Porre dei limiti nell’infanzia è un compito che, di solito, spetta ai genitori, ma che può essere eseguito anche da altri adulti. I limiti hanno lo scopo di organizzare le risposte dei bambini e, allo stesso tempo, offrire dei punti di riferimento.
Dire di no è necessario in un gran numero di occasioni e si raccomanda che questo atto sia accompagnato da una spiegazione sommaria che ne giustifichi le ragioni. A mano a mano che gli anni passano e i bambini crescono, tali limiti variano in proporzione, così come i diversi meccanismi che li determinano.
Da uno scatto d’ira o capriccio, come lo chiamiamo spesso, fino alla possibilità di negoziare permessi e uscite, porre dei limiti deve rinnovarsi con il passare degli anni. Cos’altro dovete sapere? Continuate a leggere questo articolo per scoprirlo.
I limiti nell’infanzia: uno strumento utile per lo sviluppo dei bambini
Perché lo dico io
“Perché lo dico io” è una frase che ha goduto di un’enorme fortuna nell’educazione dei figli. È possibile, però, che al giorno d’oggi non meriti troppo spazio, a meno che le ripetute spiegazioni non siano riuscite a dare i risultati che si sperava di ottenere.
In questo senso, dire per esempio “Perché lo dico io, che sono la tua mamma (o il tuo papà). Dal momento che la responsabilità del tuo benessere ricade su di me, ritengo che non sia adeguato che tu faccia questa cosa o vada in quel luogo” potrebbe avere una certa utilità.
In un articolo di opinione scritto da Josep Cornellá i Canals, citato dall’Associazione Spagnola di Pediatria, si sottolinea che:
“Le regole sono fondamentali quando il bambino sta scoprendo l’ambiente che lo circonda e, con le sue marachelle ci sta chiedendo di stabilire dei limiti. Il bambino molto piccolo non è in grado di capire ragionamenti né argomentazioni.”
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Ponendo dei limiti si educa?
Ponendo dei limiti si educano i figli? Ma come porli? È possibile che non esista un’unica risposta. A volte, l’osservazione da parte dei genitori del modo in cui i loro amici o altri familiari pongono dei limiti, così come il ricordo gradevole o traumatico della propria infanzia, può servire a orientarci su che cosa fare e cosa, invece, evitare.
I limiti nell’infanzia come fonte di autostima
Porre dei limiti (quando questo atto si inscrive sotto il segno dell’amore e della pazienza) promuove l’autostima. Allo stesso tempo, è bene ricordare che quando i bambini si abbandonano a capricci o scatti di rabbia, spesso si tratta del loro modo di chiedere un limite.
Il modo in cui vengono gestiti i capricci nell’infanzia può rappresentare uno specchio nel quale i bambini riescono a vedere se stessi di fronte alle difficoltà.
Limiti sani e limiti dannosi
Possiamo affermare che vi sono limiti sani e altri che non lo sono. Non c’è dubbio che siano limiti sani quelli in grado di portare a un risultato soddisfacente.
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In sintesi
- Porre dei limiti nell’infanzia è indubbiamente un atto d’amore, proprio come quando, per esempio, facciamo somministrare ai bambini un vaccino prescritto da un medico professionista.
- Quando dobbiamo porre un limite, è assolutamente necessario non perdere la calma, dal momento che l’ira o uno stato alterato non ci consente di adottare una prospettiva corretta né, tanto meno, di offrirla.
- È importante concentrarci su non più di due questioni alla volta quando si tratta di stabilire un limite, per evitare che quest’ultimo perda la sua efficacia.
Bibliografia
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