste ultime provocano solo un malessere temporaneo e passeggero.
Gli alimenti sono la fonte principale di energie per il corpo. Ogni giorno dobbiamo ingerire diversi gruppi di alimenti per una corretta alimentazione. Tuttavia, molte persone soffrono di intolleranze alimentari e possono avere più difficoltà nel seguire una dieta bilanciata, dal punto di vista nutrizionale.
Dopo aver mangiato un certo alimento, forse vi è capitato di notare dei sintomi spiacevoli. È molto comune ed è per questo che nell’articolo di oggi vi parleremo delle principali intolleranze alimentari e dei sintomi associati a ciascuna.
È importante sapere che intolleranze alimentari e allergie alimentari sono due condizioni distinte. Nel caso delle allergie viene coinvolto il sistema immunitario.
L’intolleranza, invece, è dovuta generalmente alla mancanza dei componenti necessari per la corretta digestione dell’alimento scatenante la reazione, ma senza l’intervento del sistema immunitario.
Tuttavia, esiste un’importante eccezione: il glutine. L’intolleranza al glutine o celiachia, infatti, presenta anche alterazioni del sistema immunitario.
Una persona allergica a un alimento non può ingerirne neanche una minima quantità. Se il soggetto presenta invece una intolleranza alimentare, potrebbe ingerire una piccola quantità dell’alimento in questione, senza conseguenze importanti.
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Anche se alcuni alimenti possono provocare sia allergia che intolleranza, in entrambi i casi si scatenano dei sintomi simili, ma con un’origine diversa. Come abbiamo detto, la reazione allergica ha un carattere immunologico mentre l’intolleranza no.
Nel caso di allergia, i sintomi più comuni sono:
Per quanto riguarda le intolleranze alimentari, invece, queste presentano sintomi simili, ma molto più lievi. Ciononostante, possono essere molto fastidiosi. Fra questi si riconoscono:
I sintomi delle allergie compaiono in genere entro i 30 o 60 minuti dall’ingestione dell’alimento e possono essere anche molto gravi. Al contrario, i sintomi delle intolleranze possono tardare di più a comparire e sono di minore intensità.
Dopo aver esposto le principali differenze fra allergie e intolleranze alimentari, è il momento di presentarvi le intolleranze più comuni.
Questa intolleranza si deve all’incapacità dell’apparato digerente di digerire il lattosio, ovvero lo zucchero presente nel latte. Quest’intolleranza alimentare è causata dalla scarsa produzione da parte del corpo di un enzima chiamato lattasi.
La lattasi è l’enzima incaricato di digerire e, di conseguenza, di garantire il corretto assorbimento del lattosio da parte dell’organismo.
L’intolleranza al lattosio può essere una condizione transitoria o permanente.
Il glutine è una glucoproteina presente in molti alimenti, come il grano, l’avena o l’orzo. Nell’intolleranza al glutine, l’intestino tenue non è capace di digerirlo e, di conseguenza, si produce una reazione infiammatoria a livello intestinale. Questo tipo di intolleranza è permanente e dura per tutta la vita.
È un’intolleranza alimentare di base autoimmune i cui principali sintomi sono i seguenti:
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Questa patologia consiste nell’intolleranza allo zucchero raffinato. Si deve alla mancanza di un enzima denominato saccarasi. Questo deficit rende difficile la corretta digestione del saccarosio. La conseguenza diretta è la comparsa di sintomi comuni come diarrea, flatulenza o dolori addominali.
Il fruttosio è lo zucchero presente nella frutta, in alcune verdure e nel miele. Se l’intestino è incapace di digerire questo tipo di zucchero, noterete i sintomi tipici delle intolleranze alimentari dopo aver ingerito gli alimenti citati.
È molto importante rivolgervi a uno specialista se avete il sospetto di soffrire di un’intolleranza alimentare. Questa condizione, infatti, può causarvi molti problemi di salute, a causa del mal assorbimento dei nutrienti necessari per il corretto funzionamento dell’organismo.
In alcuni casi, si rendono necessari studi specialistici che verranno raccomandati dal medico di fiducia per individuare l’agente scatenante del disturbo e seguire un trattamento adeguato.