Ruttino dopo mangiato per il neonato: è necessario?

Far fare il ruttino al neonato è una delle tecniche che ogni genitore deve conoscere per aiutare il piccolo a espellere i gas. Se siete alle prime armi, le informazioni che troverete in questo articolo potrebbero risultarvi molto utili.

Madre che fa fare il ruttino al neonato.

L’alimentazione del neonato è una delle più grandi preoccupazioni dei genitori alle prime armi. Questa questione genera spesso diversi inconvenienti che gli adulti non sanno come affrontare, come i ruttini e i gas. Infatti, durante i primi sei mesi di vita, l’accumulo di gas è un fenomeno che si presenta regolarmente e che viene risolto quando i genitori fanno fare il ruttino al neonato.

A volte, però, il sintomo persiste e il non sapere come affrontarlo dà vita a una serie di preoccupazioni. Qual è la causa della presenza di gas nel neonato? È possibile che a provocarli sia una malattia o un problema di salute? Far fare il ruttino al neonato è davvero di aiuto?

Cosa provoca i gas nel neonato?

Allattamento al seno.
Indurre il neonato a fare il ruttino aiuta ad alleviare il fastidio provocato dall’accumulo di gas.

La prima cosa che dovete sapere è che la presenza di gas nei neonati è un fenomeno del tutto normale. Si tratta di una condizione dovuta al comportamento alimentare tenuto dal bebè durante le sue prime settimane di vita e dallo stato dei suoi organi interni. Nella maggior parte dei casi, i gas si generano per le seguenti ragioni:

  • Il suo apparato digerente non è ancora ben sviluppato: quando i neonati raggiungono la fine della gestazione, il loro apparato digerente non si è ancora sviluppato completamente. Anche se i tempi possono variare a seconda dei casi, a partire dai sei mesi questo acquisisce una certa maturità che raggiunge il suo pieno sviluppo solamente all’età di 5 anni. Pertanto, è perfettamente normale che si presentino inconvenienti come la presenza di gas o rigurgiti.
  • Il neonato ingerisce dell’aria, che sia durante il pianto, l’allattamento (soprattutto quando questo avviene tramite biberon) o nel corso della sua alimentazione, perché ingerisce velocemente. Ingerire dell’aria è un fenomeno normale nei neonati, anche se, purtroppo, provoca conseguenze come la presenza di gas. A mano a mano che il piccolo cresce, la quantità di aria che, volontariamente o accidentalmente, raggiunge il suo stomaco diminuisce.
  • Problemi di stomaco: per esempio, la stitichezza, il reflusso gastroesofageo o le coliche. Durante il primo anno di vita i disturbi digestivi sono molto comuni: di conseguenza, i genitori devono imparare ad affrontarli seguendo le raccomandazioni del pediatra.
  • Ipersensibilità o allergie: soprattutto nei confronti degli ingredienti del latte artificiale che vengono aggiunti nel biberon. Le allergie sono meno frequenti dell’ipersensibilità, dal momento che quest’ultima è associata al livello di sviluppo dell’apparato digerente.

Questi sono i quattro principali fattori scatenanti dei gas nel neonato. Naturalmente ne esistono altri, come l’adozione di una postura scorretta durante l’allattamento e una dieta disordinata.

Anche se molti genitori sono convinti che questa credenza sia vera, in realtà gli alimenti ingeriti dalla madre non sono considerati un elemento scatenante di questo e altri problemi analoghi.

Spesso scelgono di adottare delle restrizioni alimentari prive di qualunque giustificazione, soprattutto in merito ai cibi piccanti, acidi o molto freddi. Dal punto di vista scientifico, però, e a meno che a suggerirlo non sia il pediatra, queste restrizioni sono considerate del tutto inutili.

