La sindrome del tunnel tarsale rappresenta un quadro clinico poco comune, il cui sintomo principale è costituito dal dolore alla pianta del piede. Colpisce spesso le donne tra i 40 e i 45 anni di età. La sua incidenza è di circa uno 0,58% ogni 100.000 persone.
Questa sindrome è stata descritta per la prima volta nel 1932 da Pollock e Davis. Tuttavia, solo nel 1960 sono stati esposti i meccanismi che determinano la comparsa della sindrome del tunnel tarsale, grazie agli studi di Kopell e Thompson.
Nel 1962, Charles Keck fornì una descrizione dettagliata di questo problema e segnalò che molto spesso era stato mal diagnosticato a causa della sua somiglianza con la fascite plantare. Goodgold, Kopell e Spieldholz hanno illustrato gli effetti che questa sindrome provoca nel nervo tibiale.
Che cos’è la sindrome del tunnel tarsale
Ciò che viene chiamato sindrome del tunnel tarsale è un insieme di sintomi che derivano dalla compressione del nervo tibiale o dei nervi plantari nel tunnel del tarso. Quest’ultimo si trova nel retinacolo dei flessori, nella zona mediale della caviglia.
Il tunnel tarsale, o canale tarsale, è un tragitto osteo-fibroso che si trova nella parte interna della caviglia. Il tetto di questo tunnel è formato dal retinacolo dei flessori, o legamento trasverso, che si estende dal malleolo interno fino al calcagno. La sua funzione è quella di stabilizzare i tendini flessori.
Il tunnel tarsale passa anche al di sotto del muscolo adduttore del dito. Tra il retinacolo, il muscolo e il calcagno passano il nervo tibiale e i suoi rami. Quando si verifica la compressione di questi nervi, si presenta la sindrome del tunnel tarsale. Tale compressione ha luogo all’interno del canale osteo-fibroso inestensibile.
Questa sindrome è il risultato dell’infiammazione dei tessuti che circondano il tunnel del tarso. Quando si verifica questa eventualità, anche i nervi possono infiammarsi e rimanere compromessi, de a ciò si deve il dolore.
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Cause
La sindrome del tunnel tarsale dipende da varie cause che derivano da diversi processi. Questi ultimi sono i seguenti:
- Traumi. Si tratta della causa più comune. Generalmente, la sindrome del tunnel tarsale si presenta in seguito a una distorsione o a una frattura del malleolo interno, dell’astragalo del calcagno. Tutti questi fenomeni generano un ispessimento del legamento anulare e la conseguente compressione.
- Uso eccessivo o ipersollecitazione. Riguarda l’esecuzione di movimenti ripetitivi a livello della caviglia, dovuti alle attività quotidiane o a una pratica sportiva.
- Difetti nel piede. Il piede piatto valgo genera anomalie biomeccaniche che portano allo stiramento delle strutture interne e provocano la sindrome del tunnel tarsale.
- Processi infiammatori. In particolare, la tenosinovite dei flessori o del tibiale posteriore.
- Malattie al tendine o alle vene. Le vene varicose possono esercitare una pressione sui nervi. Lo stesso possono fare altri fattori, come una ciste sul tendine.
- Patologie sistemiche. Corrispondono a circa il 10% dei casi. le malattie che contribuiscono con maggiore frequenza sono: diabete, artrite, ipertiroidismo e iperlipidemia.
- Senza una causa nota. Circa il 25% dei casi di sindrome del tunnel tarsale non presenta una causa identificabile.
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Altre informazioni interessanti
Il sintomo principale della sindrome del tunnel tarsale è il dolore, localizzato intorno alla caviglia, quasi sempre nella parte interna. Questo fastidio si estende fino alle dita del piede e si acutizza camminando. In fasi avanzate del problema, il dolore si presenta anche quando si è a riposo.
Il dolore è bruciante e di solito è accompagnato da formicolio, crampi o fitte. All’inizio viene percepito solo quando si è in piedi, mentre si cammina o quando si indossano determinate calzature. La manifestazione più frequente consiste nella comparsa del dolore durante la notte, dopo le attività della giornata. Si ottiene un parziale sollievo muovendo la caviglia, la gamba o il piede.
È anche molto frequente che compaia una sensazione di intorpidimento, così come di debolezza ai muscoli del piede, alle dita dei piedi o alle caviglie. Nei casi più gravi, questa debolezza diventa più evidente e può portare a una deformazione della struttura del piede.
La totale guarigione da questa sindrome è possibile adottando il trattamento adeguato. Solo un piccolo gruppo di persone presenta conseguenze come insensibilità parziale o totale, oppure perdita del movimento. In una piccola percentuale di pazienti, inoltre, la lesione diventa ricorrente.
Bibliografia
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