I virus sono agenti infettivi in grado di colpire la maggior parte degli esseri viventi. Gli uccelli possono essere infetti da virus influenzali che si diffondono tra essi per poi essere trasmessi agli esseri umani. Sapete cos’è l’influenza aviaria e quali i suoi sintomi, la diagnosi e il trattamento? Ne parliamo in questo articolo.
L’influenza aviaria è una malattia causata dal virus dell’influenza di tipo A, che si diffonde tra gli animali da cortile per mezzo della saliva, delle secrezioni e delle feci. Ciononostante, sono stati osservati casi anche negli esseri umani. Nel 2017, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha registrato l’esistenza di due casi in Cina.
Oggi sono stati identificati più di 12 ceppi diversi del virus, dei quali solamente tre, però, colpiscono le persone. Ciononostante, le continue mutazioni potrebbero portare a un aumento a lungo termine del tasso di infezioni negli esseri umani.
Quali sono i sintomi dell’influenza aviaria?
Generalmente le manifestazioni cliniche compaiono in un periodo compreso tra i 2 e i 7 giorni successivi all’esposizione al virus dell’influenza aviaria. La sintomatologia può variare, da piccoli disturbi a gravi alterazioni che possono mettere a rischio la vita.
Nella maggior parte dei casi è presente una somiglianza con l’influenza comune, che si manifesta attraverso i seguenti sintomi:
- Tosse
- Difficoltà respiratorie
- Febbre
- Malessere generale
- Mal di gola
- Congestione nasale
- Dolori muscolari e articolari
- Stanchezza apparentemente immotivata
- Occhi arrossati con aumento della lacrimazione
I casi lievi sono di solito accompagnati da disturbi di natura gastrointestinale, come nausea, vomito, diarrea e dolore addominale. Inoltre, un numero contenuto di pazienti infettati dall’influenza aviaria può presentare un decorso sfavorevole e accusare i seguenti disturbi:
- Insufficienza respiratoria acuta
- Polmonite
- Stato di coscienza alterato
- Convulsioni
Potrebbe interessarvi leggere anche: Prevenire la polmonite: 6 utili consigli
Qual è la causa?
L’agente responsabile dell’influenza aviaria è il virus dell’influenza di tipo A nelle sue diverse varianti. Negli esseri umani sono stati identificati i ceppi H5N1, H7N9 e H5N6; H5N1 è il più studiato. A quest’ultimo, infatti, sono stati attribuiti oltre 165 casi di tra il 2003 e il 2006, con un tasso di letalità superiore al 50%.
Negli esseri umani, l’infezione avviene quando il virus entra in contatto con le mucose degli occhi, del naso o della bocca, oppure attraverso l’inalazione di droplet o polvere contenenti il virus. Inoltre, il contatto diretto con gli uccelli infettati aumenta in notevole misura le probabilità di infezione.
Allo stesso modo, è stato dimostrato che la trasmissione da persona a persona si verifica molto raramente e, in generale, avviene all’interno della famiglia. D’altra parte, la grande capacità di adattamento del virus agli esseri umani è fonte di preoccupazione sulla possibile incidenza che potrebbe caratterizzare, in futuro, un nuovo ceppo.
Fattori di rischio
I principali fattori di rischio associati alla presenza di influenza aviaria negli esseri umani sono legati a un contatto prolungato con uccelli domestici e selvatici infetti.
Tra questi, si segnalano le galline, i tacchini, le anatre e le oche. Di conseguenza, l’incidenza della patologia diventa maggiore all’interno dei seguenti scenari:
- Lavoro e attività con uccelli da cortile.
- Ammassamento e scarse condizioni igieniche all’interno di negozi e mercati di prodotti per uccelli.
- Viaggi in paesi del Medio Oriente, dove è presente una maggiore incidenza.
- Contatto con secrezioni, feci e piume di uccelli infetti.
- Consumo di carne di uccello e di uova poco cotte.
Inoltre, si stima che il 90% dei pazienti affetti da influenza aviaria presenti un’età inferiore ai 40 anni, con una mortalità maggiore nei giovani di età compresa tra i 10 e i 19 anni.
Diagnosi di influenza aviaria
Per identificare un’infezione da influenza aviaria negli esseri umani è necessario valutare i sintomi e i segni associati ad alcuni esami di laboratorio. I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) raccomandano il prelievo di campioni dalla gola e dal naso durante i primi giorni nei quali si manifestano i sintomi.
I campioni prelevati vengono inviati a laboratori specializzati, nei quali si procede all’identificazione dell’agente mediante l’esecuzione di test molecolari o attraverso una coltura del virus. Oltre a ciò, i pazienti che presentano sintomi gravi devono essere sottoposti al prelievo di campioni dalle vie respiratorie inferiori per confermare l’eziologia virale.
In alcuni pazienti risulta utile la determinazione di anticorpi contro il virus dell’influenza di tipo A. A questo scopo, vengono prelevati due campioni di sangue: uno all’inizio della sintomatologia e un altro dopo 3 o 4 settimane. Bisogne tenere conto del fatto che ottenere i risultati richiede alcuni giorni.
Lo specialista può ricorrere all’impiego di strumenti di diagnostica per immagini, come la radiografia toracica, per determinare il coinvolgimento dell’albero del tronco polmonare. Inoltre, questo studio consente di valutare l’approccio e il protocollo terapeutico da adottare.
