La coda vestigiale nell'uomo: di cosa si tratta?

La coda vestigiale è una delle anomalie più rare al mondo. Si ignora con esattezza la causa, ma si crede sia dovuta ad alterazioni genetiche.
La coda vestigiale nell'uomo: di cosa si tratta?
Mariel Mendoza

Revisionato e approvato da la dottoressa Mariel Mendoza.

Ultimo aggiornamento: 11 gennaio, 2023

La coda vestigiale è un’anomalia fenotipica di cui si conoscono appena 100 casi in tutto il mondo. Si tratta di una delle malformazioni più rare a oggi conosciute.

Questa protuberanza cresce all’estremità dell’osso sacro, all’altezza del coccide, e normalmente è composta da tessuto connettivo, muscoli, vasi sanguigni, nervi e pelle. Talvolta contiene anche strutture più complesse come vertebre o cartilagini.

La coda vestigiale viene di norma rimossa alla nascita, a volte però non è possibile procedere con l’intervento chirurgico. Molti casi di coda vestigiale sono stati relazionati alla spina bifida, un difetto congenito per cui i canali della spina dorsale non si chiudono del tutto durante lo sviluppo del feto.

Secondo gli esperti, inoltre, le probabilità di coda vestigiale sono due volte maggiori negli uomini rispetto alle donne. Scopriamo di più.

Cause della coda vestigiale nell’uomo

Genoma umano e DNA.

Non si conosce con esattezza la causa di questa rarissima malformazione. Gli scienziati, tuttavia, ritengono dipenda da una mutazione genetica che riattiva un carattere nascosto del nostro genoma, normalmente represso nel nostro sviluppo evolutivo.

Diversi studi e ricerche sembrano rafforzare questa teoria. Sono stati studiati i geni responsabili dello sviluppo della coda nei topi e in altri vertebrati al fine di dimostrarne la presenza nel genoma umano.

Sebbene presente nei nostri geni, l’essere umano non sviluppa più la coda a causa di un fenomeno chiamato apoptosi cellulare, ovvero la morte delle cellule destinate a formare questa protuberanza.

In altre parole, pur avendo la possibilità di sviluppare la coda vestigiale, il nostro  organismo “annulla l’ordine” in partenza. A conferma della presenza del gene, tra le 4 e le 8 settimane di gravidanza si può osservare una coda nel piccolo feto. I rari casi di coda vestigiale nell’essere umano hanno aperto il dibattito nel mondo della medicina e dell’evoluzione.

Caratteristiche

Il gene della coda vestigiale.

Nonostante il  nome, nella maggior parte dei casi non si tratta di una vera e propria coda. Quest’ultima, come quella di cani o gatti, è formata da ossa, cartilagini, midollo osseo e muscoli specifici che ne consentono il corretto movimento.

Nei casi umani descritti, invece, non esistono strutture così complesse; i pochi muscoli di cui è composta, essendo sprovvisti di ossa a cui unirsi, non riescono a contrarsi o muoversi in modo coordinato come quella di qualsiasi animale. Nello specifico, la coda vestigiale nell’uomo è formata da:

Tutte queste strutture permettono al bambino di muovere e contrarre la sua protuberanza a piacimento, pur senza alcuna coordinazione e con molte limitazioni.

D’altra parte, le dimensioni della coda vestigiale variano a seconda dei casi. La più lunga mai registrata apparteneva a un ragazzo dell’allora Indocina Francese, che vantava una coda vestigiale di ben 229 mm.

Molto spesso è difficile determinare la differenza tra la spina bifida e la coda vestigiale. Citiamo in particolare il caso di un ragazzo indiano di nome Chandre Oram diventato famoso per la sua lunga coda. Si è poi scoperto, tuttavia, che si trattava di spina bifida.


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