La violenza sessuale deve essere considerata un’emergenza medica dal personale sanitario. La vittima va visitata e curata immediatamente. La visita medica a seguito di una violenza sessuale deve rispettare uno specifico iter o protocollo.
È essenziale un approccio corretto dal punto di vista psicologico e legale. Per prima cosa, bisogna informare la vittima dei propri diritti; spiegarle le fasi dell’iter e ottenerne il consenso informato per offrirle un’assistenza medica completa.
La vittima di stupro è di solito una donna; nel caso sia di sesso maschile, quasi sempre l’aggressore è un uomo. In entrambi i casi le conseguenze psicologiche sono gravi.
La visita medica a seguito di una violenza sessuale: in che cosa consiste?
Il concetto di violenza sessuale è ampio e, per questo motivo, in un certo modo vago. In termini generali, è riferito a qualunque tipo di aggressione sessuale perpetrata verso una persona contro la sua volontà e a scapito della sua integrità.
Comprende atti che vanno dal contatto non richiesto – baci o carezze – alla violenza sessuale propriamente detta che implica la penetrazione forzata, vaginale, orale o anale. Non tutte le forme di violenza sessuale, quindi, sono soggette a visita medica.
In qualunque caso, l’aggressione sessuale comporta gravi conseguenze a livello psicologico e sociale, ma non sempre causa lesioni o effetti fisici. La visita medica per l’accertamento di una violenza sessuale viene di solito eseguita nei casi in cui vi sia lesione fisica.
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A cosa serve?
La visita medica a seguito di una violenza sessuale è una valutazione medico-legale; viene eseguita per accertare lo stato fisico e mentale della vittima. Serve, inoltre, a verificare il tipo di lesioni subite e a raccogliere prove mediche destinate al processo giudiziario.
Dal punto di vista strettamente medico, la visita ha come obiettivo il trattamento immediato delle lesioni acute e la valutazione delle conseguenze fisiche dell’atto. Da un punto di vista legale, lo scopo è documentare le conseguenze, le prove e le conclusioni per uso giudiziario.
È molto importante che la visita possa fornire elementi utili per perseguire e punire l’aggressore; non bisogna mai perdere di vista, tuttavia, l’aspetto più importante: preservare il benessere della vittima, fisico e psicologico. In caso contrario, potrebbe verificarsi una “rivittimazione”.
In che cosa consiste?
L’esame medico deve essere realizzata il prima possibile. Il valore delle prove diminuisce se vengono raccolte 72 ore dopo la violenza, lasso di tempo in cui permane il materiale biologico dell’aggressore nel corpo della vittima.
La visita medica a seguito di una violenza sessuale deve includere:
- Valutazione dello stato della vittima e definizione delle priorità. L’esame esplorativo serve a stabilire la presenza di lesioni acute che richiedono un trattamento immediato. In questa fase, inoltre, la vittima dovrà prestare il consenso informato.
- Attenzioni mediche immediate. Dovranno essere garantite la sicurezza e la privacy della vittima. Si procede con la raccolta di eventuali prove tossicologiche e la gestione di emergenze concomitanti come attacchi di panico, crisi, etc.
- Valutazione del rischio di gravidanza e di malattie sessualmente trasmissibili con raccolta di campioni biologici.
- Storia clinica della vittima. Permette di approfondire le informazioni sullo stato generale di salute della vittima.
- Dinamica dell’aggressione. Consiste in un colloquio condotto dal medico legale per stabilire le circostanze e la dinamica obiettiva della violenza sessuale.
- Esame fisico completo. Consiste in un controllo fisico completo con descrizione delle lesioni e raccolta di tracce o prove.
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L’esame fisico
L’esame medico della vittima di violenza sessuale deve seguire un iter specifico per essere adeguato dal punto di vista tecnico. Comincia dalla testa e prosegue in giù. Per primi verranno esaminati il viso e i capelli. Un’attenzione particolare viene rivolta alla cavità orale e alle mucose.
Nelle braccia è importante la valutazione delle unghie, delle mani e degli avambracci. In queste aree si trovano, di solito, i segni dell’autodifesa. Allo stesso tempo, le spalle e i polsi mostrano, in genere, i segni dell’aggressione. In seguito si procede con l’esplorazione delle gambe e dei piedi.
Infine, viene eseguita una visita minuziosa della regione genitale e anale. Per prima cosa, occorrerà controllare i genitali esterni per poi procedere a un esame interno. La raccolta dei campioni deve essere eseguita prima di introdurre qualsiasi strumento.
Il medico legale dovrà prestare molta attenzione durante la raccolta dei campioni per evitare di inquinare le prove. L’iter termina con l’analisi e la valutazione di tutti gli elementi raccolti e con la compilazione della relazione finale.
Bibliografia
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