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Segnali che indicano che il bambino può avere dei gas che si sono accumulati

Esistono diversi sintomi che vi avvisano del fatto che il vostro bebè potrebbe avere dei gas. Ricordate che si tratta di una condizione naturale e inevitabile; di conseguenza, se notate spesso questo fenomeno, non c’è alcun motivo di preoccuparsi troppo. Alcuni di questi segnali sono i seguenti:

  • Pianto e comportamento fastidioso: il pianto è l’unico mezzo di comunicazione di cui dispongono i neonati per esprimere i propri sentimenti ed emozioni. Se si presenta immediatamente dopo il pasto ed è accompagnato da un comportamento fastidioso, è possibile che il bambino presenti un accumulo di gas.
  • Eccessiva flatulenza: anche se nei neonati la flatulenza è una condizione del tutto normale, se questa si presenta in quantità elevate dopo l’allattamento, si tratta di un sintomo della presenza di gas nel suo apparato digerente. Per alleviare la pressione, il suo corpo cerca di espellere questi gas mediante le flatulenze.
  • Difficoltà a dormire o a mangiare: le difficoltà a dormire sono un segnale di un gran numero di problemi di salute, così come le difficoltà a mangiare. Tuttavia, se questi inconvenienti si presentano nel contesto adeguato e in compagnia degli altri, è molto probabile che siano dovuti alla stessa origine.
  • Il bambino si contorce e manifesta una sensazione di dolore; inoltre, cerca di sollevare le gambe in direzione del petto. Presenta anche un comportamento irritabile e sembra infelice. I gas producono una sensazione di malessere che provoca tutti questi sintomi.

Inoltre, è possibile che notiate un lieve gonfiore addominale e che il bambino sputi molto frequentemente. Non sempre la somma di questi segnali indica la presenza di un accumulo di gas, dal momento che la maggior parte di essi si manifesta in modo naturale anche quando non vi è alcun un problema sottostante. Lasciare che a interpretarli sia un pediatra è il modo migliore per scartare la possibile presenza di altri problemi di salute.

Come possiamo far fare il ruttino al neonato?

Non esistono evidenze scientifiche secondo le quali far fare il ruttino al neonato riduca significativamente le coliche e il rigurgito. Così, almeno, afferma uno studio condotto nel 2014 su due gruppi di controllo.

Anche se la letteratura medica offre pochi elementi su cui basarsi, non esiste nemmeno alcuna evidenza che indichi che i metodi impiegati sono controproducenti per la salute del bambino.

Tutto ciò è dovuto al fatto che, durante i primi mesi di vita, ruttini o meno, i gas, le coliche e il rigurgito sono un problema del tutto normale. Tuttavia, l’evidenza empirica fornita da molte madri dimostra che l’espulsione dei gas da parte del bambino aiuta a calmarlo, a farlo dormire meglio e a ridurne l’irritabilità.

Pertanto, si tratta di una pratica consigliabile, soprattutto se i sintomi manifestati sono particolarmente evidenti. Tenendo conto di quanto affermato in precedenza, nelle righe che seguono vengono descritte alcune tecniche utili per far fare il ruttino al neonato e alle quali potete ricorrere durante e dopo ogni pasto:

In piedi con un asciugamano sulla spalla

È la posizione classica per far fare il ruttino al neonato dopo il pasto. Dovete mettervi in piedi e collocare il suo mento sulla vostra spalla. È possibile che i ruttini siano accompagnati dal rigurgito di un po’ di latte: per questa ragione, si consiglia di utilizzare un asciugamano, per evitare di macchiare i vestiti. Quando il bambino si trova in questa posizione, procedete nel modo che segue:

  1. Con delicatezza, date dei colpetti sulla sua schiena. Fatelo seguendo una direzione dal basso verso l’alto, in modo da accompagnare il transito del ruttino dall’interno verso l’esterno.
  2. Per raggiunger questo scopo, potete dare tre o quattro colpetti sulla sua parte bassa e poi continuare a salire per uno o due centimetri alla volta, fino a raggiungere l’altezza del suo petto.
  3. Per calmarlo, potete camminare o eseguire qualche movimento che faccia dondolare il bambino.