Trattamento
Il trattamento dell’influenza aviaria ha lo scopo di calmare la sintomatologia ed eliminare l’agente virale responsabile. In alcuni casi, può rivelarsi efficace l’impiego di antivirali inibitori della neuraminidasi. Questi farmaci bloccano la liberazione del virus da parte delle cellule infette, prevenendo la colonizzazione delle altre cellule.
La maggior parte dei ceppi del virus dell’influenza di tipo A e B rispondono all’oseltamivir o Tamiflu®, così come al peramivir e allo zanamivir o Relenza®. Ciononostante, i CDC hanno riportato una certa resistenza a questi farmaci, manifestata da parte di alcune mutazioni dei ceppi H5N1 e H7N9 in pazienti asiatici.
La terapia prevede anche un’adeguata idratazione e l’impiego di medicinali antipiretici e analgesici allo scopo di ottenere la riduzione dei sintomi associati.
Guarigione dall’influenza aviaria
Il decorso della malattia dipende dal ceppo del virus e dai danni respiratori verificatisi. In generale, la prognosi tende a essere favorevole.
Ciononostante, alcuni pazienti vanno incontro a complicazioni e si richiede l’adozione di misure speciali. Si consiglia di seguire le seguenti indicazioni:
- Bere in abbondanza.
- Evitare le bevande fresche.
- Arieggiare la stanza o la camera di degenza.
- Utilizzare una mascherina.
- Riposare e osservare assoluta inattività.
Generalmente, la malattia tende ad attenuarsi dopo un paio di settimane di trattamento. Ciononostante, se il paziente osserva il manifestarsi di un nuovo sintomo oppure se la sintomatologia peggiora, è necessario richiedere immediata assistenza medica.
Vi consigliamo di leggere anche: Sintomi influenzali: 3 infusi per alleviarli
Prevenzione dell’influenza aviaria
I metodi di prevenzione dell’influenza aviaria hanno lo scopo di ridurre o eliminare i fattori di rischio associati all’infezione.
In questo senso, la principale misura da adottare è evitare ogni forma di esposizione al virus. A questo scopo, è possibile seguire le seguenti raccomandazioni:
- Evitare il contatto con uccelli da cortile o uccelli acquatici selvatici.
- Non toccare superfici od oggetti che possano contenere feci o secrezioni di uccelli.
- Lavare le mani con abbondante acqua e sapone, dopo aver toccato superfici od oggetti contaminati.
- Quando si lavora con degli uccelli, soprattutto in luoghi chiusi, fare uso di mascherine e tute protettive.
- Evitare il consumo di uova senza prima averle cotte adeguatamente o aver osservato le adeguate misure igieniche.
- Cuocere la carne di uccello fino al raggiungimento di una temperatura interna di almeno 75 gradi centigradi.
D’altra parte, le persone che decidono di recarsi in paesi che presentano un potenziale rischio di infezione da influenza aviaria devono evitare i mercati insalubri e all’aperto. Inoltre, non bisogna consumare prodotti aviari che non siano stati sottoposti ad adeguata elaborazione.
Per quanto riguarda i vaccini, la somministrazione dell’immunizzazione contro l’influenza stagionale non protegge dal rischio di contagio, ma è in grado di ridurre l’incidenza della coinfezione virale.
Oggi gli Stati Uniti possiedono scorte di vaccini contro il ceppo H5N1 di origine asiatica; ciononostante, questo stesso vaccino potrebbe rivelarsi inefficace contro una possibile mutazione.
L’infezione da influenza aviaria non deve essere sottovalutata
La sintomatologia da influenza aviaria tende a essere indistinta e viene spesso confusa con quella di altre forme influenzali. Tuttavia, rimane di fondamentale importanza rivolgersi al medico specialista allo scopo di determinare una diagnosi positiva della malattia.
Se non si interviene tempestivamente o in maniera inadeguata, possono presentarsi complicazioni letali. Di fronte a gravi difficoltà respiratorie o a un aggravamento dei sintomi, bisogna rivolgersi il prima possibile al pronto soccorso.
Bibliografia
Tutte le fonti citate sono state attentamente esaminate dal nostro team per garantirne la qualità, affidabilità, rilevanza e validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- Perret C, Dabanch J. Influenza Aviar y Riesgo de Pandemia. Rev. chil. pediatr. 2008; 79( 4 ): 358-363.
- Barricarte A. Gripe aviar: ¿la pandemia que viene?. Anales del Sistema Sanitario de Navarra. 2006; 29 (1).
- Godoy P. Pandemia de gripe aviar: un nuevo desafío para la salud pública. Gac Sanit. 2006;20( 1 ): 4-8.
- Casillas S, Herrero Fernández S, Varon J. Gripe aviar: lo que un intensivista debe conocer. Med Intensiva. 2008;32(4):183-93.
- Lycett SJ, Duchatel F, Digard P. A brief history of bird flu. Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci. 2019;374(1775):20180257.
- Li YT, Linster M, Mendenhall IH, Su YCF, Smith GJD. Avian influenza viruses in humans: lessons from past outbreaks. Br Med Bull. 2019;132(1):81-95.