Ritenzione urinaria post-partum: trattamento

La causa più frequente della ritenzione urinaria post-partum è il prolasso del pavimento pelvico. In questo caso, il trattamento proposto sarà il cateterismo vescicale.
Ritenzione urinaria post-partum: trattamento
Alejandro Duarte

Revisionato e approvato da il biotecnologo Alejandro Duarte.

Ultimo aggiornamento: 04 gennaio, 2023

Per ritenzione urinaria post-partum si intende l’incapacità di espellere l’urina spontaneamente per un periodo di 6-12 ore dopo il parto naturale. La causa più frequente è il prolasso del pavimento pelvico in seguito al parto. Un’episiotomia particolarmente dolorosa o il parto strumentale possono peggiorare la situazione.

È fondamentale mantenere una buona analgesia e adottare le misure appropriate. Ciò consentirà il corretto recupero di tono e trofismo del pavimento pelvico e il conseguente ripristino della minzione corretta. A seguire, troverete tutte le indicazioni per il trattamento della ritenzione urinaria post-partum.

Tipi di ritenzione urinaria post-partum

Parto naturale

La ritenzione urinaria post-partum può essere classificata come:

  • Totale o sintomatica: caratterizzata dall’espulsione dolorosa delle urine.
  • Parziale o asintomatica: in questo caso la ritenzione è caratterizzata dall’alto residuo post minzionale. Il volume sarà pari o superiore ai 150 ml dopo la minzione spontanea del primo giorno dopo il parto.

Ritenzione urinaria post-partum: fattori di rischio

A seguire indichiamo una serie di fattori di rischio che favoriscono l’insorgere di questo disturbo. Riscontrare una condizione qualsiasi tra queste non significa necessariamente dover incorrere nella ritenzione urinaria, semplicemente sarà più probabile.

  • Durata prolungata della prima e della seconda fase del travaglio.
  • Parto strumentale o assistito.
  • Anestesia epidurale.
  • Essere primipara.

Anche l’episiotomia e il peso del neonato sono considerati fattori di rischio per la ritenzione urinaria asintomatica. L’individuazione precoce dei fattori di rischio è molto importante, perché consente di adottare delle misure preventive per ridurre gli effetti avversi del parto. Permette, inoltre, di stabilire i trattamenti più adeguati per il recupero della funzione vescicale.

Diagnosi

Nella maggior parte dei casi, la diagnosi di ritenzione urinaria post-partum è di tipo sintomatico. In altre parole, la paziente non è in grado di espellere l’urina spontaneamente per 6-12 ore dopo il parto.

Trattamento della ritenzione urinaria post-partum

Vescica

Nelle prime 12 ore dopo il parto, la prima minzione dovrebbe avvenire regolarmente, sia nel caso del parto naturale che di quello strumentale. Nel caso delle pazienti sottoposte al parto cesareo, la prima minzione dovrebbe verificarsi nelle prime ore dopo aver rimosso il catetere, ovvero circa 12 ore dopo l’operazione.

Se ciò non avviene nei tempi previsti, sarà necessario intervenire con dei farmaci analgesici/antinfiammatori e lo svuotamento della vescica attraverso una sonda urinaria monouso. Grazie a ciò, è possibile controllare e verificare il volume di diuresi del paziente e regolare di conseguenza l’assunzione di acqua.

Se la minzione non si produce spontaneamente nelle successive 3-4 ore, viene praticato un secondo svuotamento della vescica con sonda urinaria monouso. E se dopo anche questo secondo intervento la paziente non va in bagno volontariamente, se ne dovrà praticare un altro. Questo terzo tentativo verrà effettuato con una sonda permanente o di Foley, da tenere per una settimana.

In questo caso la paziente svuoterà il catetere ogni volta che sente lo stimolo di urinare. Tuttavia, potrebbe anche non sentire lo stimolo fisico, pertanto è importante farlo ogni 3 ore circa al fine di svuotare la vescica. La paziente verrà dimessa con un catetere vescicale a lungo termine.

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Trattamento farmacologico

Alle pazienti alle quali viene posizionato un catetere a lungo termine, viene prescritta una serie di farmaci per prevenire eventuali complicazioni. Tra questi possiamo citare:

  • Fosfomicina 3g: si tratta di bustine che devono essere somministrate ogni 72 ore durante il cateterismo.
  • Antinfiammatori per calmare l’infiammazione locale.

Conclusioni

Al momento del parto, la somministrazione e il mantenimento di una buona analgesia è essenziale, così come l’adozione di misure adeguate per evitare la ritenzione urinaria e altre complicazioni.

Al giorno d’oggi, abbiamo a disposizione un trattamento efficace per sopperire all’incapacità di espellere l’urina spontaneamente dopo il parto naturale, basato sul cateterismo. Chiedete le necessarie informazioni al medico riguardo ai rischi legati al parto e alle diverse alternative disponibili per affrontare il problema.


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