Il corpo umano è costituito per la maggior parte da acqua. Questo significa che tutti gli organi hanno bisogno di acqua per funzionare in modo corretto. Idratarsi, ad esempio, è essenziale per il cervello.
Il corpo è dotato di meccanismi naturali per l’eliminazione dell’acqua in eccesso; è in grado, quindi, di mantenere un corretto equilibrio idrico. Per questo motivo non esiste una quantità massima di acqua raccomandata.
Questo non significa che bere troppa acqua non abbia conseguenze negative; la giusta quantità varia in funzione del peso, dell’età, delle condizioni di salute o del tipo di attività fisica svolta.
Disidratazione e attività fisica
Quando l’attività fisica è intensa, la perdita d’acqua corporea può portare a conseguenze come:
- Grave alterazione della termoregolazione.
- Aumento della frequenza respiratoria durante l’esercizio.
- Formicolio o intorpidimento degli arti.
- Collasso, soprattutto se l’esercizio è realizzato in condizioni di caldo intenso.
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Tutti gli organi del corpo hanno bisogno di acqua, ma idratarsi è essenziale soprattutto per il cervello. Uno studio pubblicato nel 2011 dalla rivista Nutrition Reviews, indica che anche un lieve stato di disidratazione può agire sull’umore e sulle prestazioni cognitive.
Anche il cervello ha bisogno di idratarsi
Secondo una ricerca pubblicata su International Journal of Environmental Research and Public Health, idratarsi è un gesto basilare per il cervello; l’acqua, non a caso, rappresenta circa il 75% della sua massa. L’acqua, tra le diverse funzioni, interviene nell’equilibrio elettrolitico e nel metabolismo.
È essenziale, quindi, mantenere un buon equilibrio tra acqua in entrata e in uscita. Quando i liquidi che perdiamo attraverso il sudore, l’urina e altri meccanismi non vengono sostituiti, le conseguenze sono varie.
Tra le funzioni che ne risentono di più, troviamo il rendimento cognitivo. Secondo la ricerca sopra citata, vengono colpite attività come:
- Memoria a breve termine.
- Vigilanza.
- Tempi di reazione.
- Memoria di lavoro.
Una scarsa idratazione, inoltra, causa alterazioni nella distribuzione dell’acqua; questa condizione potrebbe portare a una bassa pressione cerebrale e quindi a stato confusionale, demenza, letargia.
Studi come quello condotto dalla ricercatrice Nathalie Pross non sono ancora conclusivi sui meccanismi che avvengono nel cervello in condizioni di disidratazione; è certo, però, che le prime a essere intaccate sono l’attenzione e la memoria.
La disidratazione può anche influire sull’umore, provocando stanchezza o irritabilità. In alcuni casi porta persino ad avvertire lo stimolo della fame, quando in realtà ciò che il corpo sta chiedendo è acqua.
Un’adeguata idratazione è importante per il buon funzionamento del cervello. Quando il corpo è idratato, le cellule cerebrali ricevono sangue ossigenato e il cervello resta vigile. In questo modo riesce a svolgere i compiti che gli richiediamo senza difficoltà.
Come riconoscere i sintomi della disidratazione
In generale, non è semplice far risalire un calo della resa cognitiva alla disidratazione. Per questo motivo occorre prestare attenzione ad altri segnali come:
- Sete eccessiva.
- Pelle fredda e secca.
- Affaticamento muscolare.
- Secchezza della bocca.
- Sonno e irritabilità.
- Pipì concentrata o scarso stimolo a urinare.
- Pressione bassa, mal di testa e vertigini.
In presenza di questi sintomi, è importante capire se l’apporto di liquidi e sali minerali sia adeguato. In caso contrario, bisogna correre ai ripari. Se i segni di disidratazione sono gravi, occorre chiamare subito un medico.
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Idratarsi in modo adeguato è essenziale al cervello e alle sue funzioni. Uno scarso apporto di liquidi può causare problemi associati alla resa cognitiva. Occorre, però, fare attenzione a bere acqua e liquidi in grado di apportare elettroliti.
Bibliografia
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