L’Associazione Optometrica Americana (AOA) ha pubblicato le nuove linee guida sullo screening della vista e sugli esami oculistici per gli adulti. Questa volta abbiamo trovato una novità: gli esperti concordano su un esame della vista all’anno per i soggetti di età superiore ai 18 anni.
Prima di questo aggiornamento, l’AOA aveva un criterio diverso per la frequenza degli esami della vista negli adulti. Questa era la proposta precedente:
- 18-39 anni: un controllo ogni due anni e annuale solo per chi presenta fattori di rischio.
- 40-64 anni: stessa raccomandazione della fascia d’età precedente.
- Oltre i 65 anni: un controllo annuale.
Pertanto, la modifica dell’American Optometric Association riduce l’intervallo della visita oculistica per un gran numero di persone. Ma non tutti gli esperti sono d’accordo con le nuove linee guida e ci sono persino Paesi in cui è indicata una frequenza diversa.
Perché l’AOA ha cambiato le sue linee guida?
L’organizzazione americana afferma che la prevalenza dei problemi visivi è molto alta. Pertanto, il suggerimento di accorciare i tempi di screening sarebbe uno strumento in più per la diagnosi precoce e il trattamento delle malattie oculari.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel pianeta ci sono circa 200 milioni di persone non vedenti. In particolare, negli Stati Uniti, 4,2 milioni di persone di età superiore ai 40 anni soffrono di cecità legale o di ipovisione, secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC).
Molti di questi casi sono prevenibili. In altre parole, se ci fosse una diagnosi precoce, si potrebbero fornire mezzi e trattamenti per evitare la progressione verso la perdita completa della vista.
L’intento dell’AOA va oltre la cecità totale o legale, che è un problema economico e sociale reale. Promuove un approccio globale all’importanza della vista:
Le linee guida aggiornate forniscono ai medici optometristi i mezzi per offrire esami oculistici completi e di qualità che si traducono direttamente in un miglioramento della funzione visiva e della qualità della vita del paziente”.
~ Ronald Benner, Presidente dell’AOA
Quali sono le linee guida negli altri Paesi?
L’esame oculistico annuale proposto dall’Associazione Optometrica Americana non incontra l’approvazione di tutti gli ambienti medici. Infatti, alcuni specialisti negli Stati Uniti hanno dichiarato che la frequenza è eccessiva per persone senza fattori di rischio e senza sintomi.
L’American Academy of Ophthalmology (AAO), sempre negli Stati Uniti, ha un protocollo di visita oculistica che è stato riaffermato l’ultima volta nel 2009 e che non concorda con l’AOA. Il protocollo prevede una visita oculistica completa all’età di 40 anni; poi, se non ci sono fattori di rischio, le visite oculistiche possono essere intervallate ogni 2 o 4 anni fino all’età di 54 anni. Se non ci sono ancora sintomi o fattori di rischio, la frequenza si riduce a 1-3 anni dopo i 55 anni.
Ma cosa si raccomanda in altri Paesi? Vediamo:
- La Società Oftalmologica Italiana consiglia questo calendario: entro i tre anni d’età – primo giorno di scuola – a 12 anni – a 40 anni e poi ogni due anni fino a 60 anni – una volta all’anno oltre i 60 anni. I Pazienti sottoposti a interventi agli occhi o con malattie oculari devono sottoporsi a visita medica oculistica specialistica una volta ogni anno.
- Spagna: la Società Spagnola di Oftalmologia concorda e raccomanda un controllo annuale dopo i 40 anni.
- Messico: il governo messicano raccomanda controlli annuali, ma specifica che questa frequenza è ottimale per coloro che presentano fattori di rischio, come l’ipertensione o il diabete.
- Inghilterra: il College of Optometrists del Regno Unito ha una scala particolare basata sul rischio e sull’età degli adulti. Questa associazione propone uno screening ogni 2 anni nei soggetti di età superiore ai 16 anni, riducendo a un anno quando vengono diagnosticati problemi come la retinopatia diabetica.
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La differenza tra accordo unanime ed evidenza
L’indicazione di una visita oculistica annuale da parte dell’American Optometric Association chiarisce nella sua guida che si tratta di un accordo unanime tra esperti, quando si tratta di pazienti tra i 18 e i 64 anni. Ciò significa che si tratta di una raccomandazione fatta da medici con una preparazione specifica nel loro campo di competenza.
Tuttavia, il consenso non si basa completamente su prove scientifiche, ma sull’esperienza. Ciò significa che non esistono studi e ricerche convincenti che possano fungere da solido supporto
Al contrario, la visita oculistica annuale per gli over 65 ha prove scientifiche a sostegno della raccomandazione. Ricerche e analisi hanno dimostrato il valore dello screening oculistico annuale per gli adulti più anziani.
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Come comportarci con la nuova raccomandazione dell’Associazione Optometrica Americana?
La domanda logica che ci poniamo è quale decisione prendere come pazienti: ci atteniamo al consiglio dell’Associazione Optometrica Americana di effettuare una visita oculistica all’anno? O alle raccomandazioni in vigore in Italia?
Alcuni studi condotti per determinare l’influenza dell’età sulla vista e sulla necessità di usare gli occhiali hanno rilevato che a 55 anni c’è un punto di svolta. Da quel momento in poi, cioè, lo screening dell’acutezza visiva sembra diventare più importante, in quanto chi si rivolge a un oculista riceve, in genere, la prescrizione di occhiali su misura per il proprio problema di vista.
A partire dai 55 anni, secondo la scienza, un controllo oculistico annuale potrebbe essere più utile.
L’AOA chiarisce che la sua proposta riguarda una visita oculistica completa e non solo uno screening dell’acutezza visiva. Il medico che esegue l’esame dovrebbe indagare sulla storia medica della famiglia, valutare la percezione dei colori, tracciare la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo e analizzare i movimenti del bulbo oculare.
In particolare, se avete più di 18 anni e meno di 65, e una visita oculistica annuale è alla vostra portata, non è una cattiva idea farla. Se non si hanno sintomi o fattori di rischio, è possibile ritardare questo controllo e farlo ogni 2 anni.
Bibliografia
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