Ridurre il consumo di sodio è inevitabile per le persone con problemi di salute cardiovascolare. Il sodio è tra i minerali più abbondanti nell’organismo e svolge diverse funzioni importanti, tra cui assicurare la trasmissione degli impulsi nervosi.
Un suo consumo eccessivo, tuttavia, è controindicato, soprattutto nei soggetti ipertesi. Per tale ragione, in questo articolo condividiamo alcuni consigli per ridurre il consumo di sodio nell’alimentazione. Mettendoli in pratica, noterete miglioramenti nella salute a medio e lungo termine.
Ricordiamo che questi suggerimenti sono rivolti a chi presenta problemi a causa dell’ingestione di tale minerale. Nel caso degli sportivi o delle persone con intensa sudorazione, le indicazioni potrebbero essere diverse.
Come ridurre il consumo di sodio?
Alcuni semplici accorgimenti consentono di ridurre l’eccesso di sodio nell’alimentazione. In caso di dubbi sulla necessità di limitare il consumo di questo minerale, è sempre preferibile consultare uno specialista, il quale potrà aiutarvi a pianificare la dieta più adatta al vostro caso.
1. Attenzione ai cibi in conserva
I sottaceti e i cibi in conserva in generale sono un’ottima alterativa per avere sempre a disposizione alimenti fuori stagione o per aumentarne la durata. Sono un modo gustoso e conveniente per consumare le verdure tutto l’anno.
I legumi in scatola, ad esempio, rientrano nella classificazione degli alimenti processati sani. Il loro consumo regolare garantisce un adeguato apporto di fibre, che è direttamente collegato a una migliore salute intestinale. Lo afferma una ricerca pubblicata sull’International Journal of Clinical Practice, la quale ne riconosce i benefici per i problemi di transito intenstinale nelle persone anziane.
Sottaceti e conserve, però, contengono spesso elevate quantità di sodio che potrebbero rivelarsi dannose per alcuni soggetti. Gli esperti associano l’assunzione di questo minerale a un aumento della pressione sanguigna, sebbene recenti articoli scientifici mostrino alcune discordanze in merito.
Ad ogni modo, fino a quando non verrà stabilito il contrario, le indicazioni mediche prevedono la riduzione di sale nei pazienti ipertesi.
Può interessarvi anche: Cibi in scatola: consumare il liquido di conservazione?
2. Ridurre il consumo di sodio eliminando le salse
Le salse contengono sale in abbondanza. Quando risulta necessario ridurre il consumo di sodio, si consiglia di eliminarle dalla dieta.
Il vero problema, tuttavia, riguarda l’eccessivo apporto calorico di queste preparazioni. In alcuni casi, la presenza di grassi trans nella loro composizione è un ulteriore fattore negativo. Questi grassi sono legati a un maggiore rischio di sviluppare malattie infiammatorie croniche, secondo quanto riporta l’articolo pubblicato sulla rivista BMJ.
Se proprio non riuscite a farne a meno, vi consigliamo di prepararle in casa. Nel caso in cui vogliate acquistare prodotti industriali, dovrete verificare gli ingredienti riportati sull’etichetta ed evitare quelle che contengono eccessive quantità di sodio, grassi trans e additivi. È bene informarsi al riguardo e consultare le tabelle nutrizionali che accompagnano il prodotto.
Leggete anche: Ricetta della salsa tartara e della salsa all’aglio
3. Evitare piatti pronti e da fast food
Le aziende alimentari in genere aggiungono elevate quantità di sodio per rendere i piatti più appetibili. Si consiglia quindi di evitare i prodotti precotti.
Oltre a ciò, i cibi proposti dalle catene di fast food contengono additivi chimici che possono risultare dannosi per la salute. Questi alimenti sono spesso fritti o impanati, due modalità di cottura che ne riducono ulteriormente le qualità nutrizionali.
Per poter pianificare una dieta sana ed equilibrata, bisogna garantire la presenza di alimenti freschi. Al tempo stesso, è consigliabile ridurre il consumo di alimenti trasformati al fine di evitare sostanze potenzialmente dannose per il sistema cardiovascolare.
I nutrizionisti consigliano di ridurre drasticamente il consumo di cibi pronti e fast food in generale, ma soprattutto nei soggetti ipertesi. In questo modo, si evita di ingerire alimenti che alterano l’equilibrio elettrolitico, provocando l’aumento della pressione sanguigna.
Ridurre il consumo di sodio in alcuni casi è inevitabile
Se soffrite di ipertensione arteriosa, lo specialista vi avrà senz’altro consigliato di ridurre il consumo di sodio per prevenire spiacevoli complicazioni. Per tale ragione, è importante tenere conto dei consigli presentati in questo articolo.
Non dimenticate che alla base di una sana alimentazione vi è sempre varietà e, soprattutto, la prevalenza di verdura e prodotti freschi. Cercate di unire una sana alimentazione a regolare attività fisica, così da favorire e mantenere un ottimale stato di salute.
Infine, se siete sportivi e vi allenate all’aperto, consultate un nutrizionista prima di decidere di ridurre il sodio nella vostra alimentazione. In caso contrario, l’equilibrio elettrolitico del corpo potrebbe andare incontro ad alterazioni e, con esso, vi sarà un calo delle prestazioni sportive.
Bibliografia
Tutte le fonti citate sono state attentamente esaminate dal nostro team per garantirne la qualità, affidabilità, rilevanza e validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- Emmanuel A., Mattace Raso F., Neri MC., Petersen KU., et al., Constipation in older people: a consensus statement. Int J Clin Pract, 2017.
- Pathak CM., Ix JH., Anderson CAM., Woodell TB., et al., Variation in sodium intake and intra individual change in blood pressure in chronic kidney disease. J Ren Nutr, 2018. 28 (2): 125-128.
- Souza RJ., Mente A., Maroleanu A., Cozma AI., et al., Intake of saturated and trans unsaturated fatty acids and risk of all cause mortality, cardiovascular disease and type 2 diabetes: systematic review and meta analysis of observational studies. BMJ, 2015.
- Castro-Martínez, María Guadalupe, et al. “Ácidos grasos trans de la dieta y sus implicaciones metabólicas.” Gaceta Médica de México 146.4 (2010): 281-288.
- Pastor-Zarandona, Omar Alonso, and Juan Manuel Viveros-Paredes. “Ingesta de comida rápida y su influencia en la producción de N-aciletanolaminas involucradas en el ciclo hambre-saciedad.” Revista mexicana de trastornos alimentarios 8.2 (2017): 171-184.
- Soto, Juan Ramón. “Tratamiento no farmacológico de la hipertensión arterial.” Revista Médica Clínica Las Condes 29.1 (2018): 61-68.
- Sánchez, Ramiro A., et al. “Guías latinoamericanas de hipertensión arterial.” Revista chilena de cardiología 29.1 (2010): 117-144.