Il termine pielonefrite viene utilizzato, in generale, in riferimento a un disturbo delle vie urinarie superiori. In tal senso, indica un’infezione che colpisce quest’area e che interessa anche il bacino e il parenchima renale.
Nelle sue fasi iniziali si sviluppa nell’uretra o nella vescica per diffondersi successivamente ai reni. Al contrario di questo disturbo, le infezioni del tratto urinario inferiore tendono a verificarsi molto più spesso.
Come per molti altri disturbi clinici, anche in questo caso sussistono dei criteri di classificazione basati sulla durata della malattia. La pielonefrite può svilupparsi in modo improvviso e in un breve lasso di tempo. Tuttavia, l’infezione può anche perdurare nel tempo rendendo difficile il trattamento e pregiudicando la qualità di vita del paziente.
A ogni modo, spetterà al medico individuare i sintomi più caratteristici. In tal senso, una volta valutate le condizioni di salute del paziente, sceglierà il trattamento più appropriato al singolo caso.
Qual è la causa della pielonefrite?
Trattandosi di un’infezione, l’origine risiede nella proliferazione di microrganismi patogeni. In tal senso, gran parte dei casi clinici è relazionata a un’infezione di origine batterica.
D’altro canto, la pielonefrite può essere causata anche dalla presenza di microrganismi resistenti a determinati farmaci o dovuta a ceppi meno frequenti.
In presenza di un disturbo medico, di norma si manifestano alcuni sintomi. L’analisi di questi guida lo specialista nella corretta identificazione della causa soggiacente. Nel caso specifico, tra i sintomi più frequenti della pielonefrite troviamo:
Febbre, variabile per intensità.
Brividi o tremori in diverse zone del corpo.
Nausea e vomito
Inappetenza. Riferita a una riduzione del senso di fame che può portare a un involontario dimagrimento in un breve periodo di tempo.
Cefalea o forte mal di testa.
Fastidi di una certa intensità nella zona lombare, che possono anche diffondersi ad altre aree come l’addome o l’inguine.
Bruciore e fastidio durante la minzione. L’urina può anche essere espulsa in quantità minori rispetto alle condizioni normali. Il paziente può avere la sensazione di non aver terminato la minzione o avvertire l’urgenza di recarsi al bagno.
Alterazioni nelle caratteristiche delle urine. Per esempio, la presenza di sangue, pus, colore e odore diversi.
Di norma, lo specialista prescrive una serie di esami clinici per risalire alla causa scatenante. Questi includono anche la valutazione dei sintomi sviluppati dal paziente.
A ogni modo, le opzioni di trattamento verranno pianificate in base alle esigenze del singolo paziente e al quadro clinico. In tal senso, tra le linee guida o le raccomandazioni legate al trattamento della pielonefrite possiamo trovare:
Terapia antibiotica. Con essa si combattono i batteri che causano il disturbo. Nei casi più complicati, può anche essere previsto il ricovero ospedaliero per agevolare la guarigione. Il ricovero è necessario in caso di aggravamento della malattia o quando la somministrazione orale non è sufficiente.
Riposo o riduzione temporanea di attività fisiche intense.
Somministrazione di farmaci per curare la sintomatologia; come nel caso di febbre intensa e di nausea frequente.
Seguire un’alimentazione sana e bilanciata che includa adeguate quantità di liquidi.
Per accelerare la guarigione, è importante seguire tutte le indicazioni e i trattamenti prescritti dallo specialista. In questo modo, sarà anche possibile evitare eventuali complicanze, sebbene ciò dipenderà dal singolo quadro clinico.
Infine, è importante segnalare che in caso di sintomi o del sospetto di pielonefrite, è fondamentale consultare tempestivamente il medico per sottoporsi a un controllo.
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