Soffi al cuore: lettura e interpretazione dei risultati

L'interpretazione dei soffi cardiaci dipende da una serie di caratteristiche che possono contraddistinguerli. Queste emergono durante l'auscultazione del paziente.

Auscultazione dei soffi al cuore

I soffi al cuore spesso portano a richiedere una consulenza presso il reparto di cardiologia pediatrica. La maggior parte dei casi vengono segnalati dal reparto di pediatria del pronto soccorso, e proprio qui emergono i primi dubbi sulla natura del soffio: potrebbe essere funzionale o di tipo organico.

I soffi cardiaci sono la conseguenza di una crisi del flusso sanguigno, che provoca delle onde sonore udibili per mezzo di uno strumento denominato stetoscopio. Alcuni soffi al cuore, di fatto, sono percepibili con l’ascolto diretto.

Eppure, in un bambino che non presenta precedenti simili e che non riporta sintomi di una malattia, la diagnosi può essere eseguita mediante l’auscultazione. La precisione della diagnosi dipenderà in buona parte dell’acutezza del medico che esegue l’auscultazione.

Caratteristiche dei soffi al cuore

I soffi al cuore
I soffi sono il riflesso di squilibri del flusso cardiaco che possono dipendere da diverse cause.

Per interpretare correttamente i soffi al cuore, è importante prestare attenzione ai vari elementi del ciclo cardiaco. Bisogna considerare anche che sia i movimenti respiratori che i cambiamenti di postura e determinate manovre possono dare importanti informazioni.

Quando i soffi al cuore vengono rilevati dall’esame cardiaco, allora bisogna tenere conto di una serie di aspetti che li caratterizzano:

  • Localizzazione nel ciclo cardiaco: bisogna individuare la fase in cui si verificano e associarli a rumori cardiaci. In questo modo, sarà possibile fare una distinzione tra i soffi sistolici, diastolici e continui.
  • Intensità: è possibile classificare i soffi al cuore a seconda della loro intensità. Nonostante sia possibile valutarli sulla base di una scala a 6 gradini, in genere si preferisce una scala a 4 gradi.
  • Localizzazione: è utile individuare il punto di massima intensità del soffio, elemento che spesso offre la giusta direzione alla diagnosi.
  • Irradiazione: si tratta della trasmissione del soffio dal punto di massima intensità verso un’altra zona.
  • Durata: a seconda del tipo di estensione, sistolica o diastolica, si parla di soffi brevi o lunghi.
  • Morfologia: è l’aspetto dinamico del soffio.
  • Timbro: caratteristica di tipo sonoro dovuto alla presenza di armonici o sovratoni musicali, duri, espirativi, ecc.

Classifica dei soffi al cuore a seconda della loro intensità

Come dicevamo, i soffi possono essere classificati secondo 4 gradi:

  • Grado 1/4: percepiti dall’orecchio con una certa difficoltà.
  • Grado 2/4: percepibili mediante il contatto del fonendoscopio sul torace.
  • Soffi di grado 3/4: facilmente udibili, poiché sono intensi.
  • Grado 4/4: sono accompagnati da un fremito o vibrazione palpabile attraverso il torace.

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Tipologie di soffi al cuore

Cattive abitudini e salute cardiaca
Esistono diversi tipi di soffi in base alla fase del ciclo cardiaco interessata.

Soffi sistolici

I soffi sistolici si manifestano in fase sistolica, come indica la denominazione stessa. A loro volta, possono essere classificati in 4 tipologie: pansistolici, eiettivi, protosistolici e meso o telesistolici.

I soffi pansistolici coinvolgono l’intera sistole, senza variarne la morfologia, che è rettangolare. Inoltre, tendono a scomparire per insufficienza delle valvole auricolo-ventricolari, e nella maggior parte delle comunicazioni interventricolari.

D’altra parte, quelli di tipo eiettivo sono soffi romboidali e sono percepibili con auscultazione quando il paziente soffre di estenosi nei tratti di uscita ventricolare o delle valvole polmonari o aortiche.

Per quanto riguarda i soffi protosistolici, si verificano quando le valvole auricoloventricolari si chiudono e diminuiscono di intensità fino a concludersi prima che si chiudano le valvole sigmoidee. Sono caratteristici delle piccole comunicazioni interventricolari muscolari.

Infine, i soffici cardiaci meso e telesistolici sono brevi. Situati rispettivamente nella regione mediana o finale della sistole. In genere sono associabili a una patologia lieve della valvola mitrale.

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Soffi diastolici

Sono rumori che derivano dalla diastole. Qualsiasi soffio diastolico isolato è patologico. Possono essere classificati nel seguente modo:

  • Protodiastolici: sono brevi e a intensità decrescente. Sono dovuti all’insufficienza delle valvole sigmoidee.
  • Mesodiastolici: hanno una forma romboidale e occupano il centro della diastole. Si producono a causa dell’aumento del flusso attraverso le valvole auricolo-ventricolari.
  • Telediastolici: si verificano nell’ultima fase della diastole. Di solito hanno un’intensità crescente e sono caratteristici della stenosi mitrale o tricuspide.

Soffi continui

Questi soffi hanno origine nella sistole e terminano nella diastole. Hanno origine dalla comunicazione tra un vaso arteriale e un altro venoso. I soffi funzionali o innocenti sono i più comuni.

Questi soffi sono individuabili con auscultazione nella metà dei bambini, sebbene questa percentuale tenda a raggiungere l’80% se l’esame viene effettuato in condizioni che aumentano il battito cardiaco.

Per definizione, escludono la presenza di qualsiasi sintomo che faccia pensare a sospetta malattia cardiovascolare. Tra i soffi funzionali più comuni vi sono il soffio sistolico vibratorio di Still, l’eiettivo polmonare e il soffio eiettivo aortico e il ronzio venoso.

Per concludere, essere consapevoli dell’esistenza dei soffi al cuore e del modo in cui possono essere rilevati sarà sempre utile. Di solito vengono diagnosticati in età pediatrica e in genere non causano problemi più gravi.

Bibliografia

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