La metastasi cerebrale è il tumore cerebrale più frequente e rappresenta una vera sfida per i medici. Costituisce, infatti, circa il 90% dei casi di tumore al cervello.
Si stima che tra il 10 e il 40% dei malati di cancro sviluppi metastasi cerebrali. L’incidenza è in aumento per via della maggiore sopravvivenza media grazie alle terapie attuali.
I tumori hanno una diversa capacità di metastatizzare nel cervello e devono essere in grado di penetrare la barriera emato-encefalica, che ricopre e protegge il cervello.
La metastasi è una caratteristica delle cellule tumorali che consiste nella capacità di invadere i tessuti più vicini, ma anche distanti dal tumore primario. In altre parole, le cellule tumorali possono migrare verso altre parti del corpo e provocare un altro tumore.
Le manifestazioni cliniche della metastasi cerebrale sono diverse e dipendono dall’area interessata, nonché dal rischio associato di crisi convulsive.
Cause della metastasi cerebrale
La metastasi cerebrale avviene generalmente per diffusione ematogena, ovvero le cellule tumorali raggiungono il cervello e vi si diffondono attraverso il sangue.
In tal senso, è interessante notare che la distribuzione delle metastasi cerebrali è proporzionale all’irrorazione sanguigna dell’area in questione, trovandosi localizzata secondo le seguenti percentuali:
- 80% delle lesioni nel cervello.
- 15% nel cervelletto.
- 5% nel tronco cerebrale.
Affinché le cellule tumorali possano diffondersi nel cervello, prima devono invadere la parete arteriosa a partire dal tumore primario. In questo modo, le cellule tumorali possono staccarsi ed entrare nel flusso sanguigno.
Una volta che la cellula o le cellule sono penetrate nel sangue, devono poter aderire ai vasi del cervello oltrepassando la barriera emato-encefalica.
Quest’ultima, insieme all’assenza di un sistema linfatico, offre al cervello una importante protezione contro l’ingresso di farmaci e microrganismi, ma non è sempre in grado di impedire l’accesso di determinate cellule.
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In che modo le cellule cancerogene attraversano la barriera emato-encefalica?
I meccanismi utilizzati dalle cellule cancerogene per attraversare la barriera emato-encefalica sono ancora oggetto di studio. Tuttavia, è stato dimostrato che ne esistono due:
- Para-cellulare, vale a dire, attraverso le cellule della barriera stessa. Per fare ciò, le cellule devono distruggere l’unione tra le cellule della barriera e possedere determinate proteine e mediatori infiammatori.
- Trans-cellulare, ovvero causando la morte diretta delle cellule della barriera.
Cosa succede una volta attraversata la barriera emato-encefalica?
Quando si trovano all’interno del cervello, le cellule passano alla microvascolatura e da lì si espandono nel tessuto.
La sopravvivenza e la proliferazione da quel momento in poi dipende dalla capacità delle cellule di mantenere un adeguato apporto di ossigeno e di sostanze nutritive, il che spiega perché queste cellule maligne rimangano vicine ai vasi sanguigni.
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Trattamento della metastasi cerebrale
Se il paziente soffre di mal di testa, nell’ambito di un normale trattamento è necessario eseguire un esame diagnostico per immagini, così da poter escludere eventuali complicazioni che richiedano un intervento chirurgico.
Per quanto riguarda il trattamento specifico della metastasi cerebrale, possiamo menzionare le seguenti opzioni:
- Rimozione chirurgica: consiste nella rimozione del tumore attraverso piccole incisioni. Viene eseguita mediante vitrectomia. Presenta una serie di vantaggi come quello di poter eliminare gli effetti della massa, rimuovere la fonte di edema e aumentare l’aspettativa di sopravvivenza globale rispetto alla sola radioterapia.
- Radioterapia: è considerato il trattamento d’elezione quando il carico tumorale è elevato. Si è rivelata utile anche come coadiuvante del trattamento chirurgico, riducendo significativamente l’incidenza delle recidive.
- Radiochirurgia stereotassica: consiste nell’alta somministrazione di radiazioni. Tale trattamento ha mostrato una più elevata sopravvivenza e una minore recidiva nei pazienti con lesione; e anche un migliore controllo locale, ma non una differenza significativa nella sopravvivenza in pazienti con 2 o 3 lesioni.
- Chemioterapia: le metastasi cerebrali sono generalmente refrattarie alla chemioterapia. Tuttavia, l’integrazione di nuove alternative terapeutiche, come gli agenti bersaglio e gli inibitori dei punti di controllo immunitario, hanno intensificato la ricerca in questo settore.
Conclusione
Le metastasi cerebrali rappresentano circa il 90% dei casi totali di tumore al cervello. È essenziale effettuare una diagnosi tempestiva per poter contrastare il decorso della malattia.
Oggigiorno esistono diversi trattamenti che offrono risultati sempre migliori. Tuttavia, la metastasi cerebrale è un tumore molto aggressivo e sono necessari ancora numerosi studi in questo campo.
Bibliografia
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