Non esiste un tempo standard nel quale far fare al neonato il ruttino. Dedicatevi a questa attività fino a quando non riuscite nell’intento; inoltre, se il bambino presenta qualche sintomo di accumulo di gas, fatelo anche a metà del pasto. Fate in modo che il suo corpo si trovi in posizione verticale, per favorire l’espulsione del ruttino.

In posizione verticale per fare il ruttino

Questa tecnica è più comoda se siete alla ricerca di una posizione di riposo. Potete adottarla su una sedia o su una sedia a dondolo (quest’ultima contribuirà a calmare il bebè, se, durante il processo, dovesse sentire fastidio). In questo caso, procederete nel modo seguente:

  1. Fate sedere il bambino sul vostro grembo e mettete il palmo della vostra mano sul suo petto. Inclinate lievemente il suo corpo, in modo che parte del peso ricada sulla mano che lo sostiene.
  2. Con l’altra mano, date dei colpetti delicati sul suo petto. Per farlo, adottate la tecnica descritta in precedenza, eseguendo movimenti dal basso verso l’alto.
  3. Fate molta attenzione per evitare di perdere il controllo del corpo del bambino e di far scivolare la vostra mano all’altezza della sua gola. Continuate fino a quando sono trascorsi due o tre minuti nei quali i piccolo non produce più alcun ruttino.

Se non doveste riuscire a trovare una posizione comoda per voi e per vostro figlio, cercate di farlo sedere sulle vostre ginocchia o su una superficie orizzontale (come un letto). Se all’inizio non succede niente, abbiate un po’ di pazienza: il ruttino ha bisogno di un paio di minuti prima di venire emesso.

Semi-disteso sul vostro grembo

Se le tecniche descritte in precedenza non dovessero produrre alcun effetto, cercate di collocare il bambino a faccia in giù sul vostro grembo. Non deve trovarsi in posizione orizzontale, ma dovete cercare di descrivere un angolo di circa 30 gradi. Il modo migliore per riuscirci consiste nel seguire queste indicazioni:

  1. Mettete il bambino sul vostro grembo e inclinatelo in avanti, imitando l’angolo descritto.
  2. Assicuratevi che in ogni momento la sua testa si trovi al di sopra del suo petto. In questo modo eviterete qualunque problema, se dovesse rigurgitare un po’ di latte o qualche resto di alimento.
  3. Date dei colpetti delicati sulla sua schiena. Fermatevi solamente dopo esservi assicurati che i movimenti non non inducono a emettere ruttini.

Lo svantaggio di questa tecnica consiste nel fatto che non potete rendervi conto della frequenza dei suoi ruttini. Nel primo caso, la bocca del lattante è molto vicina al vostro orecchio, dandovi così modo di sapere che i colpetti che gli state dando stanno producendo l’effetto desiderato. Consigliamo di utilizzare questi metodi nell’ordine in cui li abbiamo presentati, perché questa sequenza è determinata dalla loro efficacia.

Vi consigliamo di leggere anche: Cibi solidi nella dieta del neonato: quando?

Come possiamo aiutare il nostro bebè per risolvere questo problema?

Madre che tiene in braccio un neonato.
Ci sono diverse tecniche per aiutare il neonato a fare il ruttino; tutto dipende dalla comodità del piccolo e dei suoi genitori.

Le tecniche per far fare il ruttino al neonato non sono l’unica soluzione alla quale potete ricorrere per risolvere questo problema. Vi presentiamo ora alcuni trucchi che potete mettere in pratica senza molte difficoltà.

Ricordate, in ogni caso, che si tratta solamente di indicazioni di riferimento. Un pediatra qualificato può suggerire dei trattamenti alternativi basati su una diagnosi più precisa. Ciononostante, non c’è nulla di male nel prendere in considerazione le seguenti misure:

Considerate l’idea di cambiare il tipo di latte artificiale

In molti casi i gas, il reflusso, la stitichezza e le coliche del lattante sono associate al tipo di latte artificiale ricevuto. Con il consenso del vostro pediatra, potete prendere in considerazione la possibilità di usare un prodotto alternativo.

