Le relazioni sociali sono complesse, anche tra i membri della stessa famiglia. La terapia familiare è un approccio psicoterapeutico che cerca di migliorare la comunicazione e colmare le carenze all’interno di questo sistema.
In questo articolo spieghiamo quando risulta necessario andare in terapia familiare. Allo stesso modo, esamineremo alcuni dei principi più elementari e in quali casi può essere efficace.
Cos’è la terapia familiare?
Lo scopo della terapia familiare è quello di rilevare i principali problemi del sistema costituito dai membri della famiglia. Si tratta quindi di un percorso di accompagnamento terapeutico volto a migliorare la convivenza.
È comune affrontare aspetti come la comunicazione assertiva, la tolleranza alla frustrazione, il riconoscimento delle emozioni proprie e altrui. Il tutto al fine di migliorare le capacità di adattamento di coloro che compongono il sistema familiare.
Questa terapia viene eseguita da psicologi, terapisti e, in alcuni casi, da un assistente sociale. In generale, è di breve durata, perché l’obiettivo principale è risolvere problemi specifici.
Quali sono i vantaggi della terapia familiare?
Presentiamo un elenco dei principali benefici della terapia familiare. Oltre a migliorare la comunicazione assertiva, offre altri importanti vantaggi.
1. Non richiede la partecipazione di tutta la famiglia
Sebbene la terapia sia focalizzata sul miglioramento del sistema familiare, non richiede la partecipazione di tutti i membri. Potrebbero andarci solo le persone che sentono il bisogno di farlo.
Il terapeuta sarà in grado di fornire le risorse necessarie a coloro che frequentano la terapia, in modo che possano essere agenti di cambiamento nel loro sistema familiare.
2. Migliora la comunicazione
La corretta comunicazione risulta essenziale per il benessere dei legami familiari. In molti casi le carenze espressive generano intensi conflitti in famiglia. Ma una volta che la comunicazione migliora, i problemi si risolvono.
Durante le prime sedute, il terapista dovrebbe svolgere il ruolo di traduttore, in modo che la comunicazione tra i partecipanti possa essere efficace. Si tratta di capire qual è il vero significato dietro un comportamento o una frase e fornire gli strumenti per esprimerlo.
3. Rafforza la fiducia
Un altro aspetto che genera conflitti all’interno di una dinamica familiare è la sfiducia. Quando si verificano eventi che danneggiano il legame di fiducia, le relazioni si deteriorano bruscamente.
Per rafforzare la fiducia, è necessario capire che alcune cose non possono essere cambiate ed è necessario accettarle come sono. Una volta che si verifica l’accettazione, tutti si sentiranno sollevati e potranno riporre la loro fiducia negli altri membri della famiglia.
Naturalmente, questo processo non si verifica allo stesso modo in tutti i casi. In alcune famiglie, la ristrutturazione delle relazioni può richiedere più tempo.
4. Previene eventuali conflitti futuri
In psicologia ci sono motivi reali e apparenti. È normale che, quando una persona o un nucleo familiare partecipa alla terapia familiare, ci sia una ragione.
Quindi, man mano che il processo avanza, il terapeuta sarà in grado di trovare le vere ragioni alla base dei conflitti e impedire che si intensifichino o portino nuovi problemi.
5. Abbassare i livelli di aggressività
L’aggressività è una reazione naturale in tutte le persone, scatenata dall’intensità nell’affrontare una determinata situazione. Quando diciamo che qualcuno è aggressivo, intendiamo dire che è determinato. Non è la stessa cosa che essere violenti.
Nei conflitti familiari accade spesso che l’aggressività mal canalizzata finisca per trasformarsi in atti di violenza domestica. Ecco perché uno degli obiettivi principali del terapeuta familiare dovrebbe essere quello di incanalare l’aggressività verso forme più adattive di risoluzione dei conflitti.
Quando è opportuno andare in terapia familiare?
Nei casi in cui la famiglia si trova coinvolta in situazioni che ne condizionano il naturale sviluppo in modo continuativo, sarà necessario rivolgersi ad un professionista. Accade spesso che le persone cerchino prima un aiuto personalizzato; in tal caso, il terapeuta dovrebbe suggerire la terapia familiare.
Come accennato, non tutti i membri possono essere inclusi nel processo. I partecipanti dovranno farlo volontariamente, con la ferma convinzione di apprendere delle risorse terapeutiche che funzionino nella loro vita quotidiana.
Nessuna famiglia è al sicuro dai problemi, ma quando il i conflitti diventano ricorrenti e intensi, il funzionamento del sistema inizia a risentirne. È opportuno andare in terapia familiare quando il malessere è intenso e fa stare male uno o più membri della famiglia.
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Caratteristiche di una famiglia sana
Una famiglia sana, se è lecito usare questa espressione, è quella che affronta i conflitti in modo funzionale senza lasciare che i legami ne risentano in modo negativo. Ci sono una serie di qualità tipiche delle famiglie sane:
- Rispetto per le differenze individuali di ciascuno dei membri.
- Affetto in misura equa, senza episodi di iperprotezione o trascuratezza.
- Raggiungimento di accordi di coesistenza congiunti.
- Regole che non sono rigide e possono essere allentate quando necessario.
- Comunicazione naturale senza paura di esprimersi.
Cosa fare se la mia famiglia non vuole partecipare alla terapia?
In caso di rifiuto generale di frequentare la terapia familiare, può essere fornita assistenza individuale per acquisire le risorse di comunicazione essenziali. Quindi si tenterà di convincere gli altri membri a partecipare al processo in maniera volontaria.
In alcuni casi, il terapeuta può contattare i membri della famiglia per invitarli a partecipare alle sessioni. Non importa se si partecipa individualmente; fare il primo passo è un inizio per migliorare la situazione.
Bibliografia
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