La morte del Diez, un anno fa, scosse il mondo dello sport. È passato un anno: Diego Armando Maradona si è spento il 25 novembre 2020 dopo anni di malattia.
L’autopsia riportò un arresto cardiorespiratorio e poco prima il calciatore aveva subito un intervento per ematoma subdurale. Sebbene possa esserci un legame tra i due eventi, non si può escludere che il susseguirsi di una serie di malattie, abbia messo a dura prova la sua capacità di reagire.
L’ultima autopsia ha reso più chiare le circostanze del decesso. L’equipe medica ha trovato segni di danni cronici agli organi vitali, dai polmoni al fegato.
Il pibe de oro è morto giovane. Aveva 60 anni e alle spalle una vita intensa. Vediamo le sei malattie che hanno segnato gli ultimi anni di Maradona.
1. Cirrosi
L’autopsia ha stabilito che Maradona soffriva di cirrosi. Si tratta di una malattia del fegato che ne modifica la struttura e rende inefficiente la funzione epatica.
Nella cirrosi è presente una disorganizzazione del tessuto epatico. Si formano bande e aree di fibrosi che spostano le cellule (epatociti). Il fegato aumenta di dimensioni e viene ostacolato il passaggio di sangue ai tessuti.
Una serie di sintomi denotano insufficienza epatica:
- Ingiallimento della pelle e delle mucose (ittero), dovuto all’accumulo di bilirubina non metabolizzata.
- Edema, legato all’accumulo di liquidi derivante da insufficienza circolatoria e da una minore presenza di proteine, dal momento che il fegato non le sintetizza più.
- Disturbi della coagulazione, poiché gran parte dei fattori di coagulazione sono sintetizzati nel fegato. Una loro minore concentrazione nel sangue favorisce emorragie, ecchimosi ed emorragie incontrollate.
La cirrosi di Maradona potrebbe derivare da una serie di danni epatici. Nel 1982 gli era stata diagnosticata un’epatite B. Anni dopo, nel 2007, un’epatite tossica. Quest’ultima è un’infiammazione del fegato che deriva da sostanze chimiche.
2. Osteoartrite del ginocchio
Nell’ultimo periodo, Maradona aveva gravi limitazioni alla mobilità degli arti inferiori. Soffriva di artrosi bilaterale del ginocchio.
Si tratta di un’infiammazione cronica delle articolazioni con la formazione di nuovo tessuto sotto forma di cicatrice ossea che indurisce i tessuti molli. In altre parole, la cartilagine si ossifica, perdendo la sua capacità di ammortizzazione e lubrificazione. Allo stesso tempo, si consuma, quindi le strutture dure sfregano l’una contro l’altra.
Le ginocchia colpite da artrosi sono dolenti, spesso gonfie e, nei casi più gravi, impediscono il movimento.
È un disturbo degenerativo, ovvero peggiora con l’età. A questo si aggiunge un’obesità che Maradona stentava a controllare, quindi un fattore di sovraccarico sulle articolazioni.
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3. Obesità
Il sovrappeso e l’obesità di Diego Maradona sono state malattie che lo hanno portato sulle copertine dei giornali. Quando raggiunse i 120 chili nel 2005 e quando subì un intervento dieci anni dopo, si è temuto per la sua vita.
Il primo intervento chirurgico fu un bypass gastrico, dopo aver superato i 100 chili. Fu eseguito in un contesto di rischio, poiché il pibe de oro aveva complicazioni polmonari e cardiovascolari.
Tuttavia, parve avere buon esito. Il calciatore riuscì a perdere 50 chili nei mesi successivi. Ma dieci anni dopo fu aggiunto un bendaggio gastrico per tenere sotto controllo i frequenti aumenti di peso.
L’obesità non ha solo conseguenze estetiche. Le complicanze associate sono in genere gravi. Le persone obese hanno un più alto tasso di disturbi cardiaci, un alto rischio metabolico e una riduzione della qualità della vita.
In coppia con l’obesità vanno spesso l’insulino-resistenza e il diabete, l’angina pectoris e l’apnea ostruttiva del sonno. Sappiamo che Maradona ha lottato fino all’ultimo con disturbi del sonno.
4. Disturbi dell’umore
Sebbene si sospettasse che Maradona soffrisse di disturbi psichiatrici nei suoi ultimi anni, non è mai stata resa pubblica una diagnosi.
Tuttavia, secondo i risultati dell’autopsia, c’erano tracce di venlafaxina e quetiapina nelle sue urine. Il primo è un antidepressivo del gruppo degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina. Il secondo è un antipsicotico.
La combinazione di venlafaxina e quetiapina è un trattamento tipico dei pazienti con depressione resistente a un singolo farmaco. Secondo la ricerca, è una valida alternativa quando altre possibilità sono state tentate, anche se dovrebbe essere riservata ai casi più gravi.
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5. Malattie cardiache
Il cuore di Diego Maradona è stato bersaglio di gravi malattie. Uno degli episodi più importanti è avvenuto nel 2000, mentre la star era a Punta del Este (Uruguay).
Un’aritmia lo portò quasi alla morte. In questa occasione emerse che il calciatore soffriva di una grave dilatazione delle camere cardiache. Unita ad un assottigliamento delle pareti del cuore, ciò ha reso il pompaggio del sangue inefficiente, oltre a portare ad una scarsa irrorazione del muscolo cardiaco stesso.
L’esito atteso, quando queste variabili non sono controllate, è l’infarto miocardico acuto.
Allo stesso tempo l’insufficienza cardiaca genera sintomi. I liquidi si accumulano in alcuni tessuti del corpo, i polmoni scambiano male l’ossigeno con l’anidride carbonica, la pressione arteriosa aumenta e i reni non ricevono abbastanza sangue per eliminare i rifiuti.
Un anno fa, il primo responso circa la morte di Diego Maradona parlava di edema polmonare acuto dovuto a insufficienza cardiaca scompensata. Questo perché i polmoni si riempiono di sangue, non potendo farlo avanzare nel circuito cardiorespiratorio, perché il muscolo cardiaco non pompa come dovrebbe.
6. Ematoma subdurale
Come abbiamo detto, poche settimane prima della sua morte, il calciatore era stato operato per un ematoma subdurale. Questo quadro clinico è caratterizzato da una raccolta di sangue tra le ossa del cranio e il cervello, di solito a causa di traumi.
L’intervento aveva cercato di alleviare la pressione che questa massa di sangue generava sul cervello. Lo stress dell’operazione stessa potrebbe aver costretto il sistema circolatorio a lavorare oltre le sue capacità.
Non è noto quando o perché si sia formato questo ematoma. Forse un vecchio colpo ricevuto in campo che, pian piano, stava accumulando sangue. O forse un evento recente. Non si può escludere nemmeno una piccola rottura di un vaso cerebrale che ha perso gradualmente sangue.
Le malattie di Maradona
Gli ultimi anni di Maradona sono stati caratterizzati dalla malattia. Diversi organi compromessi allo stesso tempo lo hanno indebolito al punto da togliergli la forza di reagire allo stress dell’ultimo intervento chirurgico.
Indubbiamente, alcune patologie sono legate. L’insufficienza cardiaca porta a edema polmonare e insufficienza renale. Essere in sovrappeso aggrava l’artrosi delle ginocchia. La cirrosi impedisce un’adeguata coagulazione e favorisce la formazione di lividi.
Tutte le patologie multiple e le terapie polifarmaco sono di difficile approccio. A un anno dopo la morte di Maradona, non possiamo che stupirci della sua storia medica.
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