La novalgina: a cosa serve questo farmaco?

La novalgina è utilizzata nel trattamento del dolore acuto da moderato a intenso, nel post-operatorio o a seguito di un trauma di tipo colico o tumorale.
La novalgina: a cosa serve questo farmaco?

Ultimo aggiornamento: 03 gennaio, 2023

La novalgina è un farmaco composto da metamizolo o dipirone. Appartiene al gruppo dei pirazoloni ed è ad azione analgesica e antipiretica.

Tuttavia, la novalgina ha anche proprietà antinfiammatorie e spasmolitiche, anche se di minore intensità. Vediamo, a seguire, le caratteristiche di questo farmaco.

Come agisce la novalgina?

Struttura chimica del metamizolo

Come succede con altri farmaci di questo gruppo, il dipirone (o metamizolo) agisce inibendo l’azione della ciclossigenasi. Di conseguenza, inibisce la sintesi di prostaglandine, azione alla quale si devono le proprietà analgesiche e antipiretiche. Nonostante questo aspetto e sebbene i suoi metaboliti siano attivi e blocchino la sintesi di prostaglandine, la sua attività antinfiammatoria non è considerevole.

D’altra parte, il metamizolo rilassa e riduce l’attività del muscolo liscio gastrointestinale e uterino. Il dipirone, o metamizolo, si può somministrare per via orale, intramuscolare o intravenosa. La novalgina viene rapidamente metabolizzata dal fegato, in cui si trasforma in metaboliti attivi, poi eliminati attraverso l’urina.

A quale scopo si assume?

Questo farmaco viene impiegato nel trattamento del dolore acuto da moderato o intenso post operatorio o post traumatico, di tipo colico o di origine tumorale. È indicato anche nei casi di febbre alta in cui non c’è reazione ad altre misure o ad altri farmaci antipiretici.

Dosaggio e controindicazioni

La novalgina

Il dosaggio dipende sempre dall’effetto analgesico desiderato e dalle condizioni del paziente. In linea di massima, per gli adulti, le dosi da somministrare per via orale in genere vanno dagli 8 ai 16 mg/kg di peso corporeo.

La somministrazione parenterale è associata a un rischio maggiore di reazioni anafilattiche. Per il trattamento di stati febbrili nei bambini, solitamente è sufficiente un dosaggio di 10 mg/kg di peso corporeo.

Gli effetti analgesici e antipiretici agiscono dai 30 ai 60 minuti dalla somministrazione. Il dosaggio parentale che superi 1 g di dipirone deve essere controllato, perché potrebbe causare ipotensione.

Un’altra raccomandazione da tenere in considerazione è che, nel caso di pazienti diabetici, è bene prescrivere compresse o gocce anziché sciroppo. Inoltre, bisogna evitare elevati dosaggi di metamizolo in pazienti con insufficienza renale o epatica. Per quanto riguarda le controindicazioni, la novalgina non va impiegata nei seguenti casi:

  • Ipersensibilità ai pirazolonici.
  • Insufficienza renale o epatica sia acuta che cronica.
  • Discrasie ematiche.
  • Ulcera duodenale attiva.
  • Insufficienza cardiaca.
  • In gravidanza e allattamento.

Si consiglia inoltre di realizzare un esame ematologico prima di iniziare il trattamento, ma anche periodicamente, durante il trattamento.

Effetti indesiderati

Il dipirone, o matamizolo, è un analgesico che, proprio per i suoi effetti tossici e in particolar per la sua correlazione con l’agranulocitosi, è stato ritirato dal mercato in molti paesi. Sono disponibili diverse informazioni che indicano come l’assunzione di questo farmaco possa causare gravi reazioni di ipersensibilità:

  • Agranulocitosi: sebbene non sia un sintomo comune, si tratta di una grave reazione e, a volte, irreversibile. Nonostante le cause siano sconosciute, viene annoverata tra le reazioni di tipo immunologico.
  • Shock: si tratta di un’altra reazione essenziale di ipersensibilità. Si manifesta con prurito, sudorazione fredda, offuscamento della vista, nausea, dispnea e depigmentazione della pelle.

L’agranulocitosi e lo stato di shock mettono in pericolo la vita del paziente e richiedono la sospensione del trattamento. In questi casi, bisogna consultare subito il medico.

Possono comparire anche reazioni di ipersensibilità cutanea, soprattutto nelle mucose degli occhi e nell’area nasofaringea. Altre possibili reazioni in seguito alla somministrazione di metamizolo sono la leucopenia, la trombocitopenia e l’anemia emolitica.

Raccomandazioni dell’AIFA ai professionisti sanitari

La novalgina e altri farmaci

L’agenzia Italiana del Farmaco ha analizzato la situazione del metamizolo in Italia sulla base dei casi registrati di agranulocitosi. Essa insiste nel ricordare che questi farmaci sono da rilasciare solo a fronte di ricetta medica. Inoltre, fa le seguenti raccomandazioni ai professionisti della salute:

  • Prescrivere il metamizolo solo per trattamenti di breve durata: 7 giorni al massimo.
  • Si raccomanda di prescriverlo solo in casi nei casi che rientrano tra le indicazioni terapeutiche autorizzate ed entro il dosaggio minimo efficace.

Nei casi che richiedono un trattamento prolungato, bisognerà sottoporre a regolari analisi del sangue, l’emocromo con formula leucocitaria. I pazienti che non possono eseguire tali esami non potranno assumere il metamizolo.

La novalgina: conclusioni

Prima di prescrivere il metamizolo, si consiglia di eseguire un’anamnesi con lo storico medico dettagliato del paziente. In questo modo sarà più facile evitare di somministrarlo a pazienti con un trascorso di reazioni di ipersensibilità o ematologiche a questo farmaco.


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