Le analisi delle urine aiutano a stabilire la presenza o l’assenza di determinate sostanze nelle urine e, quindi, di una possibile malattia o di un disturbo. Quest’informazione è essenziale per formulare una diagnosi.
Si tratta di un test diagnostico volto a rilevare diversi disturbi di salute. Queste analisi esaminano l’aspetto, la concentrazione e il contenuto di un campione di urina. I risultati possono suggerire la presenza di una malattia che verrà poi confermata con altri metodi.
È importante notare che le analisi delle urine non consentono, da sole, di ottenere una diagnosi definitiva. Sarà, infatti, il medico a interpretare i risultati. Vengono eseguite per stabilire la presenza di un disturbo, ma anche per prevenirlo o monitorarlo.
Le analisi delle urine rilevano sostanze che il corpo non è in grado di trattenere o, viceversa, che devono essere eliminate. Con solo 10 millilitri di urina, è possibile ottenere chiare indicazioni di un buon numero di malattie come diabete, mieloma multiplo e insufficienza renale.
A cosa servono le analisi delle urine?
In termini generali, il medico richiede le analisi delle urine per uno dei seguenti scopi:
- Valutare la funzionalità dei reni: la densità delle urine consente di stabilire se i reni funzionano correttamente o meno.
- Rilevare la presenza di germi: in caso di sospetta infezione alle vie urinarie, verranno prescritte le analisi delle urine per rilevare la presenza di germi e/o per identificare il tipo esatto di germe che è presente grazie a una successiva urinocultura.
- Rilevare la presenza di alcune sostanze: ci sono sostanze che in condizioni normali non dovrebbero essere presenti nelle urine. Se lo sono, possono indicare un disturbo di salute.
- Valutare l’impatto di alcune malattie o farmaci: la presenza o i livelli di alcuni elementi consente di stabilire se una malattia è migliorata o peggiorata o se un farmaco ha causato un effetto collaterale indesiderato.
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Tipi di analisi delle urine
Esistono diversi tipi di analisi delle urine a seconda della procedura utilizzata per eseguirle e dello scopo per cui vengono prescritte. I più comuni sono i seguenti:
- Urinoscopia: è l’analisi dell’aspetto delle urine a occhio nudo. Colore, torbidità e odore forniscono dati importanti, ma non definitivi.
- Striscia reattiva: consiste nel mettere una piccola quantità di urina su una speciale striscia contenente determinati componenti chimici. Questi reagiscono alla presenza di alcune sostanze nelle urine e la striscia cambia colore.
- Sedimento urinario: si effettua in laboratorio e consiste nella separazione dei liquidi dai solidi presenti nelle urine. Questi ultimi vengono esaminati al microscopio per determinare la presenza di determinate particelle o elementi cellulari.
- Esame biochimico: si effettua in laboratorio e consente di stabilire la presenza di alcune sostanze o elementi che possono essere indicativi di una malattia. È un’analisi più approfondita condotta da biochimici con tecniche speciali.
- Esame microbiologico: si tratta dell’esame colturale delle urine, anche chiamato urinocoltura, in grado di stabilire se vi è un’infezione, nonché di identificare il germe che la provoca.
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I risultati delle analisi delle urine
La prassi è quella di effettuare un’osservazione generale delle urine per rilevare eventuali caratteristiche anomale nell’aspetto. In condizioni normali, le urine sono trasparenti e non emanano un forte odore. Se appaiono torbide o emette un odore molto forte, si può sospettare un problema.
In seguito a questa prima analisi superficiale, si procede con una striscia reattiva. Si applica, quindi, un piccolo campione di urine e si osservano le strisce: se cambiano colore significa che è presente una sostanza che non dovrebbe trovarsi nelle urine; viceversa, è tutto sotto controllo. Questo strumento rileva:
- Acidità o pH: se è anomalo, suggerisce problemi al livello del tratto urinario o dei reni.
- Densità: l’alta densità è un sintomo di disidratazione.
- Proteine: l’elevata presenza di proteine suggerisce un problema ai reni.
- Glucosio: se le urine contengono glucosio, il paziente potrebbe soffrire di diabete.
- Corpi chetonici: anch’essi indicativi di diabete e, in particolare, di scompensi che potrebbero essere gravi.
- Bilirubina: la sua presenza suggerisce la presenza di malattie epatiche o danni al fegato.
- Sangue: può essere un segno di infezione, disturbo ai reni, calcoli renali, tumore ai reni o alla vescica. È un segno che richiede l’esecuzione di metodi di analisi più precisi per formulare la corretta diagnosi.
- Nitriti o leucociti esterasi: suggeriscono la presenza di un’infezione.
In conclusione
La presenza di alcune sostanze nelle urine richiede un’analisi di laboratorio più dettagliata, come quella del sedimento urinario, un esame biochimico o microbiologico. Sarà il medico a determinare i passaggi da seguire. È essenziale seguire le sue istruzioni per evitare di saltare qualsiasi passaggio e soprattutto rivolgersi sempre al professionista se si notano alterazioni nelle urine.
Bibliografia
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- del Carmen Laso, M. (2002). Interpretación del análisis de orina. Archivo argentino pediatría, 100(2), 179.