Per il Liverpool in Inghilterra l’utilizzo di strategie alternative a quelle tradizionali nell’allenamento dei giocatori non è una novità. Ma anche per un club così poco conservatore, la strategia di Trent Alexander-Arnold per migliorare la vista sembra uscita da un libro di fantascienza.
Il terzino ha dichiarato di aver fatto una valutazione della vista su un sito specializzato e di aver scoperto alcuni difetti. Niente di grave, solo piccole mancanze che potevano essere migliorate, con effetti sulla sua prestazione in campo.
Così per Trent Alexander-Arnold è cominciato un piano di allenamento della vista, a base di esercizi di realtà virtuale, allenamento dei riflessi e della concentrazione sul campo visivo. I risultati sembrano dare ragione al piano. Vedremo se nel mondo reale questo si tradurrà in un aumento della performance.
In che modo Trent Alexander-Arnold ha allenato la vista?
Per 6 settimane, Alexander-Arnold è stato guidato dall’oftalmologo americano Daniel Laby, proprietario della società Sports Vision NYC, con sede a New York, e docente alla Harvard Medical School.
Laby è uno specialista nel miglioramento della vista per gli sport ad alte prestazioni. Ha incentrato la sua carriera sulla definizione di quei parametri che possono cambiare piccoli aspetti della vista e rendere gli atleti più efficienti.
Dopo un’attenta analisi, il medico aveva diagnosticato la vista di Trent Alexander-Arnold come buona, ma con limiti in alcune aree. Questi risultati, giudicati non del tutto positivi, non sarebbero un problema per chi non pratica sport agonistico, ma sono cruciali per le alte esigenze delle squadre di calcio internazionali.
“Nel calcio è molto importante essere due passi avanti e penso che l’allenamento della vista sportiva mi abbia aiutato ad apprezzarlo ancora di più. L’esperienza mi ha fatto capire che gli occhi possono essere allenati e migliorati quanto qualsiasi altra parte del corpo,
– Dichiarazione di Trent Alexander-Arnold per Red Bull –
Insomma, l’esterno del Liverpool ha trascorso un mese e mezzo a sparare contro oggetti illuminati in una camera oscura appositamente progettata. Si è allenato anche con pedali elettronici da schiacciare in base agli stimoli ricevuti. E ha sperimentato la realtà virtuale con occhiali che lo hanno immerso nel 3D.
Il miglioramento dei numeri
Dopo 6 settimane di allenamento della vista, i parametri visivi di Trent Alexander-Arnold, sono stati rimisurati. Laby e il suo team hanno riscontrato un miglioramento dei risultati superiore al 40%.
Nel test per l’identificazione di piccoli oggetti con basso contrasto, i riflessi sono aumentati del 44%. Ma non è tutto. Nella valutazione del tracciamento di più oggetti, a velocità diverse, il miglioramento è stato del 241%.
È stato inoltre notato che il giocatore del Liverpool è più preciso nello sparare agli oggetti illuminati e che il suo campo visivo è più focalizzato su un punto, senza trascurare il resto. Questo gli permetterebbe di sapere dove sono i compagni di squadra senza distogliere lo sguardo dalla palla. Ciò si traduce in decisioni più rapide e accurate in campo.
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La scienza dell’allenamento visivo
Allenare gli occhi non è solo una preoccupazione del club Liverpool, né un’invenzione del dottor Daniel Laby. Si possono trovare studi scientifici al riguardo su riviste di medicina dello sport, dove vengono proposti vari esercizi per migliorare questo senso.
Secondo Chacha et al. (2020), allenatori e preparatori atletici non sono consapevoli dell’importanza della visione periferica nel gioco. Sebbene i giocatori abbiano risultati migliori dei non atleti nei test visivi, quasi a nessuno interessa allenare la vista.
I ricercatori concordano sul fatto che la visione periferica è fondamentale negli sport di squadra. non solo nel calcio, anche nel basket, nel rugby e nell’hockey.
L’obiettivo che Laby ha perseguito con la vista di Trent Alexander-Arnold rientra in questa stessa linea. Se un giocatore responsabile di passaggi lunghi impara a migliorare il suo campo visivo focalizzando lo sguardo, diventa più preciso nei passaggi.
“Il concetto di “quiet eye” è critico ed è un’abilità. Il suo sviluppo migliora le prestazioni sportive e fa la differenza tra vittoria e sconfitta.
– Twitter di Daniel Laby, MD –
Neurocognizione, allenamento sportivo e visione
Nuove prove scientifiche in questo campo supportano ciò che propone Trent Alexander-Arnold. Sempre più spesso, le neuroscienze sono considerate una parte fondamentale delle prestazioni sportive d’élite.
Uno studio pubblicato su Human Kinetic Journal ha rilevato che il rischio di lesioni sul campo di gioco si riduce se gli atleti allenano i movimenti oculari. Ciò li renderebbe più veloci nel reagire ed evitare situazioni pericolose.
L’asso nelle manica in questo campo è la realtà virtuale. Diverse ricerche suggeriscono che la simulazione 3D di specifiche situazioni di gioco stimola le capacità cognitive. Il futuro di questo sviluppo risiede nell’intelligenza artificiale e nella creazione di ambienti virtuali sempre più simili alle condizioni di gioco.
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Non basta essere il migliore
Il calcio non può più essere solo allenamento alla corsa e della resistenza aerobica. I giocatori delle principali squadre mondiali seguono routine di forza, monitoraggio psicologico e persino potenziamento dei sensi.
“Dopo aver visto l’esperimento e come si è svolto l’intero processo, direi che ci saranno più giocatori interessati alla visione sportiva”.
– Trent Alexander-Arnold –
Essere i migliori richiede uno sforzo superlativo. Trent Alexander-Arnold, ha visto nell’allenamento della vista una marcia in più.
Bibliografia
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- Chacha, W. H. S., Cuenca, G. M. V., Mediavilla, C. M. Á., & Arcos, H. G. A. (2020). Efectos del entrenamiento de la visión periférica en el rendimiento deportivo del jugador de fútbol. Polo del Conocimiento: Revista científico-profesional, 5(11), 468-481.
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