Avvelenamento da piombo: quali sono le conseguenze?

L'avvelenamento da piombo spesso può passare inosservato, ma in alcuni casi è necessario il trattamento d'urgenza, in quanto potenzialmente letale. Come riconoscerlo? Qual è il trattamento più indicato? Ne parliamo in questo articolo.

Bambino con avvelenamento da piombo.

L’avvelenamento da piombo, o saturnismo, è una condizione clinica piuttosto rara, ma che può causare gravi complicazioni se non trattata adeguatamente. Il piombo è difatti un metallo pesante che non svolge alcuna funzione nel corpo umano e che pertanto risulta tossico a qualsiasi dose.

In passato era ampiamente utilizzato nella produzione di vernici, combustibili, ecc.; ma la ricerca e le politiche ambientali, volte a ridurne l’utilizzo, si sono dimostrate efficaci. Tuttavia, si possono ancora riscontrare casi isolati legati all’esposizione sul lavoro o alle vecchie abitazioni.

I sintomi dell’avvelenamento da piombo sono aspecifici e i principali soggetti a rischio sono le donne incinte e i bambini piccoli. Volete saperne di più? Ne parliamo nel dettaglio in questo articolo.

Quali sono le cause dell’avvelenamento da piombo?

L’avvelenamento da piombo è legato all’ingestione e all’inalazione di grandi quantità di questo metallo. Fino a non molto tempo fa, era un problema più o meno frequente, in quanto svariati prodotti e combustibili contenevano significative quantità di piombo.

Tuttavia, grazie all’intervento di enti internazionali quali l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), i casi si sono progressivamente ridotti. Nello specifico, il piombo si puà trovare nei seguenti oggetti e luoghi:

  • Vernici domestiche.
  • Vecchi giocattoli.
  • Tubature e rubinetti.
  • Batterie per auto.
  • Alcuni oggetti di vetro o ceramica.
  • Pallottole.
  • Alcuni cosmetici.
  • Pavimentazioni, soprattutto quelle esposte alle fuoriuscite di benzina o di vernice.

Alla fine degli anni ’70, negli Stati Uniti, furono messe in atto alcune misure per contrastare i casi di avvelenamento da piombo. Per tale ragione, ad esempio, vennero cambiati i processi di produzione di gran parte delle vernici che includevano questo metallo.

L’esposizione professionale al piombo interessa i seguenti settori: cantieri navali, edilizia civile, estrazione mineraria, produzione di plastica o di batterie, idraulica. In teoria, in questi ambiti dovrebbero essere adottati dei sistemi di prevenzione, basati sulle norme della sicurezza sul lavoro, benché in alcuni casi possano verificarsi degli incidenti sul lavoro.

Pittura al piombo.
Fino a non molto tempo fa, le vernici domestiche erano uno dei principali fattori di rischio per l’avvelenamento da piombo.

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Sintomi nei soggetti adulti

In funzione del grado di intossicazione, i sintomi possono variare da molto lievi a letali. In genere sono aspecifici, perciò, difficilmente si riesce rilevare il problema in tempo. Alcuni dei soggetti colpiti possono presentare le seguenti manifestazioni cliniche:

  • Aumento della pressione sanguigna.
  • Anemia.
  • Mal di testa, dolori addominali, muscolari e articolari.
  • Problemi di concentrazione e memoria a breve termine.
  • Debolezza.
  • Perdita di appetito
  • Stitichezza.
  • Irritabilità.

Tali sintomi compaiono spesso in maniera progressiva. Di fatto, fino a quando la causa dell’avvelenamento persiste (associato all’esposizione professionale o domestica), essi potrebbero peggiorare nel tempo.

Sintomi nei neonati

Dato che il piombo può penetrare la barriera placentare, può interferire con lo sviluppo del feto durante la gestazione. E, poiché molti dei casi di avvelenamento da piombo passano spesso inosservati, ciò costituisce un problema serio per il bambino.

