La salute emotiva è come una delicata foglia di cristallo che può rompersi al minimo cambiamento. Non contano le apparenze, i sorrisi o dire “io ce la faccio” o “voglio stare bene”.
Le apparenze più solide racchiudono in realtà complessi mondi interiori. Anche le persone più forti si stancano di esserlo perché, nel loro intimo, quella foglia di cristallo è rotta, in frantumi.
La bella notizia è che la salute emotiva può guarire. Se ci prendiamo cura tutti i giorni di quella foglia, il sole la illuminerà per darle vita in ogni momento.
In questo articolo vi parleremo proprio di questo, ovvero vi invitiamo a stipulare un buon contratto emotivo con voi stessi. Ogni contratto che si rispetti implica un impegno, uno sforzo.
In questo caso, dovete darvi un po’ più di importanza, ascoltarvi, porvi dei limiti e alimentare le radici della vostra autostima. È facile da mettere in pratica: servono solo buona volontà e coraggio. È anche importante individuare il momento in cui la salute emotiva è più vulnerabile. Continuate a leggere per saperne di più!
1. La stanchezza che causa sconforto e malumore
Ci sono molti tipi di stanchezza. La stanchezza fisica è legata a uno sforzo momentaneo o prolungato nel corso della giornata.
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È possibile anche manifestare stanchezza mentale. Abitudini comuni come mantenere la concentrazione per lungo tempo, raggiungere determinati obiettivi o trovarsi in un contesto esigente sono motivo di stanchezza.
Nel nostro caso, ovvero quando si parla di salute emotiva, bisogna considerare questa stanchezza che non ha nulla a che vedere con lo sforzo fisico. Il malessere basato sull’infelicità che si accumula e non viene affrontata. Quello che prima o poi il nostro corpo psicosomatizza.
Lasciarsi trasportare dalle volontà altrui, senza imporre o difendere le proprie, è un altro motivo di stanchezza mentale. Infine, accumulare delusioni e tristezze, senza applicare alcuna strategia di superamento, è stancante. Questi sono, senza dubbio, alcuni segnali da tenere in considerazione per quanto riguarda la salute emotiva.
2. Dire “sì” quando desideriamo urlare “no”
Tutti lo facciamo, in maggiore o minor misura. Ci adattiamo alle opinioni o ai progetti altrui per trovare un equilibrio nel nostro contesto quotidiano.
- Farlo di tanto in tanto per socializzare non ha conseguenze eccessive. Il problema si presenta quando questo comportamento diviene la norma, fino al punto di condurre una vita totalmente contraria ai propri voleri.
- Auto-affermarsi non significa agire con egoismo né con prepotenza. Dire “sì” senza paura e “no” senza sentirsi in colpa è necessario per una buona salute emotiva.
3. Vincoli emotivi che non sono del tutto superati
Ci sono momenti nella vita in cui ci auto-percepiamo come persone felici, come persone competenti in qualsiasi cosa facciamo o portiamo a termine. Tuttavia, sentiamo un vuoto dentro, una spina nel fianco. Non aver superato del tutto il nostro passato emotivo ci impedisce di andare avanti.
- Avere problemi non risolti con la nostra famiglia, il ricordo continuo di rapporti affettivi del passato nonostante siano terminati sono vincoli pieni di dolore.
- Per prenderci cura della nostra salute emotiva, è necessario chiudere con efficacia le fasi passate. In primo luogo, bisogna imparare a perdonare.
- Nonostante perdonare non sia facile, è essenziale. Accumulare odio, rancore o risentimento ci vincola ancora di più a quel passato. Siamo prigionieri del ricordo.
4. Vivere una realtà che non ci rende felici danneggia la nostra salute emotiva
Forse è il lavoro, dove non ci valorizzano, dove non ci sentiamo realizzati o magari sono gli amici, la famiglia o il rapporto di coppia a renderci infelici.
- Ogni giorno tentiamo di convincerci che non dobbiamo sentirci così. Alla fine “nessuno ci fa del male”, “tutti ci rispettano”. Tuttavia, non siamo felici e, per quanto ci sforziamo, questa sensazione non cambia solo perché lo desideriamo.
- Se in questo momento proviamo tale sensazione, dobbiamo fermarci ad analizzare la nostra situazione. Non possiamo avanzare controcorrente quando non ci sentiamo realizzati.
5. La salute emotiva ne risente, se siamo nemici di noi stessi
La nostra salute emotiva non dipende solo da come ci trattano gli altri. A volte siamo noi stessi a sabotarci e ci facciamo del male con i seguenti meccanismi:
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- Quando non ci valorizziamo e ci paragoniamo sempre agli altri.
- Ci sabotiamo quando distruggiamo i nostri sogni, quando ci diciamo “non ce la faccio”, “non lo so” o “il mio treno è già passato”.
- Ci facciamo del male quando vediamo problemi, ma non le soluzioni. Quando vediamo la fine del mondo invece di una nuova occasione.
- Attacchiamo la nostra salute emotiva quando continuiamo ad alimentare rapporti tossici invece di mostrarci coraggiosi e dire addio.
- Siamo noi i nemici di noi stessi quando non ci amiamo come meritiamo, quando ci concentriamo solo sui nostri errori e insuccessi invece di avere fiducia nelle nostre capacità.
In conclusione, ricordate quello che abbiamo detto all’inizio dell’articolo: stabilite un buon contratto emotivo con voi stessi. Questo significa prendervi cura della vostra autostima e permettervi di costruire la vostra felicità. Vale la pena mettere in pratica questo consiglio!
Bibliografia
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- Ferreras, E. (2007). La autoestima. Anales de Mecánica y Electricidad.
- González, E. (2011). Educar en la afectividad. Revista Digital Universitaria.
- EcuRed. (2018). La afectividad. EcuRed.