A cadenza regolare, sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sia gli scienziati indipendenti pubblicano scoperte associate al Coronavirus. Un recente comunicato dell’OMS afferma che il contagio da Coronavirus non avviene per via aerea, e bisogna tenerne conto per la somministrazione di risorse durante la pandemia.
Questi dati hanno lo scopo di incrementare la nostra conoscenza sul virus così da agire di conseguenza. Sulla base di queste scoperte migliorano le misure di prevenzione attuate dai diversi Paesi.
L’isolamento sociale monitorato e la quarantena obbligatoria si basano su proiezioni scientifiche che provano che in questo modo il tasso di contagi tende a ridursi. Anche il lavaggio delle mani e l’uso delle mascherine per chi è infetto rispondono a logiche scientifiche.
Ciò che l’OMS mette in luce questa volta è un promemoria sul fatto che il contagio da Coronavirus non avviene per via aerea. Questa conoscenza era già stata acquisita e pubblicata, ma molto spesso non viene tenuta in considerazione.
Il fatto che il Coronavirus non sia trasmissibile per via aerea implica che si debba intervenire sul reale mezzo di diffusione. E per questo esistono precise linee guida sull’uso di mascherine e su come disinfettare le superfici.
Cosa dice l’OMS sul contagio da Coronavirus per via aerea?
L’OMS ha pubblicato un breve report lo scorso 29 marzo, aggiornando un rapporto precedente, pubblicato il 27 marzo. Consta di sole due pagine e riporta dati sul contagio da Coronavirus.
Il rapporto afferma che il Coronavirus non si trasmette per via aerea, bensì attraverso le particelle respiratorie. Tali goccioline vengono espulse dalla persona infetta e percorrono una determinata distanza in sospensione finché non scoppiano.
Come mette ben in chiaro la OMS, c’è una differenza sostanziale tra la trasmissione per via aerea e la trasmissione attraverso le goccioline. I virus che possono infettare attraverso l’aria sono quelli in grado di resistere all’ambiente senza scoppiare.
Non è il caso del SARS-CoV-2, che si avvale delle goccioline respiratorie per contagiare, perdendo parte della sua carica di resistenza una volta separatosi dell’involucro offertogli dalla goccia. Secondo quanto dimostrato dal rapporto, in Cina non è ancora stato possibile dimostrare l’effettiva trasmissione del virus per mera via aerea.
Questo virus, dunque, non si trasmette per via aerea, ma non è nemmeno sbagliato dire che a volte il contagio avviene attraverso l’aria, ma chiarendo che il mezzo di trasmissione sono le goccioline respiratorie espulse attraverso il naso o la bocca dal soggetto infetto.
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Quanto tempo sopravvive il Coronavirus nell’ambiente?
Insieme alla questione della trasmissione aerea, l’OMS chiarisce anche i dubbi sulla sopravvivenza del SARS-CoV-2 sulle superfici. Diverse particelle respiratorie espulse dai soggetti infetti vanno a depositarsi su oggetti, e da lì possono contagiare.
Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha stabilito la durata nell’aria del Coronavirus, simulandone l’espulsione attraverso apparecchi tecnologici. Queste apparecchiature creano aerosol con particelle virali per studiarne la dispersione.
L’OMS invita a non prendere questi risultati come applicabili alla vita reale. I dispositivi che espellono goccioline contenenti il virus, infatti, non hanno la stessa potenza di espulsione del naso o della bocca umana, e per questo non possono essere considerati simili.
Secondo le prove a nostra disposizione, non è possibile confermare che il SARS-Co2- sia in grado di sopravvivere all’interno delle particelle respiratorie per oltre 3 ore, né è certo che possa contagiare a oltre 2 metri di distanza. Sulla base di questi dati sono state stabilite le misure preventive sul distanziamento sociale imposto.
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Se il contagio da Coronavirus non avviene per via aerea, quando è bene usare le mascherine?
Secondo le linee guida dell’OMS, applicando questa conoscenza alla trasmissione del Coronavirus, sono due le situazioni possibili in cui indossare le mascherine:
- Per i soggetti positivi al COVID-19 e nei casi sospetti perché a contatto diretto con un individuo infetto o che sono rientrati da viaggi da paesi ad alta trasmissione del virus.
- Nel caso del personale sanitario sia nei luoghi di assistenza sanitaria che nei luoghi pubblici, così come per i pazienti con sintomi sospetti a seguito di consulenza presso guardie mediche e permanenza in sale di attesa.
La mascherina consigliata è quella catalogata come FPP3. La mascherina di tipo chirurgico non è efficace per le gocce respiratorie e può persino essere controproducente per una persona non infetta.
Somministrare le risorse durante la pandemia
Sapendo che il contagio da Coronavirus non avviene per via aerea, e che le mascherine non devono essere utilizzate da tutti per tutto il giorno, dobbiamo farne un uso responsabile. Le mascherine non abbondano e sono tra i principali strumenti di prevenzione.
È dunque nostro dovere, in quanto parte responsabili della diffusione del Coronavirus, fare un uso ponderato delle risorse a disposizione. Le mascherine andrebbero indossate solo in casi specifici per proteggere i soggetti più vulnerabili.
Bibliografia
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- van Doremalen, Neeltje, et al. “Aerosol and Surface Stability of SARS-CoV-2 as Compared with SARS-CoV-1.” New England Journal of Medicine (2020).
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