Dolore al fegato: possibili cause e trattamenti

Il dolore al fegato è una manifestazione aspecifica di diverse condizioni che richiedono una valutazione medica. L'uso di analgesici da banco non è raccomandato.
Dolore al fegato: possibili cause e trattamenti
Mariel Mendoza

Scritto e verificato la dottoressa Mariel Mendoza.

Ultimo aggiornamento: 24 agosto, 2022

Il dolore al fegato si manifesta nella parte superiore destra dell’addome con una sensazione dolorosa, pulsante o palpitazione.

Il fegato ha molteplici funzioni, tra le quali spiccano la metabolizzazione degli alimenti e la disintossicazione dell’organismo, oltre alla sintesi di proteine, bile e fattori della coagulazione.

A volte il dolore al fegato è associato a una sensazione di gonfiore e può irradiarsi alla schiena o alla scapola destra.

Possono esserci anche altri sintomi associati come ingiallimento della pelle e delle mucose, affaticamento, urine di colore marrone scuro, feci arancioni o pallide, presenza di lividi, gonfiore delle caviglie o delle gambe, prurito della pelle, perdita di appetito.

A seguire, alcune possibili cause del dolore al fegato.

1. Epatite virale

L’epatite virale è una malattia infettiva che provoca dolore al fegato.

Esistono 5 diversi tipi di virus dell’epatite: virus dell’epatite A (HAV), virus dell’epatite B (HBV), virus dell’epatite C (HCV), virus dell’epatite D (HDV) e virus dell’epatite E (HEV).

Differiscono tutti nel modo in cui vengono trasmessi e nella loro evoluzione. Sebbene tutti possano causare epatite acuta, solo il virus dell’epatite B, il virus dell’epatite D e il virus dell’epatite C possono causare epatite cronica.

Le manifestazioni cliniche comprendono febbre, ingiallimento della pelle e delle mucose, feci pallide, urine arancioni e dolore al fegato, nonché dolorabilità addominale alla palpazione.

A volte può essere asintomatica, così come potrebbe manifestarsi come epatite fulminante (insufficienza epatica).

2. Epatite alcolica

Conosciuta anche come epatite alcolica, si riferisce al danno epatico acuto associato al consumo cronico di elevate quantità di alcol.

La sua manifestazione varia da insufficienza epatica asintomatica ad acuta. I sintomi iniziali possono essere dolore al fegato, palpitante o una sensazione di pesantezza associati a stanchezza e debolezza, perdita di appetito e peso, nausea e vomito.

Nei casi di insufficienza epatica acuta, i sintomi sono associati all’alterazione delle funzioni epatiche.

Quindi esistono insufficienze epatiche con tempi di coagulazione alterati (e manifestazioni di sanguinamento), accumulo di liquidi nell’addome e nelle estremità a causa della diminuzione delle proteine (edema), confusione e cambiamenti comportamentali dovuti all’accumulo di tossine nel sangue e nel cervello e cambiamenti nei livelli di zucchero nel sangue.

3. Fegato grasso non alcolico

Il fegato grasso non alcolico è associato a obesità, livelli elevati di colesterolo e trigliceridi e diabete mellito di tipo 2.

Nel fegato grasso è presente un accumulo di acidi grassi nel parenchima epatico che produce una situazione di stress ossidativo, con rilascio di radicali liberi dell’ossigeno e la generazione di una cascata infiammatoria che può far progredire la malattia dalla steatosi alla fibrosi avanzata.

Di solito è asintomatico ma può causare dolore al fegato, malessere, affaticamento e test di funzionalità epatica alterati.

4. Cirrosi epatica

Sebbene la cirrosi epatica di solito non causi dolore al fegato, può manifestarsi come disagio cronico nella parte superiore dell’addome.

La cirrosi epatica si riferisce allo stadio finale del danno epatico in cui vi è la formazione di fibrosi e noduli rigenerativi.

Le cause sono diverse, ma le più frequenti sono l’alcol, il virus dell’epatite C e la steatosi epatica non alcolica.

Di solito inizia nella forma asintomatica, che viene chiamata cirrosi epatica compensata; quando comincia a generare sintomi progredisce rapidamente causando insufficienza epatica inclusa l’ipertensione portale (presenza di varici esofagee e addominali con propensione al sanguinamento gastrointestinale).

5. Cancro al fegato

Il cancro del fegato, in particolare il carcinoma epatocellulare, è una neoplasia molto comune ed è direttamente correlato a casi di cirrosi epatica.

Il carcinoma epatico in fase iniziale è solitamente raro. Nelle fasi successive, si associano dolore al fegato sordo e costante, perdita di peso e appetito, vomito, ingiallimento della pelle e delle mucose, gonfiore addominale, debolezza e affaticamento.

Il dolore addominale in alto a destra è sempre dolore al fegato?

A volte il dolore al fegato può essere confuso con quello causato da disturbi alla cistifellea, al pancreas o ai reni.

Ecco perché in questi casi è importante andare dal medico il prima possibile per determinare la causa e un adeguato trattamento.

Come viene diagnosticato il dolore al fegato?

La diagnosi medica si basa sull’anamnesi, sull’esame obiettivo e sui test paraclinici.

Durante la visita medica, l’accento sarà posto sulla natura del dolore, il consumo di alcol, le abitudini alimentari e la storia familiare.

Negli esami paraclinici, oltre agli esami del sangue, è richiesta un’ecografia del addome superiore e una risonanza magnetica o una tomografia computerizzata.

In alcuni casi, quando si sospetta la causa del dolore al fegato, è richiesta una biopsia.

Come trattare il dolore al fegato?

Quando è causato da un consumo eccessivo di alcol o da un consumo eccessivo di cibo, si consiglia solo di rimanere idratati.

Occorre anche evitare il consumo di cibi altamente trasformati, zuccheri e grassi trans. Si raccomanda il consumo di frutta che aiuti a disintossicare il corpo, come l’ananas.

Non è consigliabile assumere antidolorifici perché la maggior parte di essi viene metabolizzata nel fegato, quindi può essere controproducente.

Quando il dolore al fegato persiste per ore, è di origine sconosciuta o sono presenti sintomi associati, è bene consultare il medico.

Il trattamento dipenderà dalla causa e sarà sempre abbinato a cambiamenti nelle abitudini alimentari, nello stile di vita e nell’inserimento di esercizi.

Sebbene il fegato sia l’unico organo in grado di rigenerarsi, quando il danno è irreversibile, può essere consigliato il trapianto di fegato.


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