Si definisce cuore polmonare un danno alla parte destra del cuore come conseguenza di gravi patologie polmonari. I sintomi vanno dalla ritenzione idrica a una progressiva difficoltà respiratoria.
Le opzioni terapeutiche in caso di cuore polmonare sono piuttosto limitate, in quanto è necessario prima risolvere la patologia soggiacente. Ne parliamo in dettaglio nelle righe che seguono.
Quali sono i sintomi?
Dipendono dalla patologia soggiacente e dalle lesioni cardiache associate, nonché dalla gravità del disturbo. È piuttosto frequente sperimentare una progressiva difficoltà respiratoria (dispnea).
Quest’ultima all’inizio può manifestarsi durante lo svolgimento di attività fisica a moderata intensità, come percorre lunghe distanze a piedi o salire le scale. Nei casi più gravi può manifestarsi persino a riposo.
Il danno a carico del cuore è accompagnato da gonfiore dovuto all’accumulo di liquidi (edema) in varie parti del corpo, come gli arti inferiori. Sono sintomi comuni anche il turgore delle vene giugulari e l’ingrossamento del fegato (epatomegalia).
Cause principali del cuore polmonare
Il cuore polmonare è causato da un’ampia varietà di patologie che compromettono il corretto funzionamento dei polmoni. Ciò include l’alterazione del sistema vascolare e del tessuto broncopolmonare.
Malattia polmonare ostruttiva cronica (COPD)
Come suggerisce il nome, questa patologia provoca un progressivo danno polmonare prodotto da continue reazioni infiammatorie. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è tra le principali cause di mortalità nel mondo.
I principali fattori di rischio sono il fumo prolungato e l’esposizione alla combustione di biomasse, come avviene nella cottura a legna.
I sintomi della COPD sono: dispnea, tosse grassa e predisposizione alle infezioni respiratorie. Il danno polmonare si traduce in una ridotta ossigenazione del sangue, la quale può comportare per il paziente, l’ossigenoterapia permanente.
Sono diverse le comorbidità associate a questo disturbo, e il cuore polmonare è una di queste. In quest’ultimo caso la prognosi si complica, giacché risulta complesso il trattamento di entrambe le patologie.
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Fibrosi cistica
Si tratta di una malattia dalla forte componente genetica la quale, oltre a colpire diversi organi, attacca in maniera particolare i polmoni. È caratterizzata dall’alterazione delle secrezioni, in particolare del muco prodotto naturalmente nelle vie respiratorie.
Tale aspetto aumenta il rischio di infezioni respiratorie letali, come quelle causate dal batterio Pseudomonas aeruginosa. Il danno di solito è piuttosto evidente, tanto che nella maggior parte dei casi la fibrosi cistica viene diagnosticata nei primi mesi o anni di vita.
Con il progredire della malattia si incorre frequentemente nell’ipertensione polmonare, con conseguente insufficienza cardiaca. Come indicano alcuni studi, la mortalità infantile aumenta spesso in modo significativo dopo la diagnosi di cuore polmonare.
Sclerodermia
Questo termine viene usato per descrivere un insieme di disturbi che causano la fibrosi e il progressivo cedimento di quasi tutti gli organi. La fibrosi è un processo di riparazione che genera i tessuti senza una funzione specifica.
Le reazioni dermatologiche sono piuttosto frequenti, ma tra gli organi interni sono i polmoni a essere maggiormente colpiti. In tal senso, provoca una pneumopatia interstiziale diffusa la quale, come nel caso precedente, porta anche all’ipertensione polmonare.
Dal punto di vista epidemiologico, la sclerodermia colpisce generalmente le donne tra i 30 e i 50 anni. Nonostante non esista una cura definitiva, il trattamento è finalizzato ad alleviare i sintomi e a ridurre i fenomeni infiammatori associati.
Come si diagnostica il cuore polmonare?
Per la diagnosi, i medici impiegano una combinazione di esami clinici e paraclinici. Da un punto di vista anatomico, le lesioni cardiache associate al cuore polmonare impattano la cavità denominata ventricolo destro e sono note come ipertrofia e dilatazione.
La prima determina un aumento dello spessore delle pareti della cavità stessa, mentre la seconda si riferisce all’aumento delle dimensioni del ventricolo.
Sono entrambe rilevabili con una semplice radiografia del torace o un elettrocardiogramma, ma devono essere confermate da un ecosonogramma o una risonanza magnetica.
L’ipertensione polmonare in forma iniziale viene confermata con il cateterismo cardiaco destro. Questa tecnica consiste nell’inserimento di tubicino in una vena nell’area inguinale, nel collo o nel braccio. Esso viene poi fatto avanzare fino a raggiungere il lato destro del cuore per misurarne la pressione.
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Trattamenti disponibili
Nella maggior parte dei casi la terapia è piuttosto complicata; e a ciò è dovuta l’alta mortalità associata al disturbo. Inoltre, dato che il cuore polmonare è una patologia secondaria, l’approccio più efficace consiste nell’eliminare o ridurre le alterazioni che causano il danno cardiaco. Ciò può anche risultare impossibile nei casi gravi, a meno che non si esegua un trapianto di polmone.
In funzione del quadro clinico del paziente, si possono somministrare dei farmaci per alleviare i sintomi legati alla ritenzione idrica. I farmaci diuretici in tal senso sono utili, benché comportino delle controindicazioni che il medico deve tenere in considerazione.
Sebbene sia possibile trattare l’ipertensione polmonare con alcuni farmaci (come i vasodilatatori polmonari), essi non sono altrettanto efficaci per le malattie che hanno come complicanza il cuore polmonare.
Prevenire il cuore polmonare
Le misure preventive consistono nell’evitare i fattori di rischio delle patologie polmonari. Tra le abitudini più efficaci in tal senso troviamo le seguenti:
- Eliminare progressivamente la dipendenza dal tabacco.
- Non utilizzare la legna per cucinare.
- Evitare l’esposizione a sostanze tossiche come la silice, l’amianto e il berillio.
Il cuore polmonare è una patologia grave e che richiede una rapida valutazione medica. Se riscontrate uno qualsiasi dei sintomi riportati in questo articolo, vi consigliamo di consultare uno specialista il prima possibile. Il professionista di riferimento in tal senso è il cardiologo.
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