Secondo lo scetticismo filosofico la verità non esiste e, anche se esistesse, l’uomo non sarebbe in grado di riconoscerla. L’origine di questa corrente si trova nell’antica Grecia.
Questa teoria viene attribuita al filosofo greco Pirro da Elide (c. 360 – 270 a.C.), fondatore della scuola scettica chiamata pirronismo, di cui furono allievi filosofi come Timone di Fliunte (c. 320-230 a.C.) e Sesto Empirico (c. 160 -210).
Si pensa che l’incredulità degli scettici fosse tale da portarli alla convinzione che nulla fosse vero o falso, cattivo o buono, eretico o sacro. Così mettevano in pratica l’epojé o sospensione del giudizio, e potevano raggiungere l’atarassia o la pace della mente. Vediamo in cosa consiste questa corrente filosofica e come si distingue dalla nozione corrente e quotidiana di scetticismo.
Principi di scetticismo filosofico
In termini generali, i postulati difesi dallo scetticismo filosofico sono i seguenti:
- L’essere umano non potrà mai accedere alla vera conoscenza e nulla si può affermare di nulla.
- La realtà non può adattarsi ai concetti che gestisce la nostra mente.
- La conoscenza acquisita attraverso i sensi è irreale.
- Tutto ciò che sappiamo ci arriva per caso o per abitudine.
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Caratteristiche dello scetticismo filosofico
Le caratteristiche principali della scuola filosofica scettica sono le seguenti:
- La parola scettico deriva da skeptikós, che deriva da skeptesthai (esaminare, indagare). Quindi, gli skeptikoi sono coloro che esaminano o che indagano. Lo scetticismo consiste nell’andare oltre ciò che è accettato come vero.
- Gli scettici dubitavano a priori di qualsiasi affermazione o fatto, praticando sospensione del giudizio e indifferenza verso il mondo.
- Lo scetticismo raggruppava diverse posizioni filosofiche. Raggiunse la sua massima estensione secoli dopo, durante il Rinascimento.
- Gli scettici erano impopolari nell’antica Grecia: avevano la reputazione di essere sovversivi, di stravolgere riti, leggende e miti.
- Lo scetticismo scomparve dopo la caduta della civiltà greco-romana. Tuttavia, ricomparve secoli dopo nel Rinascimento, quando divenne uno strumento contro il dogmatismo cristiano medievale.
Rappresentanti dello scetticismo filosofico
I rappresentanti più importanti dello scetticismo filosofico sono i seguenti.
Pirro di Elide (c. 360 – 270 a. C)
È considerato il padre dello scetticismo. Grande viaggiatore, conobbe culture lontane seguendo l’esercito di Alessandro Magno. Il confronto gli permise di mettere in discussione molte delle verità accettate nella sua cultura.
L’unica testimonianza scritta dell’opera di Pirro è un’ode dedicata ad Alessandro Magno. L’eredità della sua dottrina, raccolta dal discepolo Timone di Fliunte , venne trasmessa attraverso Sesto Empirico. Secondo la sua testimonianza, Pirro era così radicale nella sua posizione da negare che si potessero raggiungere i primi principi della deduzione aristotelica.
Timone di Fliunte (c. 320 – 230 aC)
Fu filosofo greco e poeta satirico, discepolo di Pirro e Stilpone di Megara. Quasi tutto quello che si sa di lui proviene dal lavoro di Diogene Laerzio. Si dice che fosse molto eloquente ma povero.
Sesto Empirico (c. 160 – 210)
Medico e filosofo romano di origine greca, gli sono attribuiti la maggior parte dei precetti dello scetticismo raccolti nella sua opera Schizzi pirroniani. Ha ricevuto il soprannome di Empirco per le sue concezioni filosofiche, ma soprattutto per la pratica medica.
I suoi scritti, fortemente influenzati dalle idee di Pirro ed Enesidemo, sono diretti contro la pretesa dogmatica di conoscere la verità assoluta, sia nella morale che nella scienza.
Luciano di Samosata (125 – 181)
Scrittore romano di origine siriana, scriveva in lingua greca. Apparteneva al movimento detto secondo sofisma. Insieme a Sesto Empirico fu uno degli ultimi scettici dell’antichità.
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Esempi di scetticismo filosofico
Per capire meglio cosa sia lo scetticismo filosofico, ecco alcuni esempi:
- Se a un sostenitore della scuola scettica vengono presentati due argomenti opposti, entrambi con una base sufficientemente solida, questo non si schiererà a favore di nessuno dei due. Farlo lo porterebbe alla perdita della tranquillità.
- Le seguenti affermazioni sono classificate come scettiche: “ho alcuni argomenti e ne ho altri in contrario, ma non ne difendo nessuno”; “non affermo né nego l’esistenza di Dio”, “non credo in una verità, ma se c’è, cosa che non nego, non ho modo di conoscerla “.
- Un vero scettico non direbbe che fa caldo; direbbe solo che sente caldo. Questo perché non considera la propria conoscenza come verità assoluta.
Scetticismo quotidiano
Quando si parla di scetticismo, la prima cosa che viene in mente è un atteggiamento di dubbio nei confronti di ciò che gli altri proclamano come fatto. Cioè, la tendenza a non credere alle opinioni, alle credenze o alle dichiarazioni di terzi di punto in bianco, a meno che non siano supportate dalle prove necessarie.
Per applicare lo scetticismo nella quotidianità, a noi basterà verificare la veridicità dei fatti con i nostri mezzi (generalmente attraverso i sensi) prima di giungere ad una conclusione,
Lo scetticismo filosofico è più estremo, poiché la persona non affermerà né negherà mai la veridicità dei fatti, anche se potesse vederli attraverso i suoi sensi. Ricordiamo che questa posizione filosofica diffida della conoscenza che giunge dai sensi e nega categoricamente l’acquisizione della verità.
Per capire meglio la distinzione, prendiamo l’esempio di coloro che negano che il riscaldamento globale stia accadendo. Molti di noi potrebbero pensare che queste persone siano scettiche.
In realtà, piuttosto che dubitare che il fenomeno sia vero, sostengono che non esiste. Insomma, a rigore, Pirro da Elide non avrebbe fatto rientrare queste persone nella corrente degli scettici..
Bibliografia
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