La maggior parte delle operazioni chirurgiche al cuore viene eseguita attraverso una sternotomia. Questo tipo di incisione è stato proposto per la prima volta nel 1857 ed è divenuto popolare nel 1957 per gli interventi al cuore e dei vasi sanguigni più grandi.
In generale, le complicazioni della sternotomia sono molto rare. Tuttavia, quando si verificano, generano un alto tasso di mortalità. Le complicazioni più frequenti sono le infezioni e la mediastinite.
A questo proposito, sono stati condotti alcuni studi molto completi presso l’Istituto Karolinska in Svezia, l’Università di Toronto in Canada e l’Università di Washington di St. Louis, nel Missouri, USA. Grazie a questi studi, è stato possibile stabilire la maggior parte dei fattori di rischio.
Cos’è la sternotomia?
La sternotomia è un’incisione chirurgica effettuata sullo sterno per eseguire gli interventi di chirurgia cardiaca o toracica. Cominciò a essere usata a partire dagli Anni ’50, sostituendo la toracotomia trasversale bilaterale, la procedura usata fino ad allora.
Tale tecnica si è diffusa in fretta perché si tratta di un sistema meno doloroso rispetto al suo predecessore. Tuttavia, si è visto presto che poteva scatenare diversi problemi, come le infezioni. In alcuni casi, inoltre, si verificava l’apertura spontanea della sutura.
Con la sternotomia l’area dello sterno viene divisa verticalmente e ciò consente l’accesso all’intera area toracica, che include cuore e polmoni. Ha diversi vantaggi, come il minor dolore postoperatorio, l’accesso agli spazi pleurici e una maggiore protezione dei muscoli nel cingolo scapolare.
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Sternotomia e complicazioni
La sternotomia è una procedura sicura in linea di massima. Tuttavia, a volte causa diverse complicazioni. Una delle più frequenti è l’infezione, anche se colpisce solo il 3% dei pazienti.
L’infezione dell’incisione può essere superficiale o profonda. Le conseguenze, in tutti i casi, sono gravi. In generale, comportano un lungo ricovero e sono potenzialmente fatali. Tra il 4% e il 47% dei pazienti con infezione associata a sternotomia muore.
Può verificarsi una cellulite locale, un’osteomielite sternale o una mediastinite. In media, queste complicazioni compaiono entro 7-12 giorni dopo l’intervento chirurgico. La maggior parte dei pazienti le sviluppa nella prima settimana.
La mediastinite è la complicanza più grave; consiste nell’infiammazione, acuta o cronica, del mediastino. È il risultato di un’infezione ed è di natura seria e spesso fatale. Di solito richiede una gestione chirurgica.
Fattori di rischio
Le infezioni associate alla sternotomia sono riconducibili a tre gruppi di fattori. Il primo gruppo riguarda gli elementi inerenti al paziente, presenti prima dell’intervento. Il secondo lo sviluppo della procedura chirurgica; e il terzo, i fattori postoperatori. Vediamoli più in dettaglio.
- Fattori pre-operatori: essere maschi, età avanzata, obesità, diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva, insufficienza renale o fumatori.
- Fattori legati alla chirurgia: urgenza, durata e tipo di intervento, eccesso di elettrocauterio, shock cardiogeno e altri.
- Fattori post-operatori: reintervento, ventilazione meccanica prolungata, sanguinamento e uso di inotropici, tra gli altri.
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Guarigione
Quando i fattori di rischio vengono identificati a priori, le aspettative sono più rosee. Ciò consente di prevenire le complicazioni e gestirle al meglio se si verificano. Obesità e diabete, così come l’età avanzata, meritano un’attenzione speciale.
Di solito il trattamento delle infezioni comprende misure quali il drenaggio, l’irrigazione, la chiusura vuotoassistita, pulizia chirurgica, copertura dell’area con lembi miocutanei, o solo muscolari, della parete toracica e somministrazione di antibiotici sistemici.
La cura post-stenotica comprende un breve bagno della ferita, con sapone delicato e un’asciugatura accurata. La sutura viene riassorbita dopo qualche settimana. Le steri-strip, strisce autoadesive che facilitano la guarigione, cadono da sole o vengono rimosse dal paziente dopo una settimana.
È normale accusare dolore intermittente e transitorio nella ferita. Questo dovrebbe rispondere agli analgesici indicati. È anche normale che le incisioni si gonfino un po’, ma dopo un paio di mesi dovrebbe tornare tutto alla normalità.
Si tratta indubbiamente di un’operazione chirurgica ad alto rischio, per cui bisogna consultare un medico e sottoporsi a tutte le visite di accertamento preventive.
Bibliografia
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