Il fallimento e l’autosabotaggio sono strettamente correlati. Vediamo subito un semplice esempio. Maria si stava preparando per una maratona di 15 chilometri da mesi. Si è allenata e ha seguito una dieta sana, anche se credeva di non essere in grado di superare i 10 chilometri.
È arrivato il giorno della gara e quello che Maria aveva deciso e stabilito per sé si è avverato esattamente. Al decimo chilometro, ha sentito dolore al ginocchio e ha dovuto ritirarsi dalla gara. Previsione o coincidenza? No. Fallimento e autosabotaggio sono due fattori che vanno di pari passo. Vediamo come si comportano e di cosa si tratta.
Fallimento e autosabotaggio: come sono correlati?
Il fallimento e l’autosabotaggio sono collegati in modo circolare e vizioso: uno nutre l’altro. Così, poiché credo di essere inutile e inabile, mi condanno al fallimento, e viceversa. Questo feedback costante è ciò che ostacola il raggiungimento degli obiettivi.
Allo stesso modo, entrambi funzionano come una lente attraverso cui ci guardiamo e che ci avvia in un’unica direzione; quella che conferma la visione negativa e riduttiva che abbiamo di noi stessi e che ci impedisce di valorizzare altre qualità.
Questo dialogo interno è così dannoso e deprimente che, in molti casi, porta a comportamenti autodistruttivi. D’altra parte, l’autosabotaggio si presenta anche sotto forma di negazione e non riconoscimento. Cioè, ci copriamo sotto l’idea di “Non ne ho bisogno, non lo voglio, non mi interessa, non è il momento”.
Leggete anche: Imparare a eliminare i pensieri negativi
Quali sono le cause dell’autosabotaggio?
Indubbiamente, ci sono molteplici ragioni che spiegano questo comportamento. Tuttavia, la bassa autostima, la tendenza a essere troppo esigenti con se stessi e la bassa tolleranza alla frustrazione sono alcune delle principali cause che stanno alla base dell’autosabotaggio. Altre cause possono essere le seguenti:
- Si ha così paura del fallimento che si preferisce fallire subito e, quindi, si smette di provare. Questo che sembra essere un meccanismo di difesa, diventa una spada a doppio taglio.
- Ci si sente così in colpa per il successo e che le cose vadano bene, che bisogna fallire in qualcosa.
- Si ha paura del cambiamento e di assumersi le responsabilità di ciò che verrà.
Come renderci conto se siamo impostati verso il fallimento e l’auto-sabotaggio?
Questi sono alcuni dei segni che potrebbero indicare che vi state comportando come i vostri stessi nemici:
- lasciate tutto all’ultimo minuto, in modo tale da non poter rispettare scadenze, obblighi o desideri.
- Nonostante il fatto che le persone vi lodino per determinate abilità, non riuscite a crederci e finite per pensare che lo stiano dicendo per affetto o per farvi impegnare di più.
- Avete una visione molto perfezionista di come dovrebbero essere le cose, quindi vi sembra sempre di non essere all’altezza.
- Vi immaginate sempre in situazioni in cui non vincete, in cui venite sconfitti e diventate lo zimbello di tutti.
- Rimandate il processo decisionale, trovando delle scuse.
Leggete anche: Profezia autoavverante: quello che diciamo si avvera
Come affrontare il fallimento e l’auto-sabotaggio?
Alcuni dei consigli per iniziare a porre fine al fallimento e all’autosabotaggio sono i seguenti:
- Smettete di confrontarvi con gli altri. Ognuno ha abilità per cose diverse. Piuttosto che assomigliare agli altri, è meglio avere il vostro stile e sapere quali sono i vostri punti di forza. Abbracciateli e cercate di potenziarli. Certo, dovreste lavorare anche su quei punti deboli che vi danno insicurezza, ma senza concentrarvi costantemente su di essi.
- Identificate quali etichette vi assegnate e mettetele in discussione. “Sono timido e non riesco a entrare in relazione con nessuno.” Siete sicuri? Pensate alle volte in cui avete parlato con un vicino in ascensore o con il tassista. Molte volte queste etichette vengono imposte da altri, le ascoltiamo e le accettiamo, ma non sono del tutto vere.
- Riconoscete quali sono i pensieri negativi che scatenano la successiva cascata di auto- boicottaggio e imparate a fermarli. Può essere attraverso un’attività piacevole o riportando alla mente qualche ricordo positivo.
- Imparate a immaginare una versione migliore di voi stessi, visualizzandovi in situazioni in cui vi vedete trionfanti, felici, mentre raggiungete i vostri obiettivi. Potete anche chiedere a qualcuno di cui vi fidate un’opinione su di voi, mentre agite in una determinata circostanza. In questo modo potrete ottenere una prospettiva diversa, più sfumata e meno pessimista, che vi apre a molti modi di vedere le cose.
- Smettete di idealizzare l’obiettivo e valorizzate di più il processo. Se avete solo una mentalità per il successo e vi concentrate sul raggiungimento di un obiettivo ma non riuscite a raggiungerlo, proverete fallimento e frustrazione. Tuttavia, perdete la possibilità di imparare dal processo e di riconoscere tutto ciò che avete dato e fatto.
- Identificate quali scuse adducete più spesso e smettete di usarle.
La fortuna trova chi è preparato
Naturalmente, sebbene questa sia una parte molto importante, il successo non deriva solo dal “pensarsi persone di successo”. Si tratta anche di lavorare sulla conoscenza di sé, identificare quegli aspetti in cui brilliamo e quelli che richiedono uno sforzo aggiuntivo perché ci costano fatica.
Allo stesso modo, Tutto ciò che è importante per voi richiede impegno e preparazione, non va lasciato al caso. In questo modo, potrete lavorare sulla sicurezza e sulla fiducia in voi stessi e ridurre le possibilità di commettere errori su ciò che è sotto il vostro controllo.
Il successo è altrettanto probabile del fallimento, quindi smettete di considerare un solo lato della medaglia.
Bibliografia
Tutte le fonti citate sono state attentamente esaminate dal nostro team per garantirne la qualità, affidabilità, rilevanza e validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- González, M. L. G., & Hernández, P. M. (2009). Estrés y adolescencia: estrategias de afrontamiento y autorregulación en el contexto escolar. Studium: Revista de humanidades, (15), 327-344.
- Kelly JD 4th. Your Best Life: Perfectionism–The Bane of Happiness. Clin Orthop Relat Res. 2015;473(10):3108-3111. doi:10.1007/s11999-015-4279-9