Attualmente i progressi della nanomedicina ci aiutano a prenderci cura della nostra salute, concentrandosi soprattutto sulla prevenzione, la diagnosi e il trattamento di patologie che hanno un forte impatto sulla popolazione.
Questa branca della medicina usa le conoscenze della nanotecnologia per applicare ai trattamenti dei tessuti malati, senza danneggiare quelli sani. La nanotecnologia si dedica infatti al controllo e alla manipolazione di materia in una scala inferiore a 1 micron.
Grazie a queste tecnologie, che creano materiali e sistemi dalle proprietà uniche, la nanomedicina può arrivare oggi là dove non si era mai spinta la medicina tradizionale.
Aree di applicazione della nanomedicina
La nanomedicina comprende essenzialmente tre aree di applicazione:
1. La nanodiagnosi
La nanodiagnosi si basa sull’uso di nanodispositivi e sistemi di contrasto. In questo modo, la malattia viene individuata in modo sensibile, rapido e preciso fin dallo stadio iniziale. I dispositivi per la nanodiagnosi possono essere usati in vitro o in vivo.
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2. La nanoterapia o liberazione controllata di farmaci
Questa branca della nanomedicina si basa sull’uso di nanostrutture che permettono l’accumulo e la liberazione controllata di un principio attivo, esclusivamente alle cellule malate.
Le nanostrutture devono essere:
- Biocompatibili.
- Capaci di trasportare la dose di farmaco adeguata.
- Stabili fino a raggiungere il tessuto target.
3. La nanomedicina rigenerativa
Ripara o sostituisce tessuti e organi danneggiati con l’uso della nanotecnologia. Con questo sistema, si riesce a stimolare i meccanismi di riparazione del corpo umano.
Attualmente, si stanno sviluppando sistemi teranostici, che combinano in una stessa nanoparticella gli elementi per rilevare e trattare localmente una malattia.
Questi sistemi permetteranno la visualizzazione e la valutazione della cinetica e dell’efficienza del trattamento.
Progressi della nanomedicina in oncologia
Nel campo dell’oncologia, l’uso della nanomedicina si è concentrato su due elementi comuni a qualsiasi forma tumorale: la diagnosi precoce e gli effetti collaterali della chemioterapia.
La diagnosi precoce di un tumore aumenta significativamente le possibilità di cura. Uno dei principali usi della nanomedicina in questo campo è proprio la possibilità di individuare le cellule tumorali nelle fasi iniziali della malattia.
In questo senso, gli studi realizzati su cavie hanno rivelato che alcune nanoparticelle magnetiche affini ai marcatori tumorali permettono di individuare correttamente le cellule cancerogene.
La capacità diagnostica è molto più alta dei sistemi attuali, perché riescono a individuare cellule tumorali anche quando i livelli dei marcatori tumorali sono molto inferiori ai livelli misurabili con i metodi usati finora.
La nanomedicina per evitare gli effetti collaterali della chemioterapia
La chemioterapia è un trattamento molto aggressivo. Si basa sulla distruzione delle cellule cancerogene e provoca molti effetti collaterali, causati dalla distruzione delle cellule sane.
L’applicazione delle nanotecnologie al trattamento oncologico permette di ‘incapsulare’ i farmaci chemioterapici e lanciarli contro le cellule malate. In questo modo, ne migliora ‘efficacia e si riduce la tossicità per l’organismo del paziente.
Di recente un gruppo di ricercatori europei ha creato nanosfere capaci di penetrare unicamente nelle cellule cancerogene. In questo modo, si potrebbero evitare sintomi tipici della chemioterapia come la nausea, la debolezza o la perdita dei capelli.
Nanomedicina per le malattie cardiovascolari
Anche nel campo delle malattie cardiovascolari, le nanotecnologie hanno apportato notevoli progressi. Uno dei risultati più importanti è la possibilità di rilevare lesioni arteriose nelle fasi iniziali.
Sono in corso anche diversi studi per sfruttare le nanoparticelle al fine di somministrare i farmaci nelle aree colpite.
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Nanomedicina per le malattie neurodegenerative
Malattie come il Parkinson, l’Alzheimer o l’artrite potrebbero essere trattate in moro più efficace, poiché le nanoparticelle si dirigono verso aree specifiche del cervello o dei tessuti.
L’Alzheimer è caratterizzato dalla morte progressiva dei neuroni. In questo campo, è stata descritta la possibilità di generare neuroni usando cellule staminali esistenti nel cervello da stimolare con fattori di crescita.
Tuttavia, se questi fattori di crescita vengono iniettati nel flusso sanguigno, possono essere captati da altri tessuti diversi dal cervello. Ecco un esempio di un problema che può essere risolto dalla nanomedicina.
Conclusione
La nanomedicina, in un futuro prossimo, permetterà una diagnosi precoce più accurata delle malattie. Inoltre, con lo sviluppo di trattamenti localizzati e personalizzati, si potrà ottenere un monitoraggio del decorso della malattia diagnosticata e ridurre gli effetti collaterali del trattamento.
Bibliografia
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