In un primo momento, possono aversi delle gravi complicazioni ostetriche. Esse includono l’aborto spontaneo, il parto pretermine e la restrizione intrauterina della crescita (IUGR). In alcuni rari casi, possono prodursi delle malformazioni nel feto.

Se il bambino viene alla luce, avrà una maggiore predisposizione alle complicazioni mediche, soprattutto nei primi cinque anni. Di fatto, si sono riscontrate encefalopatie letali legate all’avvelenamento da piombo.

Anche il trattamento più tempestivo non esclude possibili sequele. Il deterioramento cognitivo, l’irritabilità e i problemi di memoria sono alcune delle manifestazioni che tendono a presentarsi nel corso della vita del soggetto.

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Diagnosi dell’avvelenamento da piombo

Tranne che negli specifici casi di esposizione professionale o domestica, difficilmente vengono effettuati degli esami per verificare un eventuale avvelenamento da piombo. Di fatto, nel caso di sintomi lievi, è molto probabile che non venga nemmeno riconosciuto.

L’unico modo per diagnosticare in maniera oggettiva il disturbo è attraverso degli esami che misurino la concentrazione di piombo nel sangue. I valori dipendono da ciascun laboratorio, ma, poiché il piombo svolge scarse funzioni nell’organismo, qualsiasi livello potrebbe essere considerato patologico.

Al di sopra di 5 µg/dL, possono verificarsi complicazioni piuttosto gravi, soprattutto nei bambini di età inferiore a cinque anni. Alcuni pazienti possono anche presentare livelli di 150 µg/dL o più.

Ulteriori studi

Quando vi è necessità di ricovero ospedaliero o di esami complementari, è probabile che il medico prescriva i seguenti esami:

  • Biometria ematica completa (BHC) o ematologia completa (HC): consente di verificare i livelli di emoglobina, i quali tendono a diminuire nel caso di avvelenamenti cronici.
  • Ecosonogramma o radiografia addominale: questi esami permettono di escludere la presenza di lesioni infiammatorie.
  • Biopsia o aspirazione del midollo osseo: impiegata per escludere ulteriori cause di anemia, soprattutto in presenza di alterazioni dei parametri sanguigni. I risultati sono generalmente normali.
  • Radiografia delle ossa lunghe: dato che il piombo tende ad accumularsi nel tessuto osseo, questo esame consente di stimare dati quali il tempo di esposizione e la gravità dell’avvelenamento. Alcuni ricercatori lo considerano addirittura uno dei migliori indicatori diagnostici, come suggerisce anche questo studio.

Trattamento dell’avvelenamento da piombo

Una volta effettuata la diagnosi, il trattamento dipenderà dalla gravità dei sintomi e dalla lunghezza del periodo di esposizione.

  • Se il paziente presenta sintomi lievi, sarà sufficiente il monitoraggio e un trattamento per via orale. Nei casi più gravi, la scelta è il ricovero e la terapia endovenosa.
  • Nei casi di avvelenamento acuto, è più probabile che avvenga l’ospedalizzazione del paziente. Le condizioni croniche, in funzione della loro gravità, potrebbero essere gestite in modo più conservativo.

In entrambi i casi, il trattamento consiste in misure di supporto di base e nella somministrazione di farmaci. Le prime includono la somministrazione di soluzioni endovenose e il lavaggio gastrointestinale, mentre i farmaci sono per lo più composti chelanti.

Quest’ultimo termine si riferisce a principi attivi che hanno la capacità di legarsi ai metalli pesanti nel sangue. Pertanto, ne viene ridotta la tossicità e stimolata l’eliminazione attraverso l’urina o la bile.

Trattamento avvelenamento da piombo.
Il trattamento per l’avvelenamento da piombo, a seconda dei casi, può avvenira per via orale o endovenosa.

Terapia farmacologica

Al momento, esistono quattro farmaci per trattare l’avvelenamento da piombo. Non tutti sono stati approvati a livello globale, in quanto esistono normative specifiche legate alle diverse nazioni.

