Dicono che la vita è come un viaggio e che ognuno costruisce la propria valigia di esperienze. A volte, alcune di queste ci impediscono di andare avanti, ci fermano. Questo zaino pesante è noto come bagaglio emotivo.
Con il termine bagaglio emotivo ci riferiamo all’insieme delle emozioni irrisolte, che rendono tutto più difficile. Vediamo cosa possiamo fare al riguardo.
Cos’è il bagaglio emotivo?
Come tutti i bagagli, a volte lo carichiamo con cose che riteniamo utili e altre che non sono così utili e che potremmo sostituire. Lo stesso vale per il bagaglio emotivo.
Le emozioni associate alle esperienze possono insegnarci qualcosa o bloccarci nel nostro sviluppo, rendendo il percorso più difficile. In questo senso, bagaglio emotivo si riferisce a tutte quelle emozioni incompiute o irrisolte che, sebbene latenti, non diventano meno visibili.
Al contrario, poiché sono lì come facce in sospeso, svincolate, ci influenzano, ci condizionano e ci limitano. Questo, anche se non ce ne rendiamo conto.
Anche la rabbia, l’invidia, l’insicurezza in una relazione possono far parte di un passato che trasciniamo nel presente.
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In che modo influisce il bagaglio emotivo?
Dobbiamo collegare le emozioni con il nostro stato di salute e benessere. Non sono estranei o passano inosservati nella vita.
In questo senso, un’emozione irrisolta può portarci a provare un disagio permanente, anche se non ne conosciamo l’origine o non sappiamo darle un nome. Ci impediscono anche di connetterci con il divertimento, di trovare un “ma” in tutte le situazioni.
Anche l’auto-sabotaggio, l’eccessivo adattamento, lo stress permanente o l’ansia sono segni di qualcosa lasciato a metà. Le emozioni non elaborate, le difficoltà e traumi agiscono sul corpo, manifestandosi con allergie, macchie, difficoltà del sonno, appetito vorace o perdita di appetito.
Le emozioni trovano sempre un modo per farci ascoltare ciò che vogliono dirci.
Strategie per sbarazzarsi del bagaglio emotivo
È importante notare che sbarazzarsi del bagaglio emotivo non è sinonimo di evitare certe situazioni. Al contrario, si tratta di flessibilità, adattamento, imparare a convivere con ciò di cui abbiamo bisogno e smettere di prestare così tanta attenzione a ciò che ci limita.
Liberarsi dal bagaglio emotivo significa essere consapevoli della nostra storia, delle nostre opportunità e scegliere come vogliamo vivere. Alcune delle strategie che possiamo mettere in pratica sono le seguenti.
Riconoscere l’origine del trauma
Forse, per molto tempo abbiamo cercato di rendere questo fastidio come un rumore di fondo. Ora, per fare qualcosa, bisogna riconoscere l’origine del trauma.
Cos’è che mi dà fastidio? Da dove viene? Solo così possiamo ridefinire ciò che è accaduto e scegliere quale posto dargli nella vita.
È bene chiedersi cosa può fare per noi l’esperienza. Imparare da ciò che ci accade, nel bene e nel male, sarà sempre evoluzione.
Fare spazio al perdono
Non è facile, ma è liberatorio. Capire che a volte le persone agiscono guidate dalle proprie ferite e che non è qualcosa di personale è la chiave.
In questo modo è importante interrompere quel dialogo e quelle idee che alimentano il risentimento. Il perdono e la compassione devono valere anche per noi stessi. Comprendi che abbiamo fatto ciò che potevamo in un dato momento e non giudicarci per questo.
Gli esercizi per pensare nella direzione opposta
Sicuramente ricordi una situazione con disagio e amarezza. Raccogli ciascuno di quegli aspetti negativi che ti feriscono. Puoi persino scriverli su un lato di una pagina.
Allora cerca, per ognuno di questi aspetti, un contrappeso positivo, un trionfo. Trovare qualcosa da salvare da una situazione è altrettanto probabile quanto il dialogo interiore negativo che ripetiamo all’infinito a noi stessi. Quindi inizia a esercitare anche l’ottimismo.
Imparare a lasciare andare
Una situazione che ci ha colpito e ci ha lasciato il segno. Un limite che non siamo riusciti a mettere nel tempo e che ci fa sentire continuamente in uno stato di indifeso. È necessario cambiare, creare e credere in altre storie possibili.
Se non puoi parlare con quella persona che ci ha ferito, pratichiamo esercizi di immaginazione, provando quello che vogliamo dire. Possiamo anche scrivergli una lettera (anche se non gliela diamo mai). Sono modi per dire che questa storia non ci appartiene più.
Accetta che il tempo presente è oggi e che possiamo imparare dal nostro passato. Naturalmente, senza che il passato porti al collasso del nostro presente.
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Possiamo scegliere l’atteggiamento, non le circostanze
Non siamo padroni delle circostanze esterne.
È vero che ci sono vincoli ambientali e realtà che spesso sfuggono al nostro controllo. Empatizzare con ciò che dobbiamo vivere non significa che dobbiamo essere prigionieri o semplici spettatori.
Significa piuttosto esercitare libertà e decisione, cercando di trovare gli strumenti migliori per continuare a crescere. Non siamo padroni delle nostre circostanze, ma possiamo scegliere come reagire e agire contro di esse.
Pertanto, dobbiamo esercitare un po’ di più quella metafora che ci dice che il bagaglio emotivo è assemblato e disarmato da noi. Sei pronto per iniziare?
Bibliografia
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