L’azatioprina è un farmaco immunosoppressore. Trova impiego nei casi in cui occorre indebolire il sistema immunitario poiché sta reagendo in modo anomalo ed è causa di malattia.
Il sistema immunitario è un naturale meccanismo di difesa contro agenti patogeni e infezioni. In alcuni casi, però, è lui stesso causa della malattia; ciò avviene quando considera erroneamente estranea una sostanza o una struttura del corpo e comincia ad attaccarla. In questi casi, il sistema immunitario deve essere smorzato.
L’azatioprina è un profarmaco. Questo significa che una volta assunta e assorbita, rilascia il suo effetto solo dopo essere stata metabolizzata e convertita in un’altra molecola, la 6-mercaptopurina.
Gli impieghi più frequenti sono il trattamento del morbo di Crohn, colite ulcerosa, lupus eritematoso sistemico, sclerosi multipla ed epatite autoimmune.
Fino a qualche tempo fa veniva somministrata nei trapianti d’organo, insieme ad altri agenti immunosoppressori, per evitare reazioni di rigetto. Tuttavia non trova più impiego per questa indicazione.
Farmacocinetica: come si comporta l’azatioprina nell’organismo?
La farmacocinetica comprende i processi di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione del farmaco. L’azatioprina può essere assunta in due modi, per via orale o endovenosa.
Il paziente che assume questo farmaco per bocca deve ricordare che la compressa non deve essere spezzata; dovrà inoltre ingerirla con il cibo. Quando l’azatioprina non può essere assunta per via orale, si somministra per endovena.
Se assunta per via orale, l’azatioprina viene assorbita nel tratto gastrointestinale superiore, per poi raggiungere tutto il corpo (in alcuni studi sui topi, sono state trovate tracce del farmaco nel cervello).
Una volta raggiunto il fegato, viene metabolizzata in 6-mercaptopurina; si tratta del metabolita attivo che innescherà l’effetto immunosoppressivo. Tuttavia i livelli plasmatici di azatioprina e 6-mercaptopurina non sono correlati con l’efficacia terapeutica o la tossicità di questo farmaco.
Oltre alla 6-mercaptopurina, l’azatioprina viene anche metabolizzata in altre molecole come l’acido 6-tiourico, sebbene questo non sia attivo. Al termine del processo, sia il farmaco non metabolizzato che i metaboliti vengono eliminati con le urine.
Effetto dell’azatioprina
Il meccanismo d’azione di questo immunosoppressore sul corpo non è ancora del tutto noto. Le ipotesi al riguardo sono diverse:
- Secondo una prima ipotesi, la 6-mercaptopurina si comporta come antimetabolita purinico, cioè blocca la produzione delle purine necessarie per sintetizzare il DNA. Questa azione indebolirebbe le cellule immunitarie con conseguente effetto immunosoppressivo.
- Il metabolita attivo dell’azatioprina potrebbe alchilare i gruppi solforici, andando a danneggiare il DNA delle cellule immunitarie.
- Un’altra ipotesi è che l’azatioprina vada a inibire diverse vie di sintesi degli acidi nucleici. Interrompendo la crescita e la moltiplicazione delle cellule coinvolte nella risposta immunitaria, indebolisce il sistema di difesa.
- Infine, si pensa che il DNA delle cellule del sistema immunitario si danneggi a seguito dell’incorporazione di residui di tio-analoghi purinici.
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Effetti secondari dell’azatioprina
Come tutti i farmaci presenti sul mercato, l’azatioprina può produrre una serie di effetti avversi. Si intende per effetti avversi tutti quegli eventi indesiderati e non intenzionali che si verificano in modo imprevisto durante il trattamento con un farmaco. Le reazioni indesiderate riportate con maggiore frequenza durante gli studi clinici sono:
- Disturbi digestivi.
- Neutropenia.
- Pancreatite.
- Epatite.
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Conclusione
L’azatioprina è un farmaco ampiamente utilizzato nel trattamento delle malattie autoimmuni. Poiché può produrre una serie di effetti indesiderati, è importante chiarire ogni dubbio con il medico, riportando eventuali reazioni allergiche note ai farmaci, al fine di evitare complicazioni.
Bibliografia
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