Ai cosiddetti liquori digestivi viene attribuita la capacità di favorire la digestione. Questa caratteristica si basa sul fantomatico potere che l’alcol esercita sulla stimolazione dei succhi gastrici.
La scienza, tuttavia, non ha fornito prove al riguardo, dunque non vi sono studi a sostegno dei benefici dell’alcol sulla digestione. Nel gruppo dei liquori digestivi rientrano il pacharán, il brandy, i distillati alle erbe o il liquore al caffè, per fare qualche esempio.
L’alcol non è mai consigliato
Il bicchierino di liquore di solito è la ciliegina sulla torta di un pasto abbondante ed elaborato. Nonostante sia convinzione comune, le bevande alcoliche non hanno alcun effetto positivo sulla salute.
Né il vino né i liquori digestivi sono in grado di migliorare un qualsivoglia processo fisiologico né di donare effetti antiossidanti. Al contrario, il consumo regolare di bevande alcoliche rappresenta un rischio per la salute.
Il consumo di alcol mette sotto stress il fegato, che è l’organo incaricato della digestione metabolica di questa sostanza. Inoltre, aumenta il rischio di soffrire di tumore della bocca o allo stomaco, ma viene associato anche alla comparsa di altre forme tumorali o gravi malattie.
Nonostante sia una bevanda dalla forte identità culturale, bisogna essere consapevoli del fatto che in nessun caso il liquore apporta dei benefici all’organismo. L’OMS cataloga l’alcol come alimento nocivo, da trattare in quanto tale.
L’ideale è evitarne il consumo, o almeno ingerirlo solo in alcune occasioni speciali e moderatamente. Bere tutti i giorni sostanze alcoliche, sebbene in piccole dosi, espone la salute a un rischio grave a medio e a lungo termine.
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Alimenti che aiutano a digerire: alternativa ai liquori digestivi
Esistono tuttavia specifici alimenti in grado di migliorare la digestione o di renderla meno pesante. Un esempio è l’ananas, che contiene l’enzima bromelina. Questo enzima aiuta a scomporre le proteine e ne migliorar l’assorbimento. Questo frutto, inoltre, presenta un effetto diuretico che contribuisce a ridurre la ritenzione idrica.
Anche gli alimenti ricchi di fibre e acqua contribuiscono a migliorare la digestione. Aumentano il contenuto di bolo fecale e stimolano la peristalsi intestinale. Di conseguenza, si consiglia di finire un pasto, soprattutto se abbondante, con una porzione di frutta. Oltre a ciò, esistono specifici trattamenti farmacologici efficaci per attenuare o prevenire queste situazioni.
L’importanza di evitare pasti abbondanti
Una delle regole d’oro della nutrizione è non mangiare mai più del necessario. Per questo motivo, evitare pasti abbondanti sarebbe la soluzione ideale, così da non ingerire alimenti digestivi per ridurne l’impatto sull’organismo.
I pasti troppo grassi rallentano il processo digestivo, motivo per cui ogni pasto dovrebbe prevedere verdure in abbondanza. Il piatto va accompagnato da una parte proteica, cotta alla piastra o in forno. Per completarlo, possiamo aggiungere una dose di carboidrati complessi.
È importante evitare i prodotti raffinati, le salse, i fritti e i cibi impanati. Questi alimenti, infatti, ritardano e peggiorano la digestione, oltre al fatto che offrono un basso valore nutrizionale.
Preferire gli alimenti freschi migliora la qualità della digestione e della dieta in generale. Inoltre, bisogna accompagnare i pasti con dell’acqua. Le bevande gassate, al contrario, possono causare un fastidioso gonfiore che ostacola la digestione.
Per saperne di più: Gli effetti dell’alcol in eccesso sull’organismo
I liquori digestivi: conclusioni
Non è una buona idea introdurre liquori nella propria alimentazione, che si tratti dei cosiddetti digestivi o meno. L’ideale è evitare i pasti abbondanti e troppo grassi, ma l’opzione migliore dopo un pasto del genere non è certo bere sostanze alcoliche.
Il consumo regolare di questo tipo di bevande peggiora la salute e aumenta il rischio di soffrire di gravi malattie. In alcun caso migliora la capacità digestiva.
Un’alternativa molto più sana è prevedere della frutta dopo un pasto abbondante. L’ananas, ad esempio, contribuisce alla scomposizione e all’assimilazione proteica da parte dell’intestino tenue.
Bibliografia
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