
Le macchie rosse sul glande sono un sintomo relativamente comune, che può manifestarsi in diverse forme e per le cause…
Il gomito del tennista, o epicondilite, è una patologia provocata dalla prolungata ripetizione dei movimenti del gomito e da uno sforzo eccessivo da parte dei muscoli.
L’epicondilite, comunemente nota come il gomito del tennista, è un’infiammazione dei tendini dell’epicondilo, ovvero i legamenti che collegano i muscoli dell’avambraccio e della mano all’omero. Vediamo a seguire come formulare una corretta diagnosi del gomito del tennista.
Questa condizione è molto comune nel tennis, da cui il suo nome, ma anche alcune professioni rendono inclini a sviluppare questo infortunio per via della ripetizione di gesti specifici. È il caso di lavori in cui bisogna caricare pesi o trascorrere diverse ore al computer.
Allo stesso modo, nei lavori di carpenteria o qualsiasi attività che richieda uno sforzo eccessivo della muscolatura responsabile dei movimenti della mano, per cui i tendini possono infiammarsi a causa di microtraumi dovuti a un sovraccarico muscolare. In questo articolo vi parliamo dei sintomi e della diagnosi del gomito del tennista.
I sintomi dell’epicondilite compaiono progressivamente e, in genere, all’inizio si avverte un leggero dolore sul lato esterno del gomito, che si estende fino all’avambraccio.
Secondo una pubblicazione dell’American Academy of Orthopaedic Surgeons, l’area interessata appare senza forze e si accusa dolore quando si afferrano e si tengono oggetti, si gira una chiave o si stringe la mano a qualcuno.
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È molto importante fare una corretta diagnosi differenziale della causa del dolore al gomito al fine di seguire il trattamento adeguato. Questo perché esistono diverse patologie dalla sintomatologia simile. Il medico si concentrerà sulle circostanze in cui compare il dolore, ad esempio quando si estende la parte laterale del gomito o si allungano le dita.
Una ricerca pubblicata dalla Radiological Society of North America suggerisce che per una corretta diagnosi di questo processo degenerativo, è necessario seguire il seguente protocollo:
Prima di tutto, il medico raccoglie informazioni sulle attività quotidiane del paziente in cerca di abitudini che potrebbero favorire l’infiammazione. Oltre a ciò, esegue un esame approfondito dell’area interessata per rilevare indizi di infiammazione, cambiamenti della pelle, deviazione dell’allineamento dell’articolazione, ecc.
A tale scopo, esamina l’epicondilo e procede alla palpazione per verificare se il paziente avverte dolore in quell’area specifica. Se lo ritiene necessario, eseguirà anche un test che consiste nell’esercitare forza sul gomito e far muovere la parte distale del gomito verso la linea mediana del corpo.
Il test sarà positivo se il paziente accusa dolore. In un secondo momento si effettua un esame della mobilità del gomito, della colonna verticale e dell’intero complesso articolare della spalla.
Se l’esame precedente non è stato in grado di indicare l’epicondilite come causa del dolore, verranno eseguiti altri test, quali:
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Il gomito del tennista in genere migliora da sé, ma in alcuni casi è necessario ricorrere ad altre azioni, oltre alle diverse misure di auto-cura.
Riguardo a ciò, una pubblicazione della Mayo Clinic sottolinea che la terapia fisica è una buona opzione per allungare e rafforzare i muscoli. D’altra parte, per i caso più gravi bisognerà ricorrere alle seguenti procedure:
Eseguire i movimenti con consapevolezza, in modo da non sforzare troppo i muscoli del gomito, è il modo migliore per prevenire l’epicondilite. È altrettanto importante evitare determinate attività che richiedono uno sforzo eccessivo dell’area. E ancora, fare stretching periodicamente e, se necessario, usare una gomitiera elastica.