Il morbo di Alzheimer è la principale causa di demenza nel mondo. Tra le numerose alterazioni che può provocare, spiccano i disturbi del ritmo circadiano.
Nelle diverse fasi della malattia, di fatto, si presentano alterazioni del ritmo e della qualità del sonno dell’individuo. In questo articolo vi spieghiamo quali sono quelle associate al sonno, molto frequenti in chi soffre di Alzheimer.
Cos’è l’Alzheimer?
Il morbo di Alzheimer è la forma di demenza più comune nella popolazione mondiale. Nel pianeta ci sono circa 48 milioni di persone che ne soffrono e visto l’aumento dell’aspettativa di vita, si ipotizza un netto incremento della sua incidenza negli anni a venire.
Per definizione, è responsabile di un declino cognitivo che interferisce con la normale vita del soggetto, che sia nella sfera personale, sociale o lavorativa. Questa patologia prevede un accumulano delle proteine dentro e fuori i neuroni, così come si verificano morte cellulare e problemi di comunicazione neuronale.
Clinicamente l’Alzheimer causa perdita di memoria, il sintomo principale nonché quello più noto, ma può anche manifestarsi in molti altri modi. Alcuni dei sintomi che accompagnano la perdita di memoria sono le alterazioni del linguaggio e del comportamento. Questo coinvolge le fasi del sonno.
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Disturbi del ritmo circadiano nel morbo di Alzheimer
Di solito i disturbi del sonno si modificano di pari passo alla malattia. Tuttavia, il tipo di alterazioni e il loro impatto dipendono dal soggetto e dalla fase in cui si trova la malattia. I disturbi del ritmo circadiano nel morbo di Alzheimer possono essere suddivisi in diversi tipi:
- Cambiamenti nell’architettura del sonno: sono associati alle fasi del sonno. Nelle persone affette da Alzheimer le fasi di sonno profondo si riducono. Aumentano i microrisvegli e i risvegli. Si riscontra un numero inferiore di fasi del sonno REM e maggiore di sonno non-REM.
- Alterazioni della respirazione: russare, ipopnea e sindrome di apnea-ipopnea del sonno (dall’acronimo inglese OSAS). È stato possibile osservare che gli individui affeti dalla malattia presentano una notevole incidenza di queste patologie rispetto al resto della popolazione. Sarà necessario studiarle singolarmente, visto che il trattamento sarà specifico per queste patologie e parallelo alla demenza.
- Sindrome delle gambe senza riposo: in questo caso il soggetto ha bisogno di eseguire movimenti continui e regolari delle gambe mentre dorme. Questa sindrome può essere accompagnata da incubi.
Disturbi del ritmo circadiano
L’Alzeheimer altera il bioritmo e questa condizione progredisce di pari passo alla malattia, divenendo man mano più evidente.
L’alterazione del bioritmo comporta eccessiva sonnolenza nel corso della giornata. La persona tenderà a dormire nell’arco della giornata, oltre a sentire l’esigenza di fare brevi sonnellini. Questo acuisce i problemi sociali a causa della difficoltà a mantenere conversazioni e a relazionarsi normalmente.
Oltre a ciò, la sonnolenza e il sonno diurno porteranno l’individuo a essere meno stanco di sera. Ciò potrebbe indurlo a svegliarsi più volte nel corso della notte, nonché a essere più nervoso.
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La sindrome del tramonto nel morbo di Alzheimer
Un’alterazione specifica del bioritmo è la sindrome del tramonto o del sole calante. In questo caso i pazienti affetti da demenza, iniziano a manifestare un peggioramento dei sintomi, soprattutto dal punto di vista comportamentale, in concomitanza al tramonto. L’inquietudine aumenta e così la loro irrequietezza.
Oltre allo stato di agitazione e nervosismo, potrebbero soffrire di allucinazioni, illusioni, di una inspiegabile paura o di attacchi di ira. Fino al 20% dei pazienti affetti da demenza registra episodi associati a questa sindrome.
Cosa si può fare in merito?
Sebbene sia l’aspetto più conosciuto di questa malattia, l’Alzheimer non si manifesta esclusivamente con la perdita della memoria. Sono molti i sintomi che possono accompagnare tale disturbo e la sua manifestazione sarà diversa in ciascun paziente. Chi ha ricevuto una diagnosi di Alzheimer dovrà sottoporsi agli opportuni controlli e comunicare tutti i sintomi di cui soffre.
Sarà lo specialista, in ogni caso, a valutare il trattamento più idoneo. Molto spesso risulta necessario apportare diversi cambiamenti terapici fino a trovare quello più adatto.
Bibliografia
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