Parto lotus: possibili rischi e benefici

Molte famiglie pensano che il parto lotus rispetti la sacralità del parto, ma presenta anche gravi rischi per la salute della madre e del bambino. Ne parliamo in questo articolo.

Madre con il bambino che rifiuta il seno.

Molte donne ritengono che il parto oggi abbia smarrito il suo significato emotivo e spirituale. Quindi cominciano a valutare opzioni alternative come il parto lotus, o lotus birth in inglese. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che oggi il parto è una procedura medica ospedaliera, metodica e controllata al fine di ridurre le probabilità di mortalità (decesso) e di morbilità (malattia) di madri e bambini.

L’adeguata assistenza medica a madri e bambini è una priorità dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Applicando interventi sanitari basati su prove scientifiche, è stato possibile ridurre il rischio globale approssimativo di morte materna, con dati che sono passati da 1 morte ogni 73 donne a 1 su 180.

Ecco perché è essenziale che i genitori siano ben informati quando decidono in che modo vogliono mettere al mondo il loro bambino. Ciò include anche sapere cosa comporta la scelta di una pratica scientificamente non provata come il parto lotus.

Cos’è il parto lotus?

La nascita lotus consiste nel non tagliare il cordone ombelicale dopo la nascita. Il bambino rimarrà attaccato al cordone ombelicale e alla placenta fino a quando non si staccheranno spontaneamente, il che avviene tra il terzo e il decimo giorno dopo la nascita.

La placenta viene prima lavata per rimuovere eventuali residui di sangue, quindi viene avvolta con cura in un materiale assorbente, come un pannolino. Infine, viene ricoperta di sale ed erbe aromatiche per regolarne l’umidità e prevenire i cattivi odori.

Per saperne di più: Cause di parto prematuro più comuni

Qual è l’origine di questa pratica?

Il parto lotus prende il nome da Clair Lotus Day, che nel 1974 osservò che gli scimpanzé appena nati non venivano separati dalla placenta, il che avveniva naturalmente. Ciò le fece pensare che fosse il modo migliore per mettere al mondo un’altra vita.

A cosa servono il cordone ombelicale e la placenta?

Senza la placenta, la gravidanza non potrebbe avvenire o essere mantenuta, poiché funge da barriera impedendo al sistema immunitario materno di attaccare il bambino come se fosse un corpo estraneo.

D’altra parte, l’ossigeno e tutti i nutrienti di cui il bambino ha bisogno per il suo sviluppo provengono dalla madre attraverso la placenta e il cordone ombelicale. Solo una volta nato, sarà in grado di ottenere il proprio ossigeno e portarlo al sangue attraverso i polmoni.

Feto nell'utero.
La placenta è l’organo che nutre il bambino durante la sua permanenza nell’utero.

Quali benefici vengono attribuiti al parto lotus?

Con il parto lotus si vuole impedire al bambino di sviluppare anemia, tenendo conto che il passaggio del sangue dalla placenta non verrà interrotto. Si presume, inoltre, che, non tagliando il cordone ombelicale, si elimina anche il rischio che venga infettato.

A ogni modo, ci teniamo a chiarire che si tratta solo di ipotesi: non ci sono prove scientifiche che le supportano.

Perché alcune famiglie lo scelgono?

Tuttavia, per quanto possa sembrare paradossale, il motivo principale per cui molte madri e padri scelgono il parto lotus non è relativo a nessuno dei precedenti.

Lo scelgono perché lo vedono come un’alternativa al parto ospedaliero attribuendo a questa tecnica un significato spirituale.

Dal punto di vista di chi sceglie il parto lotus, la placenta è un organo sacro, un simbolo di vita, fertilità e un legame indissolubile tra la madre e il suo bambino. Questa pratica rivendica il diritto della madre e del neonato di scegliere le condizioni della nascita.

Che impatto può avere sul benessere del bambino?

Secondo i principi del parto lotus, il cordone ombelicale e la placenta sono indissolubili dal neonato: deve essere lui a scegliere il momento in cui separarsi da essi.

Si ritiene che preservare la placenta e il cordone ombelicale eviti di sottoporre il bambino al trauma di separarlo bruscamente dalla madre e dall’organo che lo proteggeva durante la gravidanza.

Allo stesso modo, poiché è difficile muovere il bambino mentre è ancora attaccato alla placenta, i genitori affermano di trascorrere più tempo in sua compagnia.

Quali sono i rischi del parto lotus?

Ma se il parto lotus sembra così bello e spirituale, allora come mai le nascite non avvengano tutte in questo modo? Come accennato, non ci sono prove scientifiche a favore di questa pratica tali da definirla sicura e vantaggiosa.

In realtà, il parto lotus è una pratica considerata rischiosa e sconsigliata. Finché non ci saranno delle prove solide a favore e finché ci saranno delle segnalazioni di casi in cui possa rappresentare un pericolo per il neonato, non è etico né consigliabile raccomandarlo.

Contrariamente a quanto si possa credere, non tagliando il cordone ombelicale non vi è alcun rischio di infezione per il bambino, ma la placenta in decomposizione sì che è una pericolosa fonte di batteri. Sono stati segnalati casi di onfalite (infezione dell’ombelico) e sepsi (infezione del sangue).