L’uso di alcuni probiotici, come Lactobacillus reuteri, riducono la comparsa dei sintomi descritti in precedenza, come ha dimostrato un esperimento clinico condotto per due anni su 589 lattanti.

Secondo uno studio, anche l’impiego della proteina del latte senza lattosio preaddensato con alcuni composti ha dimostrato di essere efficace nell’evitare episodi di rigurgito. Non cambiate mai il latte artificiale senza prima aver consultato il vostro pediatra, che è l’unica persona che può approvare la sostituzione di quello che utilizzate attualmente.

Richiedete l’aiuto di un consulente in allattamento

Secondo uno studio pubblicato nel 2018, esiste una correlazione tra alcune malattie gastrointestinali, come le coliche e i gas, e l’efficacia dell’allattamento materno.

Piccoli dettagli come la frequenza, l’inclinazione, la postura e l’atteggiamento possono ripercuotersi negativamente sull’organismo del bambino. Un consulente qualificato può aiutarvi offrendovi alcuni consigli su come migliorare l’allattamento materno.

Non esitate a chiedere un aiuto professionale sul modo in cui alimentate il vostro bambino. Un professionista sarà in grado di orientarvi, sulla base delle indicazioni del pediatra e della sua stessa esperienza. Se possibile, assicuratevi che possieda la relativa abilitazione.

Praticate dei massaggi sull’addome del bambino

Si tratta di un’alternativa più divertente del far fare il ruttino al bebè, che lo aiuta a rilassarsi dopo l’emissione dei gas. Potete praticarlo con o senza oli speciali e usarlo come un mezzo per rafforzare il legame che vi unisce a vostro figlio. Eseguite il massaggio in senso orario, con delicatezza e cercando di orientare il ruttino verso l’esterno.

Potete applicare il massaggio del bambino anche ad altre zone del suo corpo, come le braccia, le gambe e le spalle. In questo modo ridurrete l’irritabilità causata dai gas e lo aiuterete a rilassarsi.

La bicicletta per fare il ruttino

È un’altra tecnica che potete applicare insieme ai tentativi per far fare il ruttino al neonato. Ci sono diversi modi per metterla in pratica, anche se quelli che seguono sono i più efficaci:

  1. Fate distendere il vostro bambino in posizione orizzontale, a faccia in giù.
  2. Prendetegli le gambe e imitate il movimento della bicicletta. Fate in modo che gli intervalli siano lenti e che il movimento copra tutta l’estensione disponibile delle sue gambe.
  3. L’alternativa al movimento della bicicletta consiste nel fargli distendere i piedi e poi portarli, ripiegati, fino al suo petto. Mantenete questa posizione per dieci secondi e poi ripetete l’esercizio.
  4. Eseguitelo per 5-10 minuti, due o tre volte al giorno.

Questo piccolo trucco si rivela utile anche per migliorare la stitichezza nei lattanti. Ulteriori tentativi che potete mettere in pratica consistono nel cambiare la tettarella del biberon con una anticolica e fare attenzione al comportamento del bambino quando quest’ultimo inizia a mangiare cibi solidi.

Quando è bene rivolgersi a un medico?

Se i sintomi persistono oltre i sei mesi, la cosa migliore che possiate fare è rivolgervi a uno specialista, che vi darà una diagnosi più precisa. Le allergie o le intolleranze a determinati alimenti possono provocare episodi di questo tipo; problemi che, per poter essere risolti, richiedono l’adozione di un trattamento specifico.

Naturalmente, se effettuate regolarmente tutte le visite dal pediatra durante i primi mesi di vita del bambino, è probabile che il problema possa venire identificato tempestivamente. Ecco perché è così importante rispettare gli appuntamenti stabiliti dal medico e considerarli un impegno irrinunciabile, per il bene della salute del piccolo.

Se i sintomi evolvono verso una gravità maggiore, come presenza di sangue nelle feci o febbre, allora ci si trova di fronte a un segnale di allarme che non dovrebbe essere trascurato. In situazioni come queste, consultate il vostro medico.

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