Distimia: la malinconia che ci rende prigionieri

L’origine della distimia potrebbe trovarsi nell’eredità genetica, il che significa che se un familiare ha sofferto di episodi simili, c’è la possibilità che ne soffriremo anche noi.

Gli esperti ci dicono che la distimia è il disturbo depressivo più diffuso tra la popolazione. Bisogna inoltre sottolineare che, nonostante si tratti di una depressione lieve, il problema fondamentale è che di solito è cronica.

Il termine “distimia” proviene dal greco e definisce uno stato d’animo nel quale la pesantezza, l’apatia, la malinconia e una carenza di energie per affrontare la giornata donano una sensazione molto comune a diverse persone.

Se si tratta del vostro caso e vi identificate in questa descrizione, vi invitiamo a saperne di più in questo articolo. Impedite alla distimia di diventare il tunnel che imprigiona la vostra vita.

Distimia: lo sconforto che ci rende prigionieri

È importante ricordare sempre che, nonostante sia il disturbo depressivo più comune, gli psicologi e gli psichiatri non lo considerano una depressione profonda. Bensì si tratta di un disturbo dello stato d’animo che, se non viene curato, può alterare la vita quotidiana.

Vediamo quali sono i pilastri basici che definiscono la distimia.

1. L’origine della distimia

Ancora non sono chiari i fattori che determinano la comparsa della distimia. Nonostante ciò, esistono alcune caratteristiche da tenere bene a mente.

Origine biochimica

Uno dei motivi per cui è tanto complicato gestire in modo personale la distimia è perché, a volte, questa malinconia cronica non è dovuta a fattori esterni, bensì interni.

Un’alterazione dei nostri neurotrasmettitori come, per esempio, un deficit della serotonina, scatena una variabilità del nostro stato d’animo. Infatti il cervello rimane intrappolato in bassi livelli di stimolazione e in uno stato d’abbattimento progressivo.

Le genetica

Dobbiamo conoscere i precedenti nella nostra famiglia. Se nostra madre o i nostri nonni hanno sofferto o soffrono di una depressione minore o il loro carattere è quasi sempre apatico, negativo e attraversano periodi di sconforto, bisogna stare allerta.

Di solito, la distimia è ereditaria e prevale la trasmissione da madri a figlie. Non è determinante, ma esiste una possibilità.

L’ambiente e i modelli educativi

Pensiamo quando capita di vivere in un luogo dove i legami affettivi sono stati traumatici e, a volte, determinanti.

Le esperienze negative, le perdite personali o i fallimenti sentimentali sono altri detonanti di questo stato d’animo che, senza essere una depressione grave, influisce sulla vita di tutti i giorni.

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2. Sintomi della distimia

  • Lo stato d’animo di solito ha molti alti e bassi. Alcuni giorni abbiamo più energie, ma, dopo un po’, perdiamo la voglia, l’entusiasmo, la speranza…
  • A questa malinconia si aggiungono, a volte, il cattivo umore e l’irritabilità. Se, inoltre, ci troviamo circondati da gente che non capisce cosa ci sta succedendo, la sensazione peggiora. Soprattutto quando sentiamo frasi del tipo “sei sempre amareggiato” o “non hai mai voglia di fare niente”.
  • È molto difficile godere delle piccole cose positive di tutti i giorni, non si è entusiasti ed è molto raro dire a se stessi “sono felice, oggi sto bene”.
  • Disturbi del sonno: il mattino non ci trova mai in grado di alzarci riposati. Ci risvegliamo spesso ed è difficile conciliare un sonno ristoratore.
  • Risulta molto difficile concentrarsi, si hanno piccoli problemi di memoria e, a volte, è difficile persino seguire la trama di un film o di un libro.
  • È frequente soffrire di cefalee, dolori muscolo-scheletrici, giramenti di testa, etc.

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Come possiamo affrontarla?

distimia

L’aspetto più complesso della distimia è il fatto che si manifesta nella nostra vita quasi senza rendercene conto. Poco a poco, abbiamo meno voglia di fare le cose, siamo sempre più giù di corda e la nostra felicità, il nostro equilibrio, si sfilacciano come una stoffa.

È necessario che teniate a mente questi aspetti

  • La distimia ha quasi sempre un’origine organica, il che significa che è necessario seguire una cura farmacologica che regoli il buon funzionamento dei nostri neurotrasmettitori.
  • Consideratela una malattia. Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) la definisce un Disturbo Depressivo Persistente. Dovete quindi capire che, oltre ai farmaci, è necessario sviluppare le giuste strategie per affrontare la situazione.
  • Anche se le parole “cronico” o “persistente” possono essere spaventose, si tratta comunque di una definizione generale. Molti pazienti sono stati in grado di superarla grazie alla propria forza interiore e al sostegno della famiglia.
  • Dovete capire che nessun dolore, tristezza o malinconia è eterno. La vita scorre, cambia e si muove, e dovete darvi il permesso di far parte di questo movimento. Un buon modo di riuscirci è adottando alcuni cambiamenti.
  • Iniziate dalle piccole cose: cambiate pettinatura, cambiate alimentazione per renderla più sana, cambiate alcune delle vostre vecchie amicizie con nuove.
  • Tutti questi sono stimoli, motivazioni e nuovo entusiasmo. Il motore del cambiamento è dentro di voi ed è necessario nutrirlo con nuovo entusiasmo.
  • Anche se la distimia non si supera da un giorno all’altro e richiede un po’ di tempo, si tratta di un disturbo che può essere superato con i farmaci e cambiando il modo di guardare la vita.

Non afferratevi alle radici del negativismo. Stringete con forza la coda delle comete che appaiono ogni giorno per portarvi sempre più in alto, per farvi spiegare di nuovo le ali con ottimismo e coraggio.

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