Tritare i farmaci: 6 potenziali rischi

Ci sono persone abituate a tritare i farmaci per renderne più facile la somministrazione. Eppure, questa pratica può avere conseguenze negative. Quali sono i rischi? Scopriamoli insieme!
Tritare i farmaci: 6 potenziali rischi
Franciele Rohor de Souza

Revisionato e approvato da la farmacista Franciele Rohor de Souza.

Ultimo aggiornamento: 11 gennaio, 2023

Tritare i farmaci per somministrarli più facilmente è una pratica comune che altera l’integrità del medicinale e, quindi, la sua efficacia. L’ideale sarebbe somministrare tutti i farmaci senza modificarne l’aspetto.

La maggior parte dei medicinali si presentano sotto forma di compresse, capsule o di compresse in gel. Per questo motivo, quando diventa difficile ingoiarle o quando si presentano altre difficoltà, spesso li dividiamo in parti o le tritiamo.

Perché è sbagliato tritare i farmaci?

Molte persone sono abituate a tritare i farmaci per facilitarne l’assunzione. Tuttavia, come spiegato in dettaglio in una pubblicazione sulla rivista Nursing, alcune varianti sono pensate per liberare i propri principi attivi nel corso di un determinato arco di tempo.

Di conseguenza, può risultare dannoso tritarle prima del consumo. Ma ci sono anche altri motivi per cui è meglio evitare questa pratica? Ne parliamo nelle prossime righe.

1. Il farmaco perde stabilità

La difficoltà di deglutizione è piuttosto comune tra gli adulti anziani e nelle persone che soffrono di disturbi del comportamento.

In questi casi si sceglie di tritare i farmaci e di aprire le compresse, il che può provocare alterazioni importanti della stabilità dei principi attivi.

Quanto appena detto comporta una possibile perdita di efficacia del farmaco, e potrebbe tradursi nel rilascio di sapori e di aromi sgradevoli, impercettibili quando il farmaco è integro.

Farmaci, pillole e compresse
Anche se assumere farmaci tritati può risultare più facile, in molti casi può alterarne la stabilità.

2. Errore nel dosaggio

Come regola generale, possiamo dividere solo le compresse che presentano delle scanalature. Tuttavia, non è sempre così, visto che non esiste certezza sulla ripartizione a causa della forma, delle dimensioni o del rivestimento.

Una volta diviso il farmaco, non è possibile assicurare che la distribuzione del principio attivo sia lo stesso nelle due metà. Potreste assumere un dosaggio errato e andare incontro a ulteriori problemi di salute.

Alcune pillole sono particolarmente piccole e una minima differenza nella ripartizione potrebbe determinare un passaggio dal dosaggio di cui avete bisogno a uno che mette a rischio la salute. Potreste usare un dosatore per eseguire un taglio più preciso, anche se pure in questo caso si potrebbe sbagliare.

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3. Anomalia nel rilascio del principio attivo

Tritare i farmaci può causare significative variazioni nel dosaggio somministrato. Questo aspetto può influire sia sulle caratteristiche del rilascio sia sull’assorbimento del principio attivo del prodotto. Oltre a ciò, aumenta il rischio di reazioni avverse, possono verificarsi problemi di efficacia del farmaco o effetti secondari.

Alcuni medicinali hanno un rivestimento particolare, in modo da essere assorbiti in un determinato modo. Tale rivestimento regola la rapidità del rilascio del principio attivo, quindi l’azione del farmaco. Tritare i farmaci in questo caso significa alterarne il rivestimento e così il meccanismo da cui dipende il rilascio del principio attivo.

Come se non bastasse, ciò fa perdere il controllo sul dosaggio del farmaco, il che può sfociare in un dosaggio insufficiente o in un sovradosaggio. Inoltre, si può raggiungere anche una concentrazione tossica o incrementare le probabilità che insorgano effetti indesiderati.

4. Tritare i farmaci ne modifica l’assorbimento

Esistono pillole con un rivestimento conosciuto come enterico. Lo scopo di quest’ultimo è quello di farm in modo che il farmaco attraversi lo stomaco rimanendo intatto e poter liberare il principio attivo una volta raggiunto lo stomaco.

Si previene così l’irritazione della mucosa gastrica e l’effetto dei succhi gastrici sul principio attivo. Gli acidi dello stomaco, infatti, possono distruggere il principio attivo o ritardare l’inizio degli effetti.

Quando trituriamo una pillola, il suo rivestimento enterico ne risulta compromesso, e ciò influisce negativamente sull’azione del farmaco. Inoltre, potrebbe irritare lo stomaco e scatenare diversi effetti secondari.

Tritare i farmaci
Tritare i farmaci può alterarne le modalità di assorbimento, visto che alcuni presentano un rivestimento che ha lo scopo di mantenerli integri durante il passaggio verso lo stomaco.

5. L’effetto risulta alterato

Le pillole sublinguali sono pensate per sciogliersi in fretta e, dunque, per essere a rapido assorbimento. Questi farmaci si sciolgono sotto la lingua per entrare nel circolo sanguigno in breve tempo. Se trituriamo una compressa sublinguale, ne alteriamo del tutto la stabilità e ne modifichiamo gli effetti.

6. I rischi di manipolare un farmaco

Un altro inconveniente che deriva dalla triturazione di determinati farmaci è che possono disperdersi nell’aria ed essere inalati dalla persona che li sta manipolando.

Questa può essere una situazione rischiosa a causa della conseguente irritazione delle mucose. Nel caso delle donne, inoltre, se in attesa o se stanno pianificando una gravidanza imminente, alcuni farmaci sono teratogeni.

Meglio non tritare i farmaci

Una buona soluzione per non tritare i farmaci è cercare altre preparazioni farmaceutiche. Queste alternative possono rendere più facile seguire la terapia senza alterare i medicinali. In tal modo si eviteranno i rischi di cui abbiamo parlato. In caso di dubbi, consultate sempre il medico o il farmacista.


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