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La bronchite può presentarsi in forma acuta o cronica. In base al quadro clinico, questa malattia può essere considerata contagiosa o non contagiosa. Continuate a leggere per capire perché.
La bronchite è una patologia potenzialmente contagiosa e caratterizzata da infezione delle vie respiratorie inferiori. Si verifica quando i bronchi dei polmoni si infiammano a causa di un’infezione o per altri motivi, come il tabagismo o l’inalazione prolungata di polveri e gas tossici.
Bisogna distinguere tra due tipi di bronchite: cronica e acuta. Secondo studi epidemiologici, la prima, dalla natura prolungata e di difficile approccio, può colpire fino all’11% della popolazione tra i 20 e i 70 anni di età.
Per questo motivo, è normale chiedersi se la bronchite è contagiosa. A seguire cercheremo di dare una risposta a questo interrogativo.
Come anticipato, esistono due tipi di bronchite. Per riassumere, la bronchite acuta è contagiosa, mentre quella cronica non lo è. Continuate a leggere, perché questa affermazione richiede una lunga lista di precisazioni di cui tenere conto.
Secondo fonti bibliografiche, oltre 10 milioni di persone negli Stati Uniti si rivolgono ogni anno al proprio medico per richiedere una consulenza su questa malattia. Dunque, potremmo affermare che si tratta di una patologia piuttosto comune.
Così come affermato da altre fonti attendibili, gli agenti infettivi responsabili della bronchite acuta sono nel 90% dei casi virus (adenovirus, virus dell’influenza, virus parainfluenzali, VRS, rinovirus, bocavirus, coxsackie o herpes simplex); nel restante 10% dei casi si tratta di batteri (spicca lo Streptococcus pneumoniae). Si tratta pertanto di una patologia contagiosa.
Secondo gli studi citati, proprio perché associate a infezioni virali, le bronchiti acute seguono uno schema di stagionalità. Vale a dire che si presentano molto spesso nei mesi invernali, in quanto i climi freddi e secchi sono correlati a un maggiore contagio virale.
Prendiamo a esempio il virus dell’influenza, che presenta un indice di riproduzione di base, detto R0, attorno all’1,3 (secondo quanto riportato dal New York Times). Ciò significa che una persona infettar trasmette la malattia ad altre 1,3 persone. La bronchite acuta è soggetta a questi parametri epidemiologici.
Secondo la Mayo Clinic, i sintomi della bronchite acuta si possono riassumere nella seguente lista:
Bisogna dire che questa variante della bronchite è per natura autolimitante; questo significa che passa da sola dopo 10-14 giorni dalla comparsa dei primi sintomi.
Sebbene sia associata soprattutto ad agenti patogeni, la bronchite acuta può essere dovuta anche a processi non infettivi (allergie, inalazioni o reflusso gastroesofageo). Proprio per questo, non tutti i casi di bronchite acuta sono contagiosi, ma la maggior parte sì.
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In questo caso ci troviamo dinnanzi a una patologia a lunga durata, caratterizzata da un’infiammazione ricorrente delle vie aeree, con danni secondari. Come spiega Il National Hearth, Lung and Blood Institute (NIH), la tosse persiste per diversi mesi. Inoltre, spesso si ripresenta per due o più anni consecutivi.
In questo caso non ci muoviamo nel terreno di agenti patogeni. Fonti come la Mayo Clinic assicurano che fino al 75% dei casi sono associati al tabagismo; altri fattori di rischio possono essere l’asma, la fibrosi cistica, l’età o la predisposizione genetica. Inoltre, di solito rientra nel quadro di una grave infezione che prende il nome di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
Secondo la Biblioteca Nazionale di Medicina degli Stati Uniti (U.S. National Library of Medicine), i sintomi della bronchite cronica sono più gravi e duraturi di quelli della variante acuta. Tra questi si trovano:
Nonostante questa patologia sia associata ad agenti non infettivi, non sempre è così. La bronchite cronica può essere causata anche da vari microrganismi, come lo Streptococcus pneumoniae, l’Haemophilus influenzae, Moraxella catarrhalis e Mycoplasma pneumoniae.
Questo rischio è una complicazione che si aggiunge all’infezione delle vie respiratorie e colpisce soprattutto persone che hanno subito una tracheotomia o immunodepresse.
Per rispondere alla domanda iniziale, ovvero se la bronchite è contagiosa, la risposta è chiara: la variante acuta è in genere di natura infettiva, dunque contagiosa, a differenza di quella cronica. Le misure di prevenzione dipenderanno dal tipo da cui stiamo cercando di tutelarci.
A ogni modo, la Mayo Clinic ha raccolto alcune considerazioni generali di cui tenere conto. Alcune di queste sono le seguenti:
Queste misure sono atte a prevenire la bronchite acuta, per natura più infettiva. Per prevenire una bronchite cronica, è chiaro che non fumare è la migliore misura preventiva.
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A differenza di quanto si possa pensare, i due tipi di bronchite non si distinguono a seconda dell’agente che le cause, bensì per la durata dell’infiammazione dei bronchi.
Proprio per questo, non tutti i casi acuti sono causati da patogeni né tutti quelli cronici lo sono dal fumo. Esistono delle eccezioni, sebbene di solito i virus dell’influenza siano associati alla variante acuta.
In presenza di tosse grassa recidiva, con una durata superiore alle due settimane, bisogna rivolgersi al medico. Il professionista formulerà una diagnosi di bronchite cronica o di altre patologie delle vie respiratorie superiori.