Lo strappo muscolare al polpaccio è una lesione grave e improvvisa, che può anche richiedere l’intervento del medico. La struttura anatomica che conosciamo come “polpaccio” è formata da due muscoli, il gastrocnemio e il soleo.
Ci consente di flettere la parte inferiore della gamba, ma è anche coinvolto nei movimenti rapidi come il salto e lo scatto. Vediamo nelle prossime righe in cosa consiste lo strappo muscolare al polpaccio.
Possibili cause di uno strappo muscolare al polpaccio
Questa lesione si verifica con maggiore frequenza quando si fa sport, per esempio quando spingiamo velocemente il piede sul terreno per accelerare all’improvviso. Ma può essere anche la conseguenza di un salto o un rapido cambio di direzione.
Tale movimento improvviso può sovraccaricare il polpaccio, che si allunga più del normale e può strapparsi. Tennisti e cestiti in particolare corrono un rischio maggiore di incorrere in questo tipo di infortunio.
Quando si produce la lesione, si avverte una sorta di strappo o una sensazione di lacerazione al polpaccio. Possono presentarsi anche altri sintomi, quali:
- Dolore.
- Infiammazione.
- Ematomi.
- Difficoltà a camminare o a sopportare il peso sulla gamba interessata.
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Sintomi
I sintomi dipendono dalla gravità della lesione. Se si tratta solo di una distensione, si avvertirà una forte tensione nella parte inferiore della gamba. Ma è anche possibile provare un dolore lancinante.
In genere, lo strappo muscolare al polpaccio causa un dolore acuto che rende difficile camminare. È inoltre possibile distinguere tre diversi gradi di lesione a seconda della gravità.
Lesione di 1° grado
Micro-strappi delle fibre muscolari fino a un 10%. È caratterizzata da un lieve dolore nella parte posteriore della gamba e vicino al tallone. Si verifica una minima perdita di forza e di movimento, dunque è possibile proseguire con l’attività sportiva.
Il recupero completo avviene entro alcune settimane dall’infortunio. Ciò dipende dalla percentuale di fibre coinvolte e dal trattamento adottato.
Lesione di 2° grado
Causa danni più estesi e maggiore dolore. La lesione di 2° grado provoca una significativa perdita di forza muscolare e di mobilità. Anche l’infiammazione è più grave e compaiono più facilmente ematomi. Limita lo svolgimento di diverse attività.
In caso di strappo muscolare al polpaccio di 2° grado, il muscolo gastrocnemio è considerato ad alto rischio, poiché attraversa il ginocchio e la caviglia ed è formato da numerose fibre muscolari a rapida contrazione.
Lesione di 3° grado
In questo caso si ha una rottura completa del corpo muscolare. Il dolore, nella lesione di 3° grado è acuto e l’infiammazione è grave e repentina. Si verifica inoltre un rigonfiamento del polpaccio, evidente durante la contrazione della parte lesionata.
Questa lesione rende impossibile camminare poiché le fibre muscolari risultano rotte; è necessario un intervento di emergenza.
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Come trattare uno strappo muscolare al polpaccio
Il trattamento più efficace in caso di strappo muscolare al polpaccio è denominato protocollo R.I.C.E, ovvero:
- Riposo (rest).
- Ghiaccio (ice).
- Compressione (compression).
- Elevazione (elevation).
Al primo posto troviamo il riposo, con l’interruzione temporanea dell’attività fisica. Poi si applica il prima possibile del ghiaccio (crioterapia) sull’area colpita per fermare l’emorragia interna e calmare l’infiammazione.
Si consiglia di applicare il ghiaccio per 10-15 minuti ogni ora e poi ridurre la frequenza a mano a mano che diminuiscono il dolore e l’infiammazione. Risulta d’aiuto applicare il ghiaccio sulla ferita con l’ausilio di bendaggio compressivo.
Se lo strappo è più grave, è bene individuare quale dei muscoli che compongono il polpaccio è maggiormente colpito. In questo caso potrebbero rendersi necessari degli esami con ultrasuoni o risonanza magnetica per determinare la posizione e l’entità della lesione.
Le lesioni di 3° grado e in alcuni casi quelle di 2° grado richiedono un intervento chirurgico per riconnettere e riparare il muscolo e il tendine danneggiati. In questo caso, il tempo diventa un fattore essenziale, in quanto più il muscolo permane nello stato di rottura e contrazione, più diventa difficile distenderlo e recuperare il giusto tono muscolare.
Dopo l’intervento chirurgico, viene solitamente applicato il protocollo R.I.C.E. insieme alle linee guida indicate dal fisioterapista per rafforzare la muscolatura.
Bibliografia
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José Bugeda Becerril. (2013). DISTENSIÓN MUSCULAR EN EL DEPORTE: TRATAMIENTO FISIOTERÁPICO. Diplomado En Fisioterapia Por La Universidad Alfonso X El Sabio de Madrid .