Perché la voce materna attiva il cervello del figlio?

Uno studio dimostra che la voce della madre sveglia il cervello di suo figlio, aprendo così nuove vie di riceca nella psicologia infantile

“Di madre ce n’è una sola” è la frase tipica che diciamo tutti. Senza dubbio, la scienza sta cercando di dimostrare sempre più che, in realtà, è proprio così, soprattutto per quanto riguarda la mente dei bambini.

Molti mezzi di comunicazione si sono fatti portavoce di uno studio realizzato dall’Università della Colombia Britannica in cui si segnala che ascoltare la voce della madre attiva il cervello del figlio in modo sorprendente.

L’autore del lavoro principale spiega che, quando i bambini ascoltano la voce della loro mamma, automaticamente inizia ad attivarsi in loro una successione di connessioni neuronali che non si produce con nessun altro suono.

Questo non avviene nemmeno quando una donna, dalla voce simile a quella della madre, pronuncia la stessa parola.

Le regioni cerebrali che si mettono in moto sono quelle emotive, sociali, del riconoscimento del volto e quelle che si incaricano di differenziare ciò che è importante da ciò che non lo è.

Da questo studio risulta sorprendente che un suono abbia la capacità di originare onde di reazioni.

Gli scanner dimostrano che la voce della mamma sveglia il cervello del figlio 

Per portare a termine questo studio, sono stati scelti 24 bambini di età compresa tra i 7 e i 12 anni che avevano vissuto da sempre con la loro madre; è stato provato che il quoziente intellettivo degli stessi era nei limiti della norma.

Il procedimento è stato molto semplice: è stata eseguita una scansione di tutti i bambini mentre ascoltavano la voce della loro madre e di un’altra donna che articolavano una serie di parole senza senso. Il risultato non poteva essere più chiaro.

Si resero conto che non appena iniziò a parlare la prima, nel 97% dei casi si ripeteva lo stesso circuito biologico confermando che la voce della madre attivava il cervello del figlio.

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Ma non è tutto! Il direttore dello studio, infatti, afferma che questa risposta si traduce in un miglioramento delle abilità sociali dei bambini. 

Tutto ciò spiega perché, durante l’infanzia, sia così necessaria la presenza materna, dati i benefici cerebrali ed emotivi generati.

Una scoperta per il futuro 

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La bellezza di questo risultato non si limita a confermare la forte relazione che esiste tra una madre e il suo bambino, ma apre un campo di ricerca più ampio sull’utilizzo della voce materna nella terapia per bambini con problemi, come l’autismo.

Como già saprete, questo disturbo è caratterizzato dalla difficoltà di relazionarsi con gli altri o con se stessi oppure dall’ossessione per ordinare le cose in un certo modo e la necessità di avere i propri giorni programmati a puntino.

Tutto questo è causato dal fatto che le persone affette da questo problema ricevono stimoli che il cervello non riesce a gestire. Se la voce materna attiva il cervello del figlio, però, si potrà ricorrere ad alcune registrazioni che possano rilassare gli autistici.  

Pare che il fenomeno appena scoperto potrebbe essere un eccellente punto di partenza nella sperimentazione di trattamenti orientati al miglioramento dell’intensità della malattia, in quanto presenta il vantaggio di agire sull’origine del problema e non sui suoi sintomi.

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L’importanza di agire sin dagli inizi

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Per molti anni, la medicina ha dovuto accontentarsi di diagnosticare e creare trattamenti a partire dai sintomi.

I medici combattevano contro i problemi di salute e le conseguenze da essi causate, il tutto trasformandosi in un percorso labirintico per riuscire a trovare il farmaco adatto.

Negli ultimi dieci anni, i ricercatori e la tecnologia sono riusciti ad incontrare più facilmente proprio il momento in cui iniziano le difficoltà.

Senza dubbio, i progressi sono enormi perché moltiplicano in modo esponenziale le possibilità di successo. Per questo motivo, è importantissima la scoperta che riguarda la voce materna e la sua capacità di attivare il cervello del figlio.

Come abbiamo detto, tutto ciò apre le porte alla speranza per quanto concerne le terapie contro i problemi psicologici che rendono difficile lo sviluppo dei bambini sin dalla prima infanzia. Si potrebbero persino accantonare i trattamenti farmacologici e, allo stesso tempo, evitare gli effetti secondari che provocano.

Sapere che la voce materna attiva le connessioni cerebrali del figlio attraverso un circuito stabilito da sinapsi, invoglia ad impiegare questi risultati anche in campo psicologico.

Allo stesso tempo, dà l’input per continuare a lavorare sulla conoscenza delle funzioni dell’organismo e sul perché si producono alcune anomalie.

Bibliografia

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