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La malattia di Lyme: caratteristiche e trattamento
28 Settembre 2020
La malattia di Lyme inizialmente provoca solo un eritema cutaneo. Se non curata, tuttavia, può causare gravi complicazioni. Ne parliamo in questo articolo.
La malattia di Lyme è stata individuata per la prima volta nel 1975. Si tratta di un’infezione causata da un batterio del genere Borrelia che viene trasmessa attraverso la puntura delle zecche.
Affinché il contagio avvenga, quindi, è necessario il contatto con questi artropodi. Di solito, è più comune in zone di campagna, in presenza di boschi e di fitta vegetazione. Ciò non significa, però, che tutte le zecche siano responsabili del contagio della malattia di Lyme.
In caso di intervento tardivo, si va incontro a gravi complicazioni neurologiche. Il trattamento farmacologico varia a seconda dell’età e della gravità della patologia. In questo articolo vi spieghiamo tutto quello che c’è da sapere su questa malattia.
Prima di iniziare a parlare della terapia specifica per la malattia di Lyme, desideriamo spiegare a grandi linee di cosa si tratta. Come già detto, è un’infezione causata da un batterio trasmesso attraverso la puntura di alcune zecche.
Dopo essere stati punti, compare un piccolo rigonfiamento sull’area interessata, che però scompare nei giorni successivi. Tempo dopo, tende a comparire uno sfogo o eruzione cutanea che si espande a poco a poco. Questo sfogo non prude e non fa male, ma si sposta (i medici lo chiamano “eritema migratorio”).
Molte persone accusano malessere generale, febbre e mal di testa. Il problema principale è rappresentato dal fatto che le complicazioni sorgono persino anni dopo la scomparsa delle prime manifestazioni.
In molti casi si presentano dolori articolari, soprattutto alle ginocchia. Il paziente può aggravarsi e contrarre la meningite, soffrire di paralisi in un lato del volto o debolezza agli arti. In alcuni casi il ritmo cardiaco subisce un’alterazione e si verifica un deterioramento della memoria.
I segni delle punture delle zecche svaniscono nel giro di pochi giorni, ma le complicazioni possono insorgere anche mesi o anni dopo.
Bisogna trattare la malattia di Lyme sin dalle primissime fasi al fine di prevenire le complicazioni descritte. Trattandosi di un’infezione batterica, vengono prescritti farmaci antibiotici.
Sia il trattamento scelto sia i risultati ottenuti dipenderanno dalla gravità dell’infezione e dalla fase in cui si trovava al momento della diagnosi. È quanto spiegato in un articolo pubblicato sull’Acta de Medicina Colombiana, in cui si afferma che nelle fasi avanzate della malattia la terapia non darà risultati evidenti.
Trattamento della malattia di Lyme nelle prime fasi
Quando l’infezione viene diagnosticata tempestivamente, la terapia viene somministrata per via orale. Gli antibiotici più spesso impiegati in questi casi sono le tetracicline e, in particolare, la doxiciclina. Il dosaggio è di 200 milligrammi al giorno per un periodo che va dai 21 ai 30 giorni.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Medicina de Familia, in alcune situazioni particolari non è possibile somministrare la doxiciclina; è il caso dei bambini o delle donne in gravidanza. Nel caso dei minori al di sotto dei 9 anni, si consiglia la somministrazione di un altro antibiotico, come la penicillina.
D’altronde, per le donne in gravidanza o in fase di allattamento l’ideale sarebbe ricorrere all’amoxicillina o alla cefuroxima. Le più recenti pubblicazioni sostengono che anche una terapia di durata inferire a 21 giorni è efficace.
In caso di diagnosi tardiva e di lesioni in stato avanzato, verranno somministrati altri farmaci, in genere la doxiciclina. Il farmaco viene iniettato per endovena o per un periodo prolungato perché l’infezione è penetrata nei tessuti e si è diffusa.
La stessa procedura vale in caso di complicazioni, soprattutto se coinvolgono il sistema nervoso centrale. Come anticipato, potrebbe verificarsi una paralisi facciale o la meningite. Anche in questo caso si procederà con la somministrazione di antibiotici endovena.
I farmaci più usati in caso di complicazioni sono le cefalosporine. Pur in presenza di prognosi favorevole, l’approccio deve essere stabilito nel più breve tempo possibile per evitare che i sintomi si protraggano a lungo termine.
Poiché la malattia viene trasmessa attraverso le zecche, il contagio è più comune in estate e in aree di campagna.
La terapia applicata in caso di malattia di Lyme va iniziata tempestivamente, perché il rischio di complicazioni neurologiche o articolari è elevato. I farmaci somministrati sono gli antibiotici.
Quando l’infezione viene rilevata in fase iniziale e le manifestazioni sono di lieve entità, si tende a somministrare doxiciclina per via orale. Ciononostante, per i bambini e per le donne in gravidanza è meglio optare per le penicilline, come la amoxicilina. Nelle fasi successive i farmaci andranno somministrati per endovena.
Risulta fondamentale prevenire la patologia evitando gli ambienti in cui sono più presenti le zecche, eliminando questi insetti dalla casa e prendendo le dovute precauzioni nei luoghi di villeggiatura estivi o in campeggio. Poche e semplici misure riducono il rischio di ammalarsi.
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