  • Calcio disodico edetato: conosciuto anche come EDTA, viene somministrato per via endovenosa e solitamente in cicli.
  • Dimercaprol: questo medicinale può essere somministrato per via intramuscolare.
  • Penicillamina: viene utilizzata per i trattamenti orali a lungo termine, pertanto può essere gestita a livello ambulatoriale.
  • Succimero: si utilizza anch’esso per via orale.

Tutte queste opzioni richiedono la prescrizione medica. Inoltre, a seconda delle caratteristiche del paziente, possono manifestarsi complicazioni quali epatite, insufficienza epatica e reazioni allergiche.

Prevenzione dell’avvelenamento da piombo

Attualmente, la fonte più comune di esposizione al piombo è il contatto con prodotti datati e con l’ambiente di lavoro. Il primo caso riguarda le vernici commercializzate prima dell’entrata in vigore delle normative internazionali relative alla presenza di piombo negli ambienti industriali. Nei casi di una possibile esposizione, è importante ricordare quanto segue:

  • Lavare le superfici potenzialmente contaminate.
  • Lavate spesso le mani, prima e dopo mangiato, soprattutto nel caso dei bambini.
  • Nel caso di riparazioni in ambienti domestici piuttosto vecchi, non carteggiate le superfici manualmente e senza protezioni.
  • Seguite un’alimentazione sana ed equilibrata.
  • Bevete solo acqua potabile, prodotta con un corretto processo di filtrazione e purificazione.
  • Se si maneggiano spesso pallottole, è bene evitare di portarle alla bocca.

Nel caso di sintomi compatibili con quelli dell’avvelenamento da piombo, è necessario consultare un medico il prima possibile. Se i sintomi sono sono lievi, è possibile recarsi direttamente in ambulatorio. Mentre nei casi moderati o gravi, è bene recarsi immediatamente al pronto soccorso.

Raccomandazioni finali in caso di avvelenamento da piombo

Sebbene l’intossicazione da piombo sia un evento piuttosto raro, è importante contattare il medico nei casi di possibile esposizione. Ciò è particolarmente importante nei casi di soggetti a rischio quali le donne incinte e i bambini piccoli. Non dimenticate che anche a basse dossi possono presentarsi fastidiose sequele.

A quale specialista rivolgersi?

La maggior parte degli specialisti è in grado di diagnosticare un caso di avvelenamento da piombo. Pertanto, consultare il medico di famiglia, un internista o un pediatra è la prima cosa da fare. Nel caso fosse necessaria una valutazione più specifica, sarà il medico stesso a guidarvi nella procedura.

Come prepararsi alla visita?

Se avete già prenotato la visita medica, cercate di attenervi il più possibile alle seguenti raccomandazioni:

  • Provate a ricordare quando avete iniziato a soffrire dei sintomi e quali farmaci avete assunto per alleviarli.
  • Se soffrite di una malattia preesistente, ditelo subito al medico. Ciò include malattie croniche e allergie, ovviamente.
  • In caso di esami di laboratorio più o meno recenti portateli con voi.
  • Assumete dei farmaci? Portateli con voi o scrivetevi il nome su un pezzo di carta. Il medico dovrà tenere conto di eventuali interazioni con una possibile terapia farmacologica.
  • Cercate di identificare la causa specifica dell’esposizione al piombo. Nei paragrafi precedenti abbiamo accennato alle fonti più comuni.
  • Recatevi alla visita accompagnati da qualcuno. Speso l’ansia, può impedire di ricordarsi chiaramente le raccomandazioni fornite dal medico.

L’intervento immediato, nei casi di avvelenamento da piombo, è un fattore decisivo per la prognosi. Pertanto, nel caso di sospetto, è sempre meglio rivolgersi tempestivamente al proprio medico. Non dimenticatelo!

Bibliografia

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