La sindrome di Sinding-Larsen-Johansson è caratterizzata da un dolore localizzato nel polo inferiore della rotula durante l’attività fisica. È accompagnata da infiammazione locale e da intenso dolore quando si tocca l’area interessata.
La sindrome venne descritta da Sinding-Larsen nel 1921 e da Johansson nel 1922. Consiste in un sovraccarico meccanico dovuto a trazione e assomiglia alla sindrome di Osgood-Schlatter.
Nei giovani in fase di crescita è presente un’area chiamata fisi o cartilagine di accrescimento, in cui si trovano le cellule responsabili della crescita dell’osso. Si tratta di un punto debole predisposto a soffrire di diverse patologie.
A causa della trazione ripetitiva dovuta all’azione sportiva, la fisi viene sottoposta a stress che a sua volta provoca infiammazione e dolore.
Diagnosi della sindrome di Sinding-Larsen-Johansson
Per formulare la diagnosi, in genere è sufficiente effettuare un esame fisico. Il dolore può causare impotenza funzionale, che di solito l’adolescente descrive come “non riuscire a saltare”, “non riuscire a colpire con forza la palla”. ecc. Tende a peggiorare con il freddo e a migliorare con il calore.
Tuttavia, in caso di dolore intenso, il giovane può zoppica, il che induce a escludere la presenza di altre patologie. Solo in caso di recidive frequenti, dolore molto inteso o precedente trauma, sarà necessario eseguire una radiografia e valutare la possibilità di un’ecografia.
Fattori di rischio della sindrome di Sinding-Larsen-Johansson
Alcuni fattori di rischio che possono causare questa patologia sono i seguenti:
- Pratica sportiva intensa.
- Sovrappeso oppure obesità.
- Fattori ambientali, come il terreno di gioco.
- Calzature inadeguate.
- Altezza.
- Condizione muscolare ed età.
Nei pazienti che presentano questi fattori di rischio, sono molto frequenti le recidive. È importante poter disporre di un’adeguata diagnosi e spiegare alla famiglia che si tratta di una condizione comune durante la fase della crescita.
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Trattamento della sindrome di Sinding-Larsen-Johansson
Il trattamento ha lo scopo di eliminare il dolore mantenendo, nella misura del possibile, la funzionalità dell’articolazione. Di solito è possibile raggiungere questo risultato attraverso una combinazione di allungamenti, applicazione locale di ghiaccio e farmaci antinfiammatori.
Gli esercizi di stretching devono essere realizzati prima di fare sport. Devono essere eseguiti con i muscoli anteriori e posteriori della coscia, chiamati quadricipiti e ischiocrurali.
Dopo l’attività fisica, va applicato del ghiaccio sulla zona dolorante per 20 minuti. Il trattamento a base di antinfiammatori contribuisce a calmare il dolore.
Nei casi in cui le manifestazioni di dolore sono particolarmente intense, oppure quando non si ottengono miglioramenti con le misure descritte, bisognerà optare per i trattamenti che seguono.
1. Riposo dall’attività sportiva
Astenersi dall’abituale attività sportiva consente un notevole miglioramento. Il ragazzo potrà andare a scuola, ma deve ridurre l’intensità dell’allenamento per circa 10-15 giorni. Grazie a queste misure, il 90% dei casi è destinato a migliorare.
2. Trattamento fisioterapico
Nei casi più difficili o giovani che presentano elevate esigenze di carattere sportivo, la fisioterapia contribuirà a calmare l’infiammazione della zona.
3. Plasma ricco di piastrine
Questo trattamento è ancora oggetto di studio, dal momento che la sua efficacia in questi casi non è ancora nota con esattezza.
Le piastrine vengono ottenute dal sangue del paziente e vengono poi iniettate nell’area interessata; si tratta dunque di un trattamento biologico privo di rischi. Può rappresentare una possibilità in casi molto difficili o che tendono a ripresentarsi spesso.
4. Intervento chirurgico
È estremamente raro ricorrere a tecniche chirurgiche per il trattamento di questa patologia. Vi si opta, di fatto, solo in presenza di complicazioni e, di solito, negli adulti.
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Quando è possibile riprendere l’attività fisica?
Una volta che il dolore è diminuito, è possibile eseguire degli esercizi per il rafforzamento e l’equilibrio in modo da limitare per futuri episodi. Si consiglia di eseguire un allenamento alternato o di dedicarsi ad attività che non richiedano di correre o saltare, come il nuoto o il ciclismo.
La maggior parte degli atleti giovani possono praticare sport accusando un lieve dolore senza che si verifichino lesioni. Ciononostante, la pratica sportiva accompagnata da dolore moderato o forte può aggravare il problema o rendere più difficile il suo trattamento.
Quando si riprende l’attività fisica, può essere utile utilizzare una ginocchiera. Il medico aiuterà a stabilire il momento e le modalità per riprendere l’attività fisica in maniera sicura.
Bibliografia
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