La dieta carnivora: in cosa consiste?
In questo articolo vi spieghiamo in cosa consiste la dieta carnivora, stile alimentare sempre più diffuso. Molti consumatori affermano di aver notato diversi benefici in termini di benessere, ma è davvero così.
Come vederemo nelle prossime righe, tuttavia, questo regime alimentare non è supportato da vere e proprie prove scientifiche.
Dieta carnivora: un regime alimentare molto rigido
Il problema principale delle diete restrittive è che riescono ad affascinare molto persone con messaggi spesso non del tutto vero. Mentre alcune sono dettati da motivazioni etiche, come la dieta vegana, altre premono sull’estetica e assicurano un rapido dimagrimento.
La dieta carnivora è tra queste, e si tratta di uno stile alimentare opposto al veganesimo in quanto prevede il consumo di alimenti di origine animale. Le varianti più rigide prevedono il solo consumo di carne rossa e di acqua. Si tratta di un protocollo eccessivamente restrittivo, che esclude gli alimenti di origine vegetale e il pesce, con possibili deficit nutrizionali.
Il consumo di carne offre diversi macronutrienti, a esclusione dei carboidrati. Nonostante ciò, in assenza di varietà è facile incorrere in carenze nutrizionali di diverso tipi.
Ecco che il consumo esclusivo di carne provoca un deficit di fitonutrienti, sostanze antiossidanti e antinfiammatorie che risultano essenziali per la nostra salute.
La letteratura scientifica conferma il bisogno di includere questi nutrienti alla dieta con regolarità, in modo da prevenire le malattie croniche. È stato dimostrato, inoltre, che riducono il rischio di patologie degenerative associate all’invecchiamento.
Eliminare gli antiossidanti dalla dieta risulta altamente controproducente. In aggiunta, sono importanti quando si esegue attività fisica, in quanto riducono i danni muscolari e ne favoriscono il recupero. Consumare esclusivamente carne significa seguire una dieta restrittiva, che in pochi casi è consigliabile.
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Argomenti a favore della dieta carnivora
Chi è favorevole alla dieta carnivora sostiene la tesi secondo cui la carne rossa e le interiora siano alimenti a elevata concentrazione nutrizionale, in grado di apportare al corpo tutte le sostanze di cui ha bisogno. Il consumo di carboidrati, a loro avviso, sarebbe nocivo e causerebbe non pochi problemi.
Per quanto di certo gli zuccheri semplici aumentino il rischio di malattie metaboliche, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Critical Reviews in Clinical Laboratory Sciences, il consumo di carboidrati complessi è consigliato in molti casi. Per esempio, quando si fa sport ad alta intensità, che richiede uno sforzo anaerobico.
A sostegno della dieta carnivora vi sono anche le testimonianze di chi l’ha seguita, secondo cui si verifica un calo dei disturbi gastrointestinali e del gonfiore addominale. Questo perché si tratta di un piano alimentare con scarsa presenza di fibre.
Le fibre, però, sono indispensabili perla salute e per la peristalsi intestinale. Vero che chi soffre di un’eccessiva proliferazione batterica intestinale dovrebbe ridurne il consumo, ma si tratta di un caso isolato.
Come è noto, elevate quantità di fibre potrebbero provocare la proliferazione di batteri patogeni, e conseguente malessere che rientrano nel quadro di un disturbo noto agli esperti come SIBO. In questo quadro clinico, ridurre momentaneamente il consumo di fibre potrebbe essere d’aiuti, ma si sconsiglia di eliminarle per sempre.
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La dieta carnivora è sostenibile?
Per quanto seguire la dieta carnivora per un periodo di tempo limitato potrebbe apportare benefici ai pazienti con la sovracrescita batterica intestinale, stiamo parlando di un tipo di alimentazione che non può essere portata avanti molto a lungo. Gli effetti a breve e a medio termine sono evidenti.
La dieta chetogenica, anch’essa restrittiva, è stata oggetto di studio ed è stata definita sicura, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista World Journal of Pediatrics. Eppure la dieta carnivora va ben oltre.
La sua rigidità in termini di fitonutrienti può provocare disturbi di salute gravi. Questo, tralasciando la scarsa adesione che potrebbe riscontrare un piano alimentare in questo stile, che permette solo di consumare una piccola varietà di alimenti.
Per questo motivo, l’opinione internazionale sconsiglia l’applicazione di questa dieta così restrittiva in qualunque delle sue varianti. Ridurre il consumo di carboidrati può essere consigliato a molte persone, ma per un breve periodo e nel quadro di un piano alimentare variegato, ricco di pesce e di alimenti di origine vegetale.
Il consiglio è di evitare sempre le diete restrittive
Le diete rigide promettono risultati rapidi in quanto a dimagrimento e migliori condizioni di salute. A volte si basano anche su motivazioni etiche.
Una dieta restrittiva, tuttavia, si traduce in un minore apporto nutrizionale, il che può causare carenze a breve e a lungo termine. Ciò spiega perché è bene evitare piani alimentari di questo tipo, in favore di diete varie ed equilibrate dal punto di vista calorico. Se avete dubbi in merito, consultate un nutrizionista o un dietologo.
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