
Prima di parlare di neutropenia febbrile, dobbiamo definire esattamente cosa si intende per “febbre” e per “neutropenia”. Una volta chiariti…
Per la riabilitazione si devono tenere in conto le paure del paziente, dal momento che il trattamento deve essere personalizzato e incentrato sulle necessità particolari di ogni paziente.
L’accidente cerebrovascolare, conosciuto anche come attacco cerebrale o ictus, richiede attenzioni e cure immediate: l’intervallo di tempo che va dalla comparsa dei primi sintomi alla visita medica non deve superare le 4 ore. Ogni minuto è prezioso, sia per evitare conseguenze più gravi sia per fare la differenza tra la vita e la morte.
L’accidente cerebrovascolare può colpire a qualsiasi età, ma è più frequente a partire dai 30 anni. Gli uomini hanno maggiori probabilità di soffrire di ictus rispetto alle donne.
È importante saper riconoscere i sintomi di un attacco cerebrale per poter soccorrere un familiare o un conoscente che sta attraversando questa situazione o per capire se noi stessi stiamo avendo un attacco cerebrale e poter chiamare d’urgenza l’ambulanza.
Fate molta attenzione ai seguenti sintomi: anche se scompaiono dovete consultare un medico che vi sottoporrà a una visita accurata.
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L’accidente cerebrovascolare è causato dall’ostruzione o dalla rottura di un’arteria nel cervello. Esistono due tipi di attacchi cerebrali:
Generalmente l’ictus è accompagnato da patologie quali l’arteriosclerosi o l’ipertensione arteriosa.
Per questo motivo dobbiamo tenere sotto controllo queste patologie, così come evitare le cattive abitudini.
Sottoponetevi a visite di controllo di routine per essere sempre informati su qualsiasi alterazione del vostro sistema circolatorio, soprattutto se riguarda le carotidi, le arterie incaricate di trasportare il sangue e, quindi, l’ossigeno al cervello.
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Come vi abbiamo già accennato, il recupero dopo un AVC dipende dall’attenzione immediata del paziente, dalle lesioni nel cervello e dalle possibili conseguenze e, infine, da un processo di riabilitazione neurologica precoce.
Il corpo di chi ha avuto un attacco cerebrale si comporta come se avesse perso la memoria: è necessario insegnargli nuovamente i movimenti che prima realizzava in tutta normalità e con facilità.
Allo stesso modo, è necessaria una terapia di sostegno psicologico, sia per il paziente sia per la sua famiglia. I cambiamenti nella famiglia di chi ha subito un attacco cerebrale sono molto forti: impotenza, oltre a depressione, esaurimento e stanchezza quotidiana…
La persona colpita cambia completamente: prima era una persona attiva, con un lavoro, svolgeva le sue attività in maniera indipendente e, all’improvviso, si ritrova a essere totalmente o parzialmente dipendente dagli altri.
Nella fase di recupero non c’è niente di accurato e certo: i miglioramenti possono essere lenti. Il corpo di ogni persona risponde in modo diverso agli stimoli. Per un paziente più giovane, in genere, le previsioni di una possibile guarigione sono migliori.
Per quanto riguarda le persone più mature, si cerca di raggiungere la maggiore indipendenza possibile affinché siano in grado di realizzare le attività che svolgevano prima dell’accidente cerebrale. Bisogna ascoltare le angosce del malato e programmare il trattamento di riabilitazione in base alle sue specifiche necessità.
Oltre a essere una delle principali cause di decesso di migliaia di persone all’anno, l’attacco cerebrale può anche generare molteplici disabilità nelle persone colpite.
Raccomandiamo a chi soffre di problemi di circolazione di prestare maggiore attenzione alle modalità di prevenzione dell’ictus. La vita è un tesoro troppo prezioso per permetterci di trascurarla, sia con eccessi che prima o poi potrebbero ripercuotersi sulla nostra salute, sia per mancanza di cura e attenzione medica per quanto riguarda malattie già presenti.