
Si parla di ipossiemia arteriosa quando la quantità di ossigeno trasportata dalle arterie è più bassa del normale. Si tratta…
La sindrome dell'articolazione temporo-mandibolare può causare dolore cronico acuto, limitare l'apertura della bocca e disagio agli organi vicini. In questo articolo analizziamo come è possibile migliorare i sintomi di disagio che provoca.
La sindrome dell’articolazione temporo-mandibolare è conosciuta anche con il nome di ATM. Corrisponde ad un insieme di disturbi che interessano l’articolazione temporo-mandibolare, che è quella che connette la mandibola al cranio.
Questo disturbo si presenta con un dolore intenso nella zona della mandibola e con un’alterazione dell’articolazione. La sua insorgenza, ha un impatto significativo sulla qualità della vita. Cos’è nel dettaglio questa disfunzione? È possibile alleviare i sintomi che provoca? A continuazione presentiamo alcuni dettagli.
È la giuntura che collega la mandibola al cranio nella regione temporale. Questa articolazione si trova su entrambi i lati del cranio, proprio davanti alle orecchie. La sua funzione è quella di consentire l’apertura e la chiusura della bocca. Questo movimento è consentito grazie ai muscoli masticatori.
Il loro utilizzo è costante durante la giornata, sia che parliamo, mangiamo, sbadigliamo o ridiamo questi muscoli si mettono in funzione. Dato il loro uso intenso, non è insolito vedere disfunzioni articolari negli adulti. Si verificano anche nei bambini, soprattutto dopo i 10 anni.
Come abbiamo già menzionato, si tratta di un insieme di disturbi, e di solito vengono classificati a seconda dell’origine del problema, come muscolare o articolare. In molti casi però, sia l’articolazione che i muscoli masticatori sono coinvolti.
Può essere unilaterale o bilaterale. Si presenta più comunemente nelle donne. Inoltre, l’età di insorgenza più comune è compresa all’incirca tra i 20 e i 44 anni, anche se può verificarsi a qualsiasi età.
Si caratterizza per la presenza di:
Le cause possibili sono diverse. In realtà, spesso sono presenti varie concause. Le più comuni sono:
Spesso per diagnosticare questo disturbo, lo specialista farà un’anamnesi del dolore ed effettuerà un esame fisico della zona, compresa la regione del collo.
A volte sono richiesti degli esami diagnostici per immagini, come una radiografia, una TAC o una risonanza magnetica. Se il medico lo ritiene necessario, eseguirà degli esami del sangue per fare una diagnosi differenziale.
Spesso, per via delle varie concause scatenanti questa sindrome, è necessaria l’assistenza di vari specialisti medici. A volte si tratta di una situazione temporanea, che può anche migliorare senza un trattamento specifico.
Tuttavia, in altri episodi, saranno necessarie misure terapeutiche che possono migliorare il dolore e la scarsa funzionalità delle articolazioni. Possono essere definite come misure conservative, e comprendono quanto segue:
Queste raccomandazioni saranno molto utili, sempre sotto la supervisione di uno specialista. A volte, il medico prescriverà degli antidolorifici e una terapia fisica.
Esistono anche delle stecche occlusive rimovibili che in alcuni casi possono essere utili. D’altra parte, nei pazienti gravi le misure conservative non sono sufficienti e sarà necessario un intervento chirurgico.
Fortunatamente, nella maggior parte dei casi le misure conservative hanno dei buoni risultati. Pertanto la prognosi è positiva. Tuttavia, va chiarito che se la sindrome temporo-mandibolare è causata da neoplasia o da una malattia degenerativa delle articolazioni, la prognosi e la progressione della patologia possono variare.
Considerando quanto sopra, i sintomi possono migliorare o peggiorare a seconda dell’evoluzione della malattia stessa. Per questo motivo, è essenziale fare una buona diagnosi medica e iniziare il trattamento a seconda del caso.