Ma non finisce qui. Un flusso permanente e fuori controllo di sangue dalla placenta può portare a ittero (ingiallimento degli occhi e della pelle), policitemia (troppi globuli rossi che causano un aumento della viscosità della sangue) e trombosi.

“L’assistenza specialistica prima, durante e dopo il parto può salvare la vita di molte donne incinte e neonati”.

– Organizzazione mondiale della Sanità –

Allora, cosa è consigliato?

Quando si tratta di decidere in quali circostanze vogliamo che nasca nostro figlio, è necessario tenere presente quanto segue:

  • Informarsi dalle fonti appropriate. Si consiglia di sollevare i propri dubbi e preoccupazioni ad un medico di fiducia.
  • Il tipo di parto, sia esso vaginale o cesareo, dipenderà dallo stato di salute, dal modo in cui si sviluppa la gravidanza e dal benessere del bambino.
  • Prendere la decisione sarà più facile se la gravidanza è stata tenuta sotto controllo in modo appropriato e se la madre si è sottoposta a tutti i test indicati.
  • Per quanto riguarda l’avere il bambino a casa o in ospedale, la scelta dipende se la gravidanza è a basso rischio. Cioè, se non ci sono sintomi che indicano che la madre o il bambino siano in pericolo.
  • Potersi recare presso l’ospedale più vicino, se necessario, è molto importante. Il funzionamento della rete sanitaria non è uguale in tutti i paesi e fino al 40% delle gravidanze considerate a basso rischio possono complicarsi al momento del parto.
  • La preparazione per il parto è altamente raccomandata. Questa fa parte del programma di nascita e dei corsi prenatali.

Il travaglio attivo

L’emorragia post-partum rimane la causa più comune di morte materna. La gestione attiva del parto o della terza fase del travaglio è un intervento vitale per evitare questa complicazione così pericolosa. Quando parliamo di travaglio attivo, ci riferiamo essenzialmente a 3 comportamenti:

  1. Prendere una medicina che aiuti l’utero a contrarsi. Il farmaco per eccellenza è l’ossitocina. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) è questo l’intervento primario.
  2. Trazione controllata del cordone ombelicale.
  3. Massaggio uterino.

Trazione controllata del cordone ombelicale

L’OMS raccomanda anche di praticare la trazione controllata del cordone ombelicale, che consiste nel non bloccare o tagliare il cordone immediatamente, ma attendere almeno 1 minuto dopo la nascita del bambino.

Ad eccezione dei neonati prematuri e di quelli che necessitano di assistenza respiratoria, la trazione controllata del cordone ombelicale previene l’anemia e altre gravi malattie che possono colpire il neonato.

Rispettare la maternità

Le raccomandazioni delle organizzazioni internazionali per la cura della gravidanza e del parto sono finalizzate al trattamento dignitoso e rispettoso della madre, proteggendone la privacy, la riservatezza e l’integrità.

L’obiettivo non è solo prevenire la morbilità e le morti materne, ma anche dare potere alle donne e di rivendicare i loro diritti. Questo processo inizia prima del concepimento e continua dopo la nascita del bambino.

Un parto umanizzato

Dopo il parto, quando la madre sta bene e il bambino nasce senza complicazioni, bisogna preservare il contatto pelle a pelle di entrambi almeno durante la prima ora per facilitare l’allattamento.

Il neonato verrà posto sull’addome della madre, asciutto e pulito, per controllare che il modo in cui respira sia quello corretto. Nel frattempo, sarà possibile tagliare il cordone. Quindi il bambino verrà avvolto con una coperta asciutta.

Le altre cure di routine da fornire al bambino non vanno trascurate, ma possono essere rimandate a dopo, quando starà a stretto contatto con la madre.

Parto in ospedale.
Il travaglio in ospedale riduce il rischio di morte sia della madre che del neonato. Ma le organizzazioni internazionali raccomandano l’umanizzazione del processo.

Si consiglia di leggere: Parto in acqua: tutto quello che c’è da sapere

Il parto lotus è sconsigliato

Non si può ignorare il fatto che, nonostante l’assenza di prove scientifiche a sostegno del parto lotus, i genitori che l’hanno vissuta la considerano un’esperienza positiva che vorrebbero ripetere.

In parte, questo è dovuto al fatto che i sentimenti, le convinzioni, i pensieri, le emozioni e la spiritualità di un essere umano sono una parte essenziale della vita. Il sapere medico tende a concentrarsi sugli aspetti biologici e scientifici, a volte trascurando gli altri bisogni umani.

Tuttavia, l’assistenza medica non deve essere sinonimo di un parto freddo, disumanizzato o traumatico. Esistono molti modi per conciliare le esigenze olistiche di madre, padre e figlio che non rappresentino alcun rischio per nessuno dei due.

Nell’ambito della preparazione al parto, devono essere indagate e verificate le caratteristiche dell’assistenza fornita. Il parto lotus non è consigliato, ma esistono delle alternative molto umane nei nostri ospedali che non hanno niente da invidiare a questo metodo.

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