Non tutte le dipendenze prevedono il consumo di alcol o droghe. Esistono, infatti, alcuni comportamenti considerati comuni e persino quotidiani sebbene nascondano un evidente problema psicologico. Ne sono un esempio le dipendenze comportamentali.
L’uso intensivo dello smartphone, al punto da non riuscire a separarsene, genera dipendenza. Così come canalizzare le emozioni nel cibo e nelle abbuffate. Esistono molte forme e varianti di questa categoria clinica.
È stato un chiaro segnale di progresso il fatto che il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V) abbia finalmente incluso questa nomenclatura.
La distinzione tra dipendenze da sostanze e dipendenze comportamentali è avvenuta nel 2013. Potrebbe sembrarci irrilevante, ma è estremamente importante per l’approccio terapeutico. Approfondiamo l’argomento.
Cosa sono le dipendenze comportamentali?
Fino a pochi decenni fa si riteneva che tutte le dipendenze prevedessero il consumo di una sostanza. Motivo per cui, un comportamento dannoso che la persona non riusciva a smettere di replicare, era considerato un problema di controllo degli impulsi.
Tuttavia, oggi sappiamo bene che situazioni come la dipendenza da smartphone o dalla pornografia non sono semplicemente fondati sul “non riesco a controllarmi”. Il meccanismo cerebrale della dipendenza non necessita di sostanze esterne, come cannabis, anfetamine, cocaina, caffeina, nicotina e alcol.
Esistono abitudini apparentemente innocue e insignificanti che possono comunque creare dipendenza. Ciò si deve alle alterazioni cerebrali provocate da tali comportamenti. La dopamina e i rinforzi gratificanti, ma brevi, da esse forniti diventano l’elemento di cui ha bisogno il cervello per stare bene.
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Dipendenza senza droghe: com’è possibile?
Le dipendenze comportamentali sono condotte che sfuggono al controllo della persona e che risultano dannose. Analogamente, condividono le stesse caratteristiche delle dipendenze da sostanze, ma in questo caso non si attua il consumo di prodotti o sostanze esterni.
D’altro canto, se ci chiediamo a cosa sono dovuti questi comportamenti, la risposta va cercata nell’emozione che ne scaturisce: positiva, confortevole, piacevole e sempre ossessiva. La persona non sempre è consapevole della dipendenza, poiché in genere si tratta di comportamenti innocui (come giocare ai videogiochi).
La dipendenza viene attivata da un meccanismo di rinforzo positivo, come il piacere o l’euforia. Ma se il comportamento diventa ossessivo, compaiono sintomi di disagio e di astinenza quando non si esegue l’azione.
Quali sono le dipendenze comportamentali?
Esistono diverse dipendenze comportamentali e con l’arrivo delle nuove tecnologie ne sono emerse altre. Ciò obbliga i professionisti della salute a sviluppare nuovi metodi di diagnosi e di trattamento. Buona parte di questi disturbi colpisce una popolazione sempre più giovane. Ecco le più comuni:
- Ludopatia (Gioco d’azzardo): la pratica del gioco d’azzardo è molto diffusa, soprattutto dall’avvento delle sale scommesse.
- Gioco d’azzardo online: Lo studio scientifico condotto dalla Nottingham Trent University evidenzia che questa dipendenza è molto comune tra gli adolescenti.
- Dipendenza da Internet: sono migliaia le persone ormai incapaci di distogliere lo sguardo da tutto ciò che accade in rete.
- Dalla pornografia: il consumo di materiale a contenuto sessuale è una delle dipendenze comportamentali più comuni.
- Smartphone: un altro fenomeno frequente, che spesso passa inosservato. Perdere o separarci dal questo dispositivo può scatenare una forte ansia.
- Dal sesso: il bisogno di soddisfare il desiderio sessuale può diventare ossessivo e persino dannoso.
- Disturbi alimentari: come le abbuffate o l’ossessione per il cibo sano.
- Shopping compulsivo.
- Dipendenza affettiva: le dipendenze comportamentali possono riguardare anche la sfera sentimentale. Nello specifico, l’impossibilità di lasciare il partner anche se il legame è distruttivo.
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Quali sono i sintomi della dipendenza comportamentale?
I comportamenti che generano dipendenza possono manifestarsi in molti modi diversi. Secondo gli esperti, questi disturbi si manifestano spesso con i seguenti sintomi:
- Desiderio intenso e ansia di eseguire l’attività percepita come piacevole.
- Perdita di controllo progressiva sull’attività, non riuscendo più a interromperne l’esecuzione.
- Noncuranza delle attività quotidiane: come il lavoro, lo studio o le relazioni.
- Quando il contesto familiare/amicale della persona la mette in guardia riguardo la situazione, lei nega e si pone sulla difensiva.
- Progressivo deterioramento delle relazioni.
- Sindrome da astinenza, caratterizzata da ansia, irritabilità, disagio, rabbia e ira; che si manifesta quando la persona non può praticare tale comportamento.
Quali sono i trattamenti per questo tipo di dipendenze?
Il trattamento delle dipendenze comportamentali si basato su un fatto: questi disturbi presentano generalmente comorbilità con depressione, ansia o altri disturbi della personalità. È fondamentale eseguire una corretta diagnosi e porre particolare attenzione alla realtà di ciascun paziente.
In linea di massima si applicato un approccio di tipo multidimensionale, che unisce l’approccio farmacologico a quello psicologico. All’interno di quest’ultimo risultano particolarmente efficaci: la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia motivazionale, nonché la terapia di gruppo e familiare/coniugale.
D’altro canto, le aree sulle quali lavorare in psicoterapia sono l’autostima, la razionalizzazione dei pensieri, il controllo degli impulsi, la gestione delle emozioni e le strategie di affrontamento, oltre a quelle finalizzate a prevenire le ricadute. È essenziale stabilire nuovi obiettivi e progetti futuri.
Le dipendenze comportamentali sono molto comuni tra i giovani e gli adolescenti. È necessaria, pertanto, la collaborazione e la consapevolezza di famiglie ed educatori per prevenire e riconoscere questo tipo di disturbo.
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