I chiodi di garofano sono una spezia utilizzata talvolta in cucina, ma anche dalle proprietà curative e medicinali. Li avrete certamente utilizzati per profumare la frutta cotta, il vino o la carne, ma conoscete tutte le loro proprietà, specialmente per la digestione?
Ad esempio, i chiodi di garofano sono analgesici, antispasmodici e antibatterici. Oltre a trovare impiego nei rimedi per l’apparato digerente, calmano anche il mal di denti, combattono le infezioni, le infiammazioni e molto altro ancora.
Una tisana ai chiodi di garofano è capace di migliorare i sintomi dei più comuni disturbi di stomaco come la nausea, il bruciore o la presenza di gas. Questa azione è dovuta a una sostanza chiamata eugenolo, presente nella spezia.
Quali sono le proprietà dell’eugenolo?
L’eugenolo è la sostanza responsabile del profumo forte tipico dei chiodi di garofano. È un eccellente antiossidante, ritarda l’invecchiamento delle cellule e combatte l’acidità. Il suo olio essenziale è giallo, dall’odore intenso e ricco di flavonoidi.
È presente anche in altre piante come il basilico, la curcuma, l’alloro e la cannella, ma è nel chiodo di garofano che trova la massima concentrazione.
Ha uso sia interno che topico, ma il primo è più comune. Tra le numerose proprietà, ricordiamo che i chiodi di garofano sono soprattutto:
- anestetico
- antiedemigeno
- antiacido
- antiemetico
- antiossidante
- gastroprotettivo e gastro-rigenerativo
- antivirale
- antisettico
Nonostante i molti benefici, è consigliato un consumo accorto di eugenolo, poiché a grandi dosi ha un elevato livello di tossicità, soprattutto quando ingerito sotto forma di olio essenziale. È particolarmente controindicato alle donne incinte, ai lattanti e ai bambini con meno di sei anni.
Come usare i chiodi di garofano per migliorare la digestione?
Esistono diversi modi per sfruttare il chiodo di garofano nei rimedi digestivi, a seconda dei gusti personali e dal livello di tolleranza al sapore forte della spezia. Ecco alcune opzioni:
Tisana ai chiodi di garofano
La tisana al chiodo di garofano lubrifica e stimola il tratto digestivo, favorendone così il corretto funzionamento. Stimola, inoltre, l’afflusso di sangue e combatte l’alitosi.
Una delle cause più comuni dell’alito cattivo sono i disturbi digestivi. Il chiodo di garofano agisce direttamente su essi e grazie al suo aroma forte, la tisana dona immediatamente un alito fresco poiché combatte i batteri presenti nella bocca.
- Per preparare la tisana è sufficiente tritare i chiodi di garofano e lasciare in infusione un cucchiaino scarso in una tazza d’acqua.
- Nei giorni in cui avvertite malessere di stomaco, potete berlo la mattina e la sera.
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Chiodi di garofano interi
Potete usarli per profumare i cibi, le bevande oppure masticarli interi. Masticare un chiodo di garofano aumenta la produzione di saliva e dei succhi gastrici.
Olio essenziale ai chiodi di garofano
L’olio essenziale si ottiene lasciando macerare i chiodi di garofano in olio d’oliva per alcune settimane. Come abbiamo detto, non è consigliabile assumerlo puro o in grandi quantità, poiché potrebbe risultare tossico.
Per calmare la nausea e il senso di vomito, aggiungete 3 gocce di olio essenziale in un bicchiere d’acqua (200 ml).
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Infuso al chiodo di garofano
Si prepara in maniera simile alla tisana, ma si utilizzano i chiodi di garofano interi. Aiuta a combattere la stitichezza e stimola la funzione digestiva. Potete prendere una tazza di infuso dopo i pasti fino a scomparsa dei sintomi.
La natura offre una quantità infinita di rimedi curativi; vi consigliamo di sfruttarli per integrare eventuali cure mediche. Sebbene il chiodo di garofano non sia in grado di curare i problemi digestivi alla radice, può certamente alleviare alcuni dei sintomi.
Non dimenticate di consultare il medico curante e di mantenere una dieta sana. Infatti, l’indigestione o l’acidità possono essere prevenute molte volte con uno stile alimentare bilanciato ed evitando di mangiare cibi poco tollerati dal nostro stomaco.
Prendete nota degli alimenti che vi creano malessere ed eliminateli dalla vostra dieta.
Bibliografia
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