Il metilfenidato è un farmaco indicato per il trattamento del disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD, dall’inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder). Si usa anche come trattamento per la tachicardia posturale ortostatica (POTS, dall’inglese dall’inglese Postural Orthostatic Tachycardia Syndrome) e la narcolessia.
Il metilfenidato può inoltre essere somministrato, solo su prescrizione medica, per il trattamento dei casi di spossatezza e depressione resistenti alle cure abituali.
La storia del metilfenidato
L’uso di stimolanti per il trattamento sintomatico della narcolessia risale al 1930, quando si iniziarono a prescrivere efedrina e anfetamina.
Successivamente, grazie alla ricerca clinica, si osservarono miglioramenti significativi nei bambini iperattivi ai quali erano state somministrate anfetamine (in particolare, la benzedrina). Nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale, venne sintetizzato per la prima volta il metilfenidato.
Durante il periodo bellico, si sperimentò con molte varianti chimiche dell’anfetamina, alla ricerca di molecole dalle proprietà analoghe, ma che avessero meno effetti collaterali o più lievi.
Anni dopo, nel 1954, il metilfenidato fu brevettato. L’azione di questo farmaco sull’organismo umano rivelò, rispetto ai farmaci dello stesso tipo conosciuti fino a quel momento, effetti collaterali neurovegetativi più lievi.
Perché si usa il metilfenidato?
Questo farmaco appartiene alla classe di composti con struttura piperidinica. Aumenta i livelli di dopamina e norepinefrina nel cervello grazie alla sua capacità di inibire la ricaptazione dei rispettivi trasportatori di monoammine.
Il metilfenidato ha una struttura simile all’anfetamina, ma non è neurotossico. I suoi effetti sono pertanto diversi. Vediamo in quali patologie si utilizza questo farmaco.
1. Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD)
Si tratta di un disturbo neurobiologico che compare in età infantile, e che colpisce circa il 5% dei bambini a livello mondiale. Attualmente, non si conoscono le cause scatenanti di questa malattia. Si pensa che sia una combinazione di diversi fattori di rischio, che agiscono simultaneamente.
Tuttavia, anche se non se ne conoscono le cause, è stato possibile identificare i fattori genetici e ambientali che hanno una forte influenza sul suo sviluppo. Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività nel 76%. dei casi viene ereditato.
Per quanto riguarda i sintomi caratteristici di questa malattia, si possono menzionare 3 sintomi principali:
- Deficit di attenzione.
- Iperattività.
- Impulsività.
Affinché questi sintomi possano essere associati a una diagnosi di ADHD, devono verificarsi alcune condizioni:
- I sintomi devono comparire prima dei 7 anni.
- Devono mantenersi per almeno 6 mesi consecutivi.
- Devono interessare almeno due (o più) ambiti della vita del bambino.
- Infine, devono avere un impatto significativo, con un calo del rendimento del bambino.
Scoprite anche: Disturbo da deficit di attenzione: sintomi e trattamenti
2. Tachicardia posturale ortostatica
Questa sindrome è caratterizzata dalla presenza di giramenti di testa e sensazione di perdere i sensi. Si scatena quando il sistema nervoso autonomo non funziona correttamente.
Nella tachicardia posturale ortostatica, i vasi sanguigni non si contraggono a sufficienza per garantire un adeguato apporto di sangue al cervello.
Per cercare di mantenere una circolazione sanguigna sufficiente per il corretto funzionamento del cervello, il sistema nervoso autonomo fa sì che il cuore aumenti la frequenza dei battiti e compare la tachicardia.
Questa patologia, per la quale è indicato il metilfenidato, si può presentare per la prima volta dopo aver avuto un’infezione virale o dopo una lesione. Tuttavia, è molto difficile sapere se una di queste circostanze è la causa scatenante di questa condizione patologica.
Attualmente, si stanno portando avanti diverse ricerche per cercare di scoprire le cause alla base di questa patologia.
3. Narcolessia
Questo disturbo è caratterizzato da una sonnolenza estrema durante il giorno e da attacchi improvvisi di sonno. Le persone che soffrono di narcolessia hanno difficoltà a restare svegli a lungo, a prescindere dal contesto in cui si trovano.
Così come avviene per le due patologie precedentemente descritte, non si conoscono le cause specifiche alla base di questa malattia. Tuttavia, è stato osservato che i pazienti narcolettici presentano livelli molto bassi di ipocretina (o oressina). Si tratta di una sostanza del cervello che aiuta a regolare gli stati di veglia e di sonno.
Potrebbe interessarvi anche: I disturbi del sonno e malattie neurodegenerative
Conclusione
Il metilfenidato è un farmaco somministrato su prescrizione medica per il trattamento del disturbo da deficit di attenzione/iperattività. Si usa anche per trattare altre patologie.
Bisogna seguire attentamente le indicazioni del medico e del farmacista, perché si tratta di una molecola che può avere effetti collaterali gravi e un uso non adeguato può provocare gravi conseguenze per la salute.
Bibliografia
Tutte le fonti citate sono state attentamente esaminate dal nostro team per garantirne la qualità, affidabilità, rilevanza e validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- Vademecum. (2015). Metilfenidato. https://doi.org/Medicamentos Genericos Intercambiables
- Brant, L. C., & Carvalho, T. R. F. (2012). Metilfenidato: Medicamento gadget da contemporaneidade. Interface: Communication, Health, Education. https://doi.org/10.1590/S1414-32832012000300004
- Saúde, B. B. de A. de T. em. (2014). Metilfenidato no tratamento de crianças com transtorno de déficit de atenção e hiperatividade. In Portal